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Blog Comments

  1. L'avatar di tamarasusy
    Bellissima esperienza! Come se ti liberassi dai pesi enormi, e tante volte anche le cose ti facevano soffrire cosi tanto divengono piano piano una benedizione .. e cosi divieni :guaritore ferito.......
  2. L'avatar di marty_a90
    Fare il pane in casa non è difficile come sembra. Basta avere le giuste indicazioni ed essere in grado di sapere scegliere gli ingredienti più adatti.
    Il lievito, innanzitutto. Quello naturale (o pasta madre) utilizzato, di solito, dai panettieri. Quello in polvere (o chimico) per pani che lievitano durante la cottura. Il lievito di birra (in cubetti, oppure secco in granuli), quello più comunemente utilizzato per il pane preparato in casa.
    Poi, la farina. Ne esiste di diversi tipi: quella più comunemente utilizzata è quella di frumento, nei tipi "0", "di forza", "integrale", etc. etc.
    Il terzo ingrediente indispensabile è l'acqua che serve a sciogliere il lievito e a legare l'impasto. Questo può essere a lievitazione "diretta" (il lievito è aggiunto insieme agli altri ingredienti), con il "lievitino" (il lievito è sciolto in un po' d'acqua e un po' di farina e viene aggiunto agli altri ingredienti solo quando è raddoppiato di volume) e con la "biga" (si prepara un primo impasto con il lievito e parte della farina e dell'acqua. Si lascia lievitare fino a quando non sia raddoppiato di volume, quindi si unisce al resto degli ingredienti e si procede all'impasto definitivo).
    E' nostra intenzione, in questa parte del sito, cercare di approfondire questo tipo di informazioni e di trascrivervi una serie di ricette - tutte, ovviamente, testate in prima persona - che vi aiuteranno ad avere successo già nei vostri primi tentativi di panificazione casalinga.
  3. L'avatar di Alessia Va


    Bellissimo!
    Anche se non sono una gran bevitrice
  4. L'avatar di willy61
    Uh! Ed è quasi la stagione giusta per fare il vino...

    Buona vita
    Guglielmo
  5. L'avatar di Alessia Va
    Ecco l'ho iniziato
    Ma perchè non riesco a leggere un solo libro alla volta?
  6. L'avatar di crissangel
    Questo libro è fantastico. Ne ho regalato una copia anche al mio terapeuta.
  7. L'avatar di complicata
    E' proprio così!
    Io l'anno scorso una mattina sì e una no, avevo anche gli smistati, che si portavano le seggioline dalla loro aula,che si affacciavano e facevano: "Permesso? Noi siamo con lei"
    E io: "Venite, accomodatevi" come in salotto.
    Lì anche troppo bravi.
    Questo va contro il principio dell'istruzione obbligatoria, questi erano in parcheggio, praticamente.
  8. L'avatar di Alessia Va
    Già.
    E cosa succede quando non c'è uno straccio di insegnante per fare un' ora di supplenza? La classe viene divisa e i ragazzi smistati nelle altre classi, che da 30 diventando da 35 o anche 40....
    O, nella peggiore delle ipotesi, i ragazzi vengono lasciati soli in classe. E li può succedere di tutto...
    Ma naturalmente, il personale non serve...
  9. L'avatar di complicata
    Dimenticavo l'insegnante che schiva il cazzotto dello studente delle professionali, il quale con quel diretto, per fortuna, spacca la porta.
    L'insegnante di francese messa sul sostegno, che torna a casa e si fa la doccia, perchè è coperta di sputi.
    Ma si potrebbe fare un romanzo, hai voglia..
    Quello che ti tira una chiave da meccanico addosso "perchè mi restava antipatico" e così via...
    Quello che ti aspetta fuori e ti ha tagliato le gomme della macchina
    Queste sono le realtà, gente.
  10. L'avatar di complicata
    E questo è vero, è una contraddizione di fondo, però fatto sta che adesso ci ritroviamo senza personale, un bidello ogni tre piani, non si guarda più neanche il portone d'ingresso, e si lascia aperto, così può entrare e uscire chiunque, i ragazzi senza insegnanti di sostegno,(o con l'insegnante di musica, che fa il sostegno al posto dei neoassunti, e placca da buon rugbista, il ragazzo scappato dalla scuola nella strada, e meno male che c'è qualche uomo ancora) senza un'ora di compresenza, tutte frontali anche nel pomeriggio,perchè i prolungati e i tempi pieni ci sono comunque,ecc, ecc.
  11. L'avatar di willy61
    Non farmi parlare della Gelmini... ho promesso a me stesso di non bestemmiare. Quindi, non provocare il carrettiere toscano nascosto nel mio inconscio pronunciando quel nome...

    Però, consentimi una considerazione: quanti insegnanti "precari" esistono in Germania, Francia o, che so, Lussemburgo?
    Pe quel che ne so io, zero. Perché o fai un concorso e sei insegnante, o non fai l'insegnante.

    E a me pare che siano stati in tanti a guadagnare voti con i concorsi e con gli insegnanti.

    Buona vita
    Guglielmo
  12. L'avatar di Alessia Va
    Io sono qui, mia cara
  13. L'avatar di Morgana-z
    Io c’ero. Io ci sono. Sono viva.

    ...ha qualcosa di straordinario la nostra capacità di riemergere...è un ciclo, come tutta la vita, ma a volte la nostra disperazione sta nel non sapere quale sia il ritmo di questo ciclo, quando di nuovo riemergeremo alla luce.

    Mi è venuta voglia di invitarti al mare...agli odori della mia terra. Ti aspetto....
  14. L'avatar di Morgana-z
    Sapete cosa vuol dire non sentire qualcosa, specie se l’avete sempre sentita? Come diventare di colpo sordi…

    Purtroppo lo so....è lacerante...e l'hai descritta perfettamente.
  15. L'avatar di complicata
    Senti, se ho bisogno, ti consulto, il 1° di Settembre:P
  16. L'avatar di Alessia Va
    Grazie
  17. L'avatar di Laverita
    “Quando poi penso che artigiani e mercanti se ne stanno nelle loro botteghe [...] seduti con le gambe accavallate, quasi che le gambe fossero fatte per sedervisi sopra e non per mettersi eretti e camminare [...] In una mezz’ora raggiungo punti della superficie terrestre dove non è possibile all’uomo mettere radici, e dove dunque non può esservi politica, che è per l’uomo come il fumo del suo sigaro.”

    Henry David Thoreau – Camminare

    Mi sembrava attinente..

    Un saluto
    Leonardo
  18. L'avatar di willy61
    E' il compito più grande dei genitori. Anche il più difficile da fare bene.

    Lasciare che i propri figli scelgano la loro strada.

    Buona vita
    Guglielmo
  19. L'avatar di Alessia Va
    Ascoltando la voce interiore...

    Il coraggio non è nascondere la paura. È sentirla. Permettersi di viverla. Sperimentarla.
    Tu, “non hai mai avuto paura”, non perché non la sentissi, ma perché non ti era consentito mostrarla. Ecco l’inganno. Determinata, non perché consapevole di andare oltre i tuoi limiti, ma perché non ti era permesso ammetterli.
    Questa è la tua giusta paura. Quella che per tanto tempo hai soffocato. Ora, facendosi strada, dal tuo essere, emerge. Traspirando. È una questione di pelle. Di confini.
    Per la prima volta ti senti una unità con un dentro e un fuori. Un pezzo di universo confinato e autonomo. Non che non sapessi di essere persona. Era il diritto che non vedevi. Il diritto di esistere, in quanto tale. In quanto pezzo di universo alla deriva, verso la sua spiaggia.
    La deriva non è una cosa terribile e temibile. Significa affidarsi alle acque, accoglienti e sagge.
    Finche non si compie questo atto di fiducia, si resta estranei a se stessi, nel tentativo di domare la deriva. Ma la tua particolare deriva è la sola via per esistere.
    Ti sei sentita colpevole, di esistere. Ti sei voluta punire, per questa esistenza.
    Una punizione esemplare, di carne, e sangue. Ma tu non sei colpevole. E se sei sopravvissuta è perché eri la più forte. La più in grado. La più capace. Tua madre non ti voleva, si, è cosi. Ma non devi fermarti a questa informazione perché non è questa la cosa che conta. La cosa che conta è che sei qui. Che a dispetto del rifiuto che si portava dentro, una parte di lei ha combattuto perché almeno tu vivessi. Almeno tu, su tutti. In quel momento lei ti ha sentita. E ha capito che eri la più forte. È stato allora che ha iniziato a fare conto sulla tua forza. Se tu eri la più forte, tra tutti, tu avresti potuto essere la sua salvezza. Sei stata investita di questo ruolo cosi presto che ogni tua cellula ne ha assorbito il contenuto, il messaggio.
    Cosi, pensavi di non avere diritto a vivere, perché non eri stata voluta, perché una forza più grande di te aveva ucciso e avrebbe potuto uccidere anche te, e che eri sopravvissuta solo per uno scherzo del destino. Invece no. Sei sopravvissuta perché eri la più forte. Ma forte, non significa insensibile, non vuol dire indistruttibile, non indica assenza di punti deboli, morbidi, teneri. E quindi anche “colpibili”. Forte non vuol dire non farsi mai toccare, ferire, penetrare. Eri la più forte perché, al contrario, avevi molti punti morbidi e teneri. Sei “la più forte” perché hai dentro di te questa ricchezza. Sei sopravvissuta proprio perché sei colpibile, feribile, toccabile. Perché piuttosto che opporti rigidamente, sei in grado di assecondare, e morbidamente attutire e respingere.
    Questo sei, sotto la scorza. La tua natura, da ritrovare. Con cui camminare. Da accarezzare e accudire. Lascia che tutto scorra. Lascia che sia…semplicemente lascia…
  20. L'avatar di Morgana-z


    grazie.....
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