Ma quand'è che accettiamo i nostri limiti e li valorizziamo come diritti per una esistenza, la nostra, equilibrata, felice ed in armonia con i nostri principi e valori? Credo che accettare i limiti voglia anche dire accettare il fatto che la nostra esistenza non sia sempre e necessariamente come la descrivi. Può anche essere squilibrata, a volte infelice, raramente in armonia con... ma è pur sempre la nostra. Mi viene in mente un vecchio racconto di fantascienza di Robert Clarke nel quale Dio manda un messaggio che compare su tutti i media in tutto il mondo, dicendo che l'umanità ha 48 ore di tempo per convincerlo a non sterminare tutti di nuovo. Ovvio che si muovono tutti i governi, i servizi, le chiese... alla fine chiedono ad un barbone di San Francisco e quello risponde: "Beh, noi siamo quelli che siamo...". E Dio si impietosisce e lascia che il mondo continui per la sua strada... Buona vita Guglielmo