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Alessia Va

Rivoluzioni o…

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…rivelazioni?
Di diverso ci sono solo due vocali, in fondo.
E’ curioso come basta un cambiamento infinitesimale di prospettiva, e tutto si trasforma.
Poi magari si tratta di cose che abbiamo sempre saputo, dentro di noi, ma che siamo stati gli unici a non vedere.
Perché ho deciso di fare Psicologia?
Perché avevo 15 anni quando me ne sono innamorata. Un incontro sensuale e profondo che si è costruito sui libri di scuola, studiando le prime teorie…Piaget, Freud, Erickson, Mead…
Era divertente capire come funzioniamo e vederlo verificato nella vita di ogni giorno.
Ciascuno di loro mi regalava intuizioni illuminanti ed ero quasi incredula della ovvietà di quello che dicevano…informazioni che invece per lo più passavano inosservate…la gente, io per prima, ignorava tante di quelle cose!
Tutto avrebbe detto che avrei preso quella strada e infatti quella era la mia idea. Soprattutto ero affascinata dalla Psicoanalisi e mi vedevo come un Freud in gonnella, a prendere appunti su un taccuino mentre il paziente parlava di se…
Avrei fatto medicina e poi mi sarei specializzata come Psichiatra.
Invece poi la mia vita ha preso un’altra strada.
Ho permesso agli altri di decidere per me cosa fosse giusto e opportuno.
Medicina? Neanche a parlarne, troppo lunga. E poi avrei dovuto specializzarmi: quanti altri anni di studio? Ero forse matta? Fino a quando avrebbero dovuto mantenermi? Psicologia? Non c’erano facoltà vicine e avrei dovuto trasferirmi in un’altra città. Non era il caso che andassi via di casa cosi presto, troppo giovane e poi non sarei stata capace di badare a me stessa…no, non se ne parlava.
Queste le ragioni dei miei genitori.
Che ho permesso soffocassero le mie.
Ricordo, di quel periodo, la voglia di non rinunciare al mio sogno, al mio sentire, ai miei interessi, che lottava con il solito desiderio di non ferire gli altri, di preoccuparmi di non creare problemi, di essere ragionevole…perché ovviamente mi sembravano tutte obiezioni ragionevoli. Ero io che pensavo a cose folli…
Alla fine, Biologia.
Mi sono dedicata con impegno, forza di volontà, perché quando inizio una cosa la voglio finire.
Ci sono state anche tante cose positive, persone che ho conosciuto e che ancora sono care e a me vicine, cose che ho imparato che sono comunque tesori preziosi che custodisco dentro di me e che mi danno modo di vedere la realtà in un certo modo.
Ma non era il mio sogno.
E quando ti resta un sogno in sospeso, ritorna sempre…
Almeno questo è successo a me.
In fondo, dentro di me, non ci ho mai rinunciato.
La mia libreria è piena di libri psicologici, di crescita personale, spirituali. Ho fatto tante esperienze, tutte incentrate sul rapporto psiche-soma…tutte…
E infine, questa forza dentro, mai morta mi ha portato la, dentro l’atrio della facoltà di Psicologia di Trieste. E prima che avessi tempo per capire cosa stava succedendo, ero iscritta.
Non sapevo, coscientemente, dove mi stesse portando, allora, questa cosa.
Ma sentivo che era importante. Per me. Per sentirmi di nuovo me stessa.
Più studiavo e più ritrovavo l’antico entusiasmo, la gioia di capire, di sondare, di ascoltare le voci di chi aveva cercato di studiare l’uomo, di verificare nella vita e nelle relazioni la disarmante semplicità di certi meccanismi…
E più studiavo e meno mi sentivo legata al lavoro che, nel frattempo, avevo iniziato a fare.
Come potevo stare davanti a sequenze interminabili di DNA, sempre uguali a se stesse, quando fuori di li c’era la vita, le persone, con le loro emozioni, vissuti, sentimenti, con la loro straordinaria ricchezza? Come potevo interessarmi ancora a quelle cose inanimate, quando c’erano esseri umani vivi e pulsanti con i quali interagire?
Quando è finito il contratto non ho, perciò, pianto.
Ero pronta a voltare pagina.
Ero convinta di alcune cose: avrei preso la laurea triennale e poi avrei fatto qualcosa in ambito psicologico, non sapevo ancora bene cosa, ma mi sarei comunque fermata li. Mi sembrava già tanto.
Mi sembrava già di essermi regalata….tanto.
Ancora una volta però avevo sottovalutato il potere dei sogni.
Se una fiamma arde con forza, non la si può mettere sotto un secchio…brucerà tutto…
Io la mia fiamma la stavo alimentando bene. Non potevo pretendere che fosse un lumicino…
Cosi ho incontrato la Bioenergetica. Ho riscoperto cose a cui non pensavo più da anni e sempre sull’onda di quella parabola ascendente sono approdata li, in quello studio…

“Quando farà la terapeuta”…
“Scusi, cioè…si…ma io non ho mai detto che farò la terapeuta” rispondo.
“Si. Ma le piacerebbe?”
“…”
Silenzio.
Mi piacerebbe? SI! Una voce urla all’improvviso dentro di me…
“Immagino di si” sussurro.
“Si. Io credo che dovrebbe. Sarebbe un’ottima terapeuta”
E le sue parole mi colpiscono.
Non me le aspettavo.
È vero che abbiamo parlato tanto di come sono fatta, della mia particolare sensibilità ecc…
Ma tra questo e il sentirmi dire che lei, che è una terapeuta, mi considera in questa luce…
In un attimo assisto al crollo di tutte le mie convinzioni, di tutte le belle frasi che mi ero costruita per convincermi che bastava finire i tre anni. Che mi sarei “accontentata” di qualcosa…che non potevo studiare fino a 50 anni…
Perché no! Sento la voce di prima che esclama dentro di me…Perché no!
Perché no riprendermi il mio sogno, la mia vita, me stessa.
Perché no.

In effetti sembra che la stessa convinzione di quella che è ormai la mia terapeuta, ce l’abbiano sempre avuta in molti. Ne ho parlato con qualche amico caro e non sono stati per nulla stupiti.

Qual è quella frase? “Lo sapevate tutti, tranne la sottoscritta!”.

Ecco, la sensazione è questa.

Anche se in realtà, lo sappiamo. Sempre. Dentro di noi. Ma non lo vogliamo ammettere.
E poi so già che scuola vorrei fare…
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Commenti

  1. L'avatar di willy61
    Ho 48 anni. 49 a ottobre.
    Sto ancora studiando.

    Quando ne avrò 50 starò ancora studiando.
    Se arriverò a 90, starò ancora studiando.

    Grazie al cielo.

    Buona vita
    Guglielmo
  2. L'avatar di ghiretto
    Io di anni ne ho 42 e sto ancora studiando per parafrasare il mio esimio predecessore
    Neuroni permettendo credo che la curiosità che mi ha da sempre animato non si farà ingabbiare in un titolo raggiunto, c'è sempre altro che mi piacerà scoprire...

    A presto,
    Pat
  3. L'avatar di Alessia Va
    Sarà bello ritrovarci con i capelli bianchi, curvi, con il bastone a discutere sull'ultimo esame dato

    Scherzi a parte:
    vi adoro
  4. L'avatar di willy61
    Eh, carissima. Io i capelli bianchi li ho già (quei pochi che mi rimangono, quantomeno).
    E mi pare (dico, mi pare) che pure ghiretto sia sulla buoan strada...

    Quindi manchi solamente tu



    Buon cammino
    Guglielmo

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