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Alessia Va

Sogno.

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Sono in viaggio.
E tutti mi guardano…perché mi riconoscono: sanno che
io sono “quella che ha fatto quella cosa”.
I loro sguardi mi trapassano, mi sento giudicata,
senza possibilità di proteggermi, vedono tutto,
vedono che io sono “quella che ha fatto quella cosa”.
Arrivo alla frontiera, la polizia controlla i miei documenti,
e sulla mia carta d’identità sta scritto a chiare lettere
che io sono “quella che ha fatto quella cosa”.
Cosi anche loro sanno, leggono le parole scritte,
e guardano attentamente la persona a cui corrisponde
“quella cosa”, leggono e poi guardano, continuano
a spostare lo sguardo dalla mia carta di identità a
me. Mi sento ancora una volta giudicata. Mi sento
colpevole e ho la netta impressione di essere
braccata. Ovunque andrò sapranno che io sono
“quella che ha fatto quella cosa”.
È come un marchio, come averlo impresso a fuoco,
evidente agli occhi di tutti.
Mi sveglio angosciata e in un bagno di sudore…
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