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robertoscarponi

Sviluppo linguaggio e comunicazione

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Camaioni (a cura di):” La Teoria della Mente. Origini, sviluppo e patologia”.
Il presente lavoro mi stimola per dare anche un’altra possibile spiegazione:
La mia prospettiva parte dall’assunto dell’arbitrarietà dei segni e per tentare una spiegazione utilizzerò la mia riflessione sulla teoria della mente. Cito testualmente un passo del contributo di Alan M. Leslie:
<<Il bambino di due anni fa finta che una banana sia un telefono ( il bambino vede un oggetto sul tavolo e vede che è una banana)>>…,
Chi scrive crede che il bambino di due anni esegue delle operazioni mentali sulla base di segni e forme naturali e sociali ,le quali l’adulto nel ruolo di insegnante della cultura di appartenenza denomina e trasmette. Denomina convenzionalmente anche il reale non costruito dall’uomo, esempio, in lingua italiana, banana: il frutto commestibile del banano, a forma oblunga, di colore giallo. Questo prodotto naturale che cresce sulla Terra, non è stato, né pensato dalla mente umana, né costruito dalla mano dell’uomo. Inoltre l’uomo denomina sempre convenzionalmente i suoi artefatti culturali, esempio: il telefono. Il bambino sul tavolo vede un oggetto, la banana, la mente del bambino la rappresenta in modalità universale. La banana si presta più di altre forme a sua disposizione per esperire l’azione vista eseguire dall’adulto che volge l’attenzione e lo sguardo verso il telefono che squilla, si avvicina camminando rapidamente e con la mano afferra la cornetta, la porta all’orecchio e inizia a parlare ad un oggetto inanimato. Quindi, egli apprende per imitazione la manipolazione e l’uso degli oggetti nell’ambiente che abita ; la banana ha una forma che si presta bene all’imitazione di portarla all’orecchio e di iniziare a parlare (potrebbe usare anche un’altro oggetto). Il bambino semplicemente continua a comunicare con il suo interlocutore, l’adulto, che parla con un oggetto all’orecchio. Il bambino ha necessità di emulare un nuovo pattern comunicativo con l’adulto. Quando il bambino sentirà il trillo del telefono e riuscirà a conquistarsi la cornetta, sperimenterà che dalla stessa, dopo averla portata all’orecchio, sentirà un’altra voce che non è la sua. In questo modo esperisce e manipola anche la funzione degli oggetti concreti inanimati che lo circondano e che si animano per mezzo delle facoltà sensoriali dell’uomo.
Il bambino non ha mai pensato di far finta in quanto i suoi meccanismi sensoriali interni di regolazione dell’informazione non si sono mai distaccati nell’elaborare la realtà percepita che si determina in quel contesto, ovvero in una situazione formata da stimoli naturali e culturali: la combinazione di questi elementi percepiti determina la realtà relazionale del bambino con l’adulto (e non solo) in un ambiente complesso. Solo in un secondo tempo l’esperienza viene discriminata: spazio, dimensione, forma, altezza, larghezza, profondità, temperatura, durezza, odore, sapore, colore e ruvidità, così da avere più informazione per sincronizzare il migliore adattamento al grado di realtà proporzionale all’esperienza ; l’oggetto percepito partecipa alla costruzione del contesto, lì, in quel momento. Gli interlocutori utilizzano rappresentazioni mentali unitarie e universali. I bambini non eseguono una distinzione automatica tra realtà naturale o culturale.
La metafora della medaglia ci può aiutare per prendere consapevolezza delle due facce della realtà. Queste sono intrinsecamente legate e quindi vengono percepite non come due facce della realtà, ma come l’unica faccia della realtà. Esempio: nella moneta di € 1 il centro è il reale naturale e la corona <<dorata>> il prodotto culturale. Ciò è indipendente dalle due facce della moneta. Quindi non riesco a trovare nella mia speculazione teoretica una possibile evidenza che ci possa essere un meccanismo distaccatore della realtà. I linguaggi che la realtà mette a disposizione del bambino gli consentono una fast comunications shared adult, ovvero una comunicazione veloce con l’adulto per soddisfare i suoi bisogni. Egli, il bambino, insieme all’adulto, manipolano la realtà che li circonda.



Tornando alle prime esperienze esterne, egli, il bambino, nei primi mesi di vita, dopo il capezzolo della madre o la tettarella del biberon per nutrirsi di cibo ed affetto, esplora gli altri oggetti, per esempio: un libro, lo <<legge>>, lo scopre portandolo alla bocca, lo lecca, lo sbava, lo assaggia, lo batte ripetutamente in terra.
Leslie ci dice che il bambino utilizza un meccanismo distaccatore interno che gli consente di distinguere la finzione dalla realtà.
Quando Leslie nella sua teoria usa la parola REALTA’, cosa intende? Cosa vuole dire?
La parola realtà ci indica due stati: in primo luogo, la realtà interiore di ognuno di noi, compresa quella del bambino; in secondo luogo, la realtà esterna: che a sua volta è formata da una porzione di ambiente naturale, sul quale abbiamo costruito i nostri artefatti e su cui gravita il nostro organismo. L’interazione di questi elementi determina i contesti relazionali a cui l’uomo partecipa con le sue peculiarità. La realtà che ci circonda viene elaborata dal cervello per mezzo della percezione sensoriale, il prodotto carico d’informazione emotiva determina le nostre rappresentazioni mentali
Quindi, ritengo utile ritornare sulla distinzione tra realtà naturale e i manufatti culturali.
Chiedo, a Leslie, il suo distaccatore da quale realtà ci dovrebbe distaccare?
Dalla realtà interna? Esterna? Naturale? Culturale? Esempio: il linguaggio del pensiero silenzioso e invisibile; il linguaggio non intenzionale delle espressioni facciali; il linguaggio intenzionale e non intenzionale dei gesti, il linguaggio verbale e non verbale. Tutto questo vale per tutte le espressioni linguistiche utilizzate sul pianeta Terra.
La regolazione sensoriale interna definisce il flusso di pensiero, seleziona e sincronizza il materiale esperito in rappresentazione mentale. Questa funzione può essere evocata anche solo con dei frammenti dell’esperienza. L’esperienza ha la sua coloritura emozionale: rassicurante, o minacciosa. La nostra capacità rappresentativa interna, influenzata dalla qualità dell’informazione ricevuta, determina il nostri sentimenti. Questi a sua volta si manifestano in atti distruttivi o creativi.
Il nostro Sistema di integrazione sensoriale esperisce gli elementi linguistici distinti e definiti convenzionalmente dalla cultura di riferimento per elaborare una o più asserzioni per poi passare a un’altra.
Sono queste asserzioni che noi denominiamo con simboli, concetti, modelli, paradigmi, regole e così via. Questi e non altri sono gli strumenti, le chiavi concettuali ed emozionali che ci permettono di costruire o decostruire la realtà relazionale interpsichica (creativa o distruttiva) e intrapsichica (conflittuale o armonica ). Il conflitto interno ed esterno si manifesterà in distruttività interna ed esterna; l’armonia esterna si manifesterà in creatività interna che a sua volta si manifesta in benessere interiore e atti creativi; tra questi c’è la realtà del gioco.
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Commenti

  1. L'avatar di robertoscarponi
    "Sviluppo linguaggio e comunicazione"
    Estratto dal mio ultimo lavoro:"La scoperta della mente"
    Libro autoprodotto.

    P.S. Non sono riuscito a entrare nel post per inserire quanto sopradescritto. Saluti, Roberto

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