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crissangel

La prima qualità necessaria ad affrontare un concorso pubblico

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Quante se ne dicono, quante se ne leggono, quante se ne pensano rispetto a questi benedetti concorsi. E il bello è che, almeno in parte, tutti hanno ragione, tutto, almeno in parte è vero.

"Partecipa al concorso, non buttare un'occasione". "No, non partecipare, tanto è già tutto stabilito, c'è già il vincitore...è proprio lì, nella lista di coloro che si apprestano a compilare e inviare la domanda, che pregusta una emozione diversa da quella dei comuni mortali".

La verità è che la partecipazione ai concorsi rappresenta una sorta di palestra che, al di là di tutto quello che può succedere e di tutto quello che si può rischiare di vedere, è utile a più livelli. Imparare a sostenere un concorso, diverse tipologie di concorso, è un'arte che va coltivata. Studiare per un concorso è un modo per imparare a ottimizzare i tempi, raccogliere e selezionare materiale e soprattutto serve per rimanere aggiornati o per approfondire aspetti che non si conoscono. Partecipare ad un concorso e farsi trattare come babbei dagli organizzatori, guardarsi intorno e rendersi conto che la faccenda è piuttosto seria (non fosse altro per il fatto che ti rendi conto di essere uno dei circa 350 che si sono iscritti e che come te, per quanto disincantati e poco inclini all'ingenuità, sono lì non certo per guardare il muro o, come facevano alcuni all'università, solo per sentire le domande e poi andarsene via come nulla fosse accaduto), aiuta a gestire le emozioni e a responsabilizzarsi per quanto compete. Partecipare ai concorsi ti offre persino la possibilità di conoscere gente e di stringere anche qualche amicizia, dandosi appuntamento alla prossima e alleggerendo un po la tensione quando tra la folla si nota qualche faccia nota e amica.

Ma il vero segreto è la PAZIENZA. Perchè tra mille peripezie, tra mille concorsi superati, altri non superati, tra graduatorie che non scorrono mai e incarichi che potrebbero arrivare ma che puntualmente non arrivano perchè i governi regionali si riempiono le bocche di parole e di gozzovigli ma i soldi per il socio sanitario non si trovano mai possono capitare cose come la seguente.
Può succedere che a gennaio ti iscrivi ad un concorso per dirigente psicologo: puoi farlo, infatti sei psicologo, sei anche psicoterapeuta e se ciò non bastasse hai anche due bei master di secondo livello e qualche anno di esperienza a complemento del tuo bel CV. Può succedere che nel giro di poco tempo ne esca un altro, per un'altra ASL. Te ne accorgi all'ultimo, preso da altre cose e allora compili la domanda in fretta, prosciughi tutto l'inchiostro che ti era rimasto nella stampante e corri in posta chiedendo di inviare il tutto con raccomandata veloce che ti costa il doppio perchè magari nel banda c'è scritto che il timbro dell'ufficio postale non fa fede.
Poi succede che dopo 4 mesi ricevi documento di ammissione al concorso e convocazione alla prima prova. Ti ritrovi a patire un'ora e mezza attendendo PAZIENTE tutte le procedure di riconoscimento e cose varie, ricordanti che una volta che hai registrato la presenza e varcato la soglia della stanza in cui si svolgerà il concorso non potrai più uscire, per nessun motivo, fino a che la prova non sarà conclusa e non si sarà firmata l'uscita da parte di TUTTI. Poi scopri che la prova consisterà in 5 domande aperte cui rispondere in soli 30 minuti perchè insomma, bisogna fare presto, i commissari sono dei dirigenti psicologi di altre ulss e dirigono ognuno la loro unità operativa semplice/complessa e correggere compiti troppo lunghi è uno stress. Vietato scrivere male o in maniera incomprensibile, a meno che uno non possa fieramente esibire una certificazione di disturbo specifico della grafia, pena l'annullamento del compito.
Mentre riempi di improperi l'etere perchè all'inizio ti sembrava di aver risposto male, certe risposte andavano articolate e approfondite, ma non ce n'era il tempo e le minacce per coloro che si fossero dimostrati prolissi rappresentavano una costante di quei miseri 30 minuti in cui avresti gradito silenzio e maggior possibilità di concentrazione ma poi pensi "ehi, ho risposto a tutto, più o meno bene...dai speriamo, la prima prova è lo scoglio più duro" e collegandoti al sito scopri che i risultati arriveranno tra un altro mese, ricevi una telefonata.
Ovviamente tu non rispondi perchè non sei uno di quegli ossessivi col telefono sempre addosso che mentre gli parli sono lì che digitano come indemoniati e richiami 100 volte per capire chi fosse colui che ti aveva cercato UNA SOLA volta e che adesso non risponde. La mattina dopo riesci a metterti in contatto: era l'ufficio concorsi, quello del primo dei due bandi, che, dopo 7 MESI ti dice che sembra ci sia una informazione incompleta nella tua domanda. Vogliono un certificato che attesti che la tua scuola è riconosciuta dal MIUR, certificato che tu gli hai spedito assieme ad autocertificazione di diploma di specializzazione...ma loro non riescono ad unire i due puntini, vogliono un certificato che attesti le due cose assieme: ossia tu devi dichiarare di essere specializzato e che la tua scuola è riconosciuta dal ministero nello STESSO documento, lo fai in due documenti diversi, per loro è difficile crederti.
Ovviamente capisci che scendere a patti con chi si rifiuta di unire due puntini non serve e ti scusi per l'accaduto e proponi di inviare nuovi documenti per l'integrazione e chiedi il numero di fax, perchè altrimenti quelli pensano che tu lo sappia (il numero) per scienza infusa e capacità divinatorie varie. Guarda il caso, il tuo fax non funziona...e devi correre in un esercizio pubblico e pagare, per quanto poco, per una cosa senza senso e non necessaria.

Insomma, quando l'avventura di per sè complessa e impegnativa di un concorso si amalgama a questioni e fattori inter e intra personali, ti rendi conto la prima qualità che serve è la pazienza, tanta TANTA PAZIENZA
Etichette: concorsi
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