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mistral_72

#2 venti, rosa dei, 18-09-2007 08:44

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tramontana, aquilone, bora, buriana, pomeriggio di valige, una sola, un borsone blu, quelli che odoravano di plastica, probabilmente tossica, magliette impilate, calze, boxer, la tuta la tuta, su ogni capo un numerino cucito, si compravano in merceria, te ne affidavano uno quando ti iscrivevi in colleggio, per via del fatto che cosi i vestiti erano riconoscibili dalla lavanderia, a me era toccato il numero 13, come i miei anni. la vecchia 127 blu odora appunto di vecchia 127 blu, se non ci siete mai saliti è un po’ come l’odore di un ufficio dove sono state fumate molte sigarette per molti anni, e dove molte scartoffie sono state lasciate a se stesse per altrettanti anni. Mi siedo dietro, guardo Appennino abruzzese passare fuori dal finestrino e insieme guardo la mia capocccia riflessa nel vetro. I miei si scambiano qualche parola, per lo più sono interpunzioni su di una linea pressoché continua di silenzio. - allora ci siamo - ti accompagnamo dentro? - no no vado io, ci salutiamo qui, poi vi chiamo stasera La 127 blu si allontana, registro l’imponderabile allontanasi di un sacco di cose la cui cifra mi sfugge ma fa male uguale. Poi tira vento forte, tramontana che viene da nord, vento amico, nella lettura disarticolata di pochi anni già troppo incasinati un rifugio sicuro. Che se tira tramontana ti tiri su il collo del maglione, chiudi un poco gli occhi per guardare il cielo blu spazzato, e insomma, non sai bene come e perché ma si fa strada il senso di una imprecisata possibilità, che proprio gioia non è ma di sicuro è la parente più stretta. Una versione più discreta ad uso di un pomeriggio in cui bene o male, e a scuorno di tredici anni e un assurdo maglione blu a rombi gialli, una nuova città mi stava accogliendo.
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