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Lègàmi

Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate? (per qualcuno tra i miei contatti)

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Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."

Mahatma Gandhi
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Commenti

  1. L'avatar di willy61
    Sai, a volte occorre prendere atto del fatto che el distanze sono (per il momento) incolmabili.

    A me piace molto il vecchio detto: "Non esistono nemici, solo avversari temporanei", come pure: "L'unica realtà permanente è il cambiamento continuo".
    Ma esistono limiti che non consento a nessuno di oltrepassare.

    Poi, magari, non sono il contatto cui ti riferivi...

    Buona vita
    Guglielmo
  2. L'avatar di Morgana-z
    Al di là del fatto che tu sia o meno il contatto a cui mi riferivo, e tenendo in considerazione il fatto che tutti, indistintamente, ci troviamo a gridare per colmare certe distanze, vorrei dirti una cosa che sto vedendo sulla mia pelle, probabilmente molto scontata: ossia che la voce si alza in proporzione a quanto ci si sente feriti.
    Non è immediato riconoscerlo nè è semplice ricordarsene quando ci si trova nel bel mezzo di una lite.
    E' vero, a volte occorre prendere le distanze da chi oltrepassa i limiti proprio per rimettere a posto gli spazi, e altre volte la cosa più sana da fare potrebbe essere interrompere questi rapporti, nonostante ciò sia anche fonte di sofferenza.
    D'altronde nessuno mai, anche le persone che ci amano maggiormente, può condividere ogni nostra singola scelta. Il disaccordo è sempre dietro l'angolo.
    Ma alla fine dei conti, sia che il disaccordo si sani o che diventi frattura, non sarebbe giusto buttare alle ortiche anche il bello di certi rapporti finiti male.
    Solo che questo è un passo-per me innanzitutto-tremendamente difficile.
    Un abbraccio...specialmente a chi, in questo momento, grida forte. O se ne va sbattendo le porte.
  3. L'avatar di Alesxandra
    Morgana, mi ha commosso leggere questo passo del Gandhi. Non lo conoscevo. Ti ringrazio per avermelo fatto conoscere, è davvero toccante e autentico.
    Nella tua risposta a Guglielmo scrivi: "la voce si alza in proporzione a quanto ci si sente feriti [...]a volte occorre prendere le distanze da chi oltrepassa i limiti proprio per rimettere a posto gli spazi" ....per non permettere più all'altro di ferirci, quindi.
    Io, di indole, non grido mai. A volte, di rado, alzo un po' la voce, ma ho notato che stento a farlo, ho bisogno di parlare piano, pur dicendo delle cose che possono far male. Non voglio alzare la voce perchè allontanerebbe l'altro. Quando uno urla e l'altro no, è come un continuo gioco tra qualcuno che vorrebbe andarsene e l'altro che lo trattiene.

    Un abbraccio, e grazie ancora

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