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Lègàmi

Il mito del guaritore ferito (alle origini della psicologia)

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Chirone è un centauro, una creatura mostruosa biforme che ha la metà superiore del corpo umana (testa, busto, braccia) e quella inferiore equina (le quattro zampe e la groppa). La sua natura di centauro però si limita al solo aspetto esteriore.Infatti non condivide con queste creature mitologiche né l’origine né l’indole. I centauri sono incolti, brutali, ubriaconi dal carattere iracondo. Chirone invece è saggio, mite, figlio del dio Crono e dell’oceanina Fìlira. Il suo aspetto fisico gli viene dal padre che, colto in adulterio dalla moglie Rea,per sfuggirle si trasforma in stallone.
Dopo essere stato ripudiato dalla madre a causa del suo aspetto raccapricciante, Chirone è condotto sul monte Pelio, in Tessaglia, dove in una grotta fissa la sua residenza e ne diventa il nume.
Chirone cresce saggio.Esperto anche di Astronomia, Musica, Arti della guerra, applica le sue conoscenze di Botanica per la guarigione degli infermi che pratica anche con l’uso delle mani. Il suo nome infatti, Χείρων è forma ipocoristica di un altropiù lungo, il quale fa riferimento all’abilità sanatrice della mano di lui(χείρ, χειρός in greco è la mano da cui derivano le parole Chirurgia e chirurgo, la scienza ed il medico che opera e cura operando con la mano).
Autodidatta mette le sue conoscenze al servizio degli altri, accogliendo coloro che vogliono foggiarsi nel corpo e nella mente: il dio Apollo e suo figlio Asclepio (nato con parto cesareo e dio della Medicina), Achille, Eracle, Atteόne, Alcone (eroe attico abilissimo nel tirar con l’arco), Aristeo (noto per avere insegnato agli uomini l’apicoltura, l’arte di lavorare il latte, alcuni espedienti della caccia e della viticultura), Giasone (l’eroe il cui nome è legato all’impresa per la conquista del vello d’oro e all’amore funesto di Medea) sono solo alcuni dei suoi leggendari allievi.
Poiché figlio di un dio, Chirone è immortale. Durante un banchetto, per inavvertenza sua o dell’amico Eracle, gli cade sul piede una saetta intrisa con il veleno letale dell’idra. Non muore ma la ferita che si genera è dolorosissima e insanabile.Perciò ogni giorno, prima di prendersi cura dei suoi allievi, è costretto a prendersi cura della propria ferita per poter adempiere pienamente al suo ruolo di maestro e di medico.
Essendo figlio di Zeus e perciò immortale, egli è condannato a soffrire senza poter trovare nella morte il sollievo e la fine del dolore. Chiede allora al proprio padre divino di poter barattare il suo posto con Prometeo, che era stato incatenato aduna roccia come punizione per aver rubato il fuoco agli dei a beneficio del genere umano. Questo scambio gli permise di rinunciare all'immortalità e morire. Dopo la sua morte, fu elevato al cielo come costellazione del Centauro.


Essere ibrido che in sé comprende due nature, una divina ed umana, l’altra animale, nell’accezione peggiore del termine (vedi gli altri centauri), Chirone sceglie di farsi guidare dalla prima natura e dà alla sua esistenza un indirizzo che diventa sotto ogni profilo esempio di grandi virtù umane: ricerca con l’esperienza il sapere condividendo le conoscenze acquisite per mezzo dell’insegnamento. Lui ad un tempo taumaturgo ed infermo, orribilmente sofferente, sviluppa una profonda consapevolezza del dolore rappresentando perciò un concetto di grande importanza nella pratica della medicina e della relazione medico-paziente.
Fuor di mito e metafora, appare evidente che, per svolgere al meglio la sua professione ed occuparsi in maniera adeguata del suo paziente, il medico – Chirone deve prima occuparsi delle sue ferite che, come detto, sono rappresentate dalle sue difficoltà, dubbi, debolezze, fragili emozioni. Se nessuno cura le ferite del medico, questi non curerà quelle dei pazienti.
E' proprio da questo mito di Chirone, il guaritore ferito, che deriva la frase "Medico,cura te stesso".
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