Film

L'uomo privato, di Emidio Greco (2007). Con Tommaso Ragno, Myriam Catania, Catherine Spaak.
Il protagonista-di cui non si sa il nome- è un docente di diritto a Torino e Pisa, rigoroso e professionale, ben inserito in elevati ambienti sociali. Uomo affascinante, coltiva legami affettivi con le donne che non intaccano la sua ben custodita solitudine. Un fatto di sangue scalfisce la superficie della sua vita, placida come le acque di un stagno.
Opera di grande eleganza (quasi gelida), recitazione impeccabile, fotografia affascinante, interventi musicali minimi di Luis Bacalov.

I magi randagi, di Sergio Citti (1996). Tratto dai segmenti di un progetto di P.P.Pasolini. Tre saltimbanchi vestono gli abiti dei tre Re per una recita parrocchiale in un paesino del Sud. Guidati da una cometa vanno in cerca di Gesù Bambino, attraversando mari e monti e incappando in continue delusioni. Epifania finale di fiabesca e dolcissima suggestione. Ci sono Silvio Orlando, Laura Betti e Ninetto Davoli, questi ultimi due ben note presenze del cinema di PPP. Musiche di Ennio Morricone.

Grazie per le tue recensioni che trovo sempre molto particolari. Verrò sicuramente a rivederle se riesco a vedere qualcosa.

Trilogia del "Prima" di Richard Linklater.
Si tratta di un trittico composto da Prima dell'alba (1995), Before sunset- prima del tramonto (2004) e Before midnight (2013). I protagonisti sono Julie Delpy e Ethan Hawke, due giovani che si incontrano per caso a Vienna e cominciano a coltivare un legame destinato a evolvere e continuare nel tempo in varie forme.
Film molto parlato, privo di notevoli svolte drammatiche, eppure dotato di estrema grazia, cerca di catturare l'incanto imperfetto e autentico che può crearsi tra due persone. Mi ha fatto venir voglia di innamorarmi.

L'impiegato (1960) con Nino Manfredi ed Eleonora Rossi Drago.
Nando, un impiegato insoddisfatto del proprio tedioso lavoro, evade dalla ripetitività quotidiana durante la notte, tuffandosi nella lettura di un libro giallo e, da lì, in un mondo di fantasia. Un giorno, l'arrivo all'Ente della dott.ssa Jacobetti cambia le carte in tavola: milanese, zelante e appassionata al lavoro, introduce grosse novità nell'organizzazione dei vecchi uffici. Odiata dai sottoposti, la donna diventa invece l'oggetto dei sogni e dell'amore del protagonista, che cerca di corteggiarla.
Riuscito film di Gianni Puccini, pur mantenendosi nell'ambito del realismo comico di quegli anni, apre delle spiritose finestre oniriche dove si materializzano le fantasie segrete di un uomo qualunque.

Kiriku e la strega Karaba (1998)
film d'animazione di Michel Ocelot.
Il piccolo Kiriku è un prodigio: cammina e parla appena nato. Purtroppo il suo villaggio nell'Africa Occidentale è oppresso da una odiosa strega e il bambino farà di tutto per sottrarlo al suo controllo dispotico. Tratto da un racconto tradizionale, è uno stupendo film per famiglie e per bambini di tutte le età.

La ragazza della porta accanto di Luke Greenfield (2004) con Emile Hirsch.
Film adolescenziale. Matthew (Hirsch) è un bravo ragazzo 18enne , studioso e posato, che non si è mai lasciato andare agli eccessi tipici dell'età: l'arrivo di una avvenente vicina di casa scombina il suo mondo ordinato e sereno e lo porterà a scoprire realtà mai più lontane da lui. Accanto a lui due simpatici comprimari nerd e fissati col sesso.
Commedia leggera e furba, si lascia guardare e pazienza se non ci sono enormi messaggi.

Abbi fede (2020) di Giorgio Pasotti. Con Giorgio Pasotti e Claudio Amendola.
Protagonista è un bizzarro prete alto-atesino che accoglie presso la sua parrocchia un avanzo di galera, un neofascista violento e ostile a tutti.
"Film complesso, problematico e adatto per dibattiti" così si è espressa la CEI, giudicandolo adatto a una riflessione sulla fede, la ricerca del perdono e il riscatto sociale.

Ho espresso il proposito di vedere un nuovo film alla settimana perché sentivo di starmi perdendo tanto.
Ho iniziato così:

Spencer
Kristen Stewart nei panni non troppo somiglianti di Lady D, troppo folli e secondo me non attinenti alla realtà. Nemmeno la trama è interessante perché racconta di tre giorni passati in un clima ostile a Sandrigham e non ci sono eventi storicamente rilevanti. Bocciato.
The Queen
Qui Helen Mirren nei panni della Regina Elisabetta II nei giorni difficili della scomparsa di Lady D. Molto curato nella ricostruzione degli eventi ed è stato molto interessante il rapporto tra la Regina e il pragmatico Tony Blair. Arricchito da immagini vere dell'epoca e dalla grande interpretazione di Helen Mirren (che non per niente vinse l'Oscar).
The Iron Lady
Una straordinaria Meryl Streep che sembra nata nei panni di Margareth Thatcher (e infatti, anche lei vinse l'Oscar), avrebbe potuto farne un monologo sarebbe venuto su perfetto lo stesso. Il film è un continuo richiamo al passato e alla storia di questa grande donna, e l'ho trovato molto attuale per quanto riguarda la condizione femminile, la crisi economica e le minacce alla pace.

E così cara signora Lansbury siamo giunti all'ultimo episodio, dopo quasi 97 anni. Per molti-quasi tutti ( e lei lo sapeva bene che sarebbe andata così sulle prime pagine dei giornali)- semplicemente Mrs Jessica Fletcher ovvero La Signora in Giallo. Questa identità però non le scocciava, combaciare con il personaggio più celebre interpretato per il teleschermo era una cosa accettata serenamente. La simpatica detective arguta e impicciona al punto giusto confesso di non averla seguita molto, forse perché perplesso circa il fatto che nella placida Cabot Cove la concentrazione di delitti sfiorasse quella di Detroit. Ma tant'è, i gialli non sono il mio forte; però anche così ha tenuto compagnia a milioni di persone e affascinato con il suo stile.
Per molti è stata una specie di conoscente; così anche per me. Io però sono particolarmente affezionato a mrs Eglantine Price, la fascinosa strega in incognito di Pomi d'ottone e manici di scopa. So a memoria -come mio fratello-scene, parole e inquadrature di quel film. Seria, severa e un poco pasticciona, mi ha portato per le strade di Londra prima che io ci andassi di persona da grande. Mecuna mecoides e l'extramotus sono diventate parole della famiglia così come brivido cosmico- che dava nome al suo gatto nero.
Però è stata molto altro, dagli albori in Gaslight-sfiorando l'Oscar- passando per la Signora scomparsa, la sorella maggiore di Liz Taylor in Gran Premio, una nonna brontolona in un film dal sapore psicanalitico come In compagnia dei lupi di Neil Jordan oltre a decine di altri ruoli al cinema e nei teatri.
C'è un ruolo tuttavia, più complicato e meno vistoso che l'ha vista protagonista: quello di mamma che cerca di salvare i suoi figli dalla droga e dalle grinfie di una setta satanica, cercando rifugio in Irlanda, mollando il set per un bel po' (battaglia vinta). Questo non era un film, ma la dura realtà.
Che dire ancora? Grazie di tutto madame Lansbury. A rivederla nella magia dello schermo.

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Anche io non ho visto molto La signora in giallo ma ho visto sicuramente Pomi d'ottone e manici di scopa da piccola. Credevo che fosse immortale! :(

Vorrei cogliere l'occasione di ricordare Robbie Coltrane, che io conosco per la saga di Harry Potter https://www.ilfaroonline.it/photogal...84.660x368.jpg

La mia iniziativa personale continua con:

Diana : la storia segreta di Lady D - sì, un giorno uscirò dal Royal Tunnel, ma non è questo il giorno (semicit.)
In questo film Lady D è stata interpretata da Naomi Watts e credo abbia fatto un lavoro molto curato per assomigliarle. Offre una rilettura della storia col medico pakistano Hasnat Kahn, con cui stava prima di Dodi Al-Fayed, a cui non avevo mai pensato e che fa rivalutare anche la storia con Dodi in altri termini. A differenza di altri film, qui si vede un po' Lady Diana felice ed è ciò che mi ha colpito di più.

Qualcuno volò sul nido del cuculo
Film mozzafiato. Nel vederlo sentivo l'odore del manicomio, che se hai sentito una volta non scordi più. Mi piacerebbe poterne parlare per esteso ma non vorrei fare spoiler e perciò dico che va assolutamente visto (che poi questo film è uno dei motivi per cui mi sono messa a guardare film, per vedere quelli che non ho mai visto e da vedere, principalmente).
So che Louise Fletcher, che ha interpretato l'infermiera Ratched, è mancata da poco e che è stata ricordata principalmente per questo ruolo da cattiva: io l'ho trovata esternamente glaciale ma vedevo dentro paura.
Il personaggio a cui presta il volto il grande Jack Nicholson invece trabocca di umanità, secondo me.
So che è uno dei tre soli film che hanno vinto i cinque Oscar principali ma io avrei premiato tutti gli attori, tutti davvero sono stati credibili, non ho visto una stonatura. Ecco, ciò che mi ha colpito e che per me è la forza di questo film sono le inquadrature: ti costringono a vedere senza poter usare scappatoie visive. Sei praticamente intrappolato anche tu.

L'incredibile storia dell'Isola delle Rose.
Regia di Sidney Sibilia (2020). Con Elio Germano, Matilda de Angelis, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti.
Il film è ispirato alle vicende reali della piattaforma costruita da Giorgio Rosa al largo della costa romagnola tra il 1968 e il 1969 con l'idea di farne uno stato indipendente.
Per dirla con Manzoni, la sceneggiatura si regge su un principio di verosimiglianza, quindi storia e invenzione mescolate assieme- in alcuni passaggi più invenzione che storia, il che nulla toglie alla necessità di alcune riflessioni su potere , politica, sogni di libertà.
Mi è piaciuto moderatamente, pur riconoscendo la bravura degli attori e in particolare del versatile Elio Germano.

Questa storia non la conoscevo e mi sembra molto interessante da approfondire, il concetto di "crearsi" qualcosa :sisi:

Non ho più visto molti film ultimamente, tranne uno che vorrei segnalare in negativo, ovvero "Chiamami col tuo nome" di Luca Guadagnino.
Avevo letto il libro una settimana prima e so che è uno di quei libri che piace o non piace, a me ha appassionato molto.
Ecco, il film ha riadattato delle cose su cui posso anche passare sopra, ma la cosa che non ho tollerato e che in confronto al libro è di una disonestà vergognosa, è che il finale è stato tagliato con l'accetta. Il film si interrompe a un certo punto e quella che è la scena finale non è la scena finale, in quanto dopo succedono altre cose importanti e non trascurabili per quanto riguarda il rapporto tra i due protagonisti (che tra l'altro a me la recitazione e la rappresentazione di Timothée Chalamet non è piaciuta, ma gusti miei). L'ho trovato anche molto ingiusto nei confronti dello spettatore medio che non ha letto il libro e crede che il finale sia questo.
Come abbia fatto a vincere l'Oscar alla migliore sceneggiatura non originale, io davvero non lo so.

Dilili a Parigi (2018) di Michel Ocelot.
Primi del '900: un'orfana franco-kanaka fa la figurante in un villaggio della Nuova Caledonia ricostruito in un giardino di Parigi. Diventa amica di un fattorino che grazie al suo lavoro è in contatto con i personaggi più in vista della capitale, artisti, scrittori, musicisti, scienziati, da Marie Curie a Monet, da Debussy a Proust. Purtroppo la vita nella Ville Lumière è tormentata da una setta maschilista che rapisce donne e bambine per schiavizzarle, riducendole a schiave mute, vestite di nero, chiamate solo con un numero.
La piccola coinvolge i suoi nuovi amici in un piano.
Bell'esempio di animazione europea, dal disegno elegante ed essenziale, ma arricchito dalle potenzialità dell'informatica.

Tammy (2013) di Ben Falcone. Con Melissa McCarthy e Susan Sarandon. Dopo aver rotto la sua auto, essere stata licenziata da un fast food e scoperto il tradimento di suo marito con una vicina, Tammy (McCarthy) decide di fare i bagagli e partire all'avventura con sua nonna. Visitare le Cascate del Niagara con sua nonna Pearl (Sarandon) non è la prima scelta di Tammy, ma lei ha bisogno di schiarirsi le idee con la libertà dei grandi spazi aperti e passare del tempo con la sua stravagante nonna potrebbe essere la cura di cui ha bisogno.
Personalmente l'ho trovato spassoso, l'accoppiata tra le due attrici funziona alla grande.
Per il ruolo di nonna Pearl fu presa in considerazione la grande Shirley Maclaine che però era occupata con le riprese di Downton Abbey: fatto curioso, le attrici, che sullo schermo sono nonna e nipote, nella realtà hanno 24 anni di differenza. Il regista Ben Falcone è il marito di McCarthy.

Un anno con Salinger (2020) di Philippe Falardeau con Margaret Qualley e Sigourney Weaver.
Tratto dal libro autobiografico di Joanna Rakoff. 1995. Joanna (Qualley) giovane aspirante scrittrice trova lavoro presso casa editrice newyorkese diretta da Margaret (Weaver) , intransigente agente letteraria del leggendario J.D.Salinger- l'autore de Il giovane Holden.
La giovane Joanna deve in particolare occuparsi della molto prosaica questione di rispondere alle lettere degli ammiratori di Salinger-che notoriamente rifuggiva qualunque tipo di contatti dopo il 1953 e pubblicò pochissimo in vita.
Potrebbe apparire come la versione colta e letteraria de Il diavolo veste Prada: giovane idealista in mondo non suo vi transita con spontaneità entrando in urto con schemi rigidi. Qui il contrasto tra le due donne è meno scoppiettante, non di meno è bello cogliere i confronti che scaturiscono dalle personalità delle protagoniste.
Weaver ottima come la giovane Qualley.

Senza famiglia nullatenenti cercano affetto (1972) di Vittorio Gassman. Con V.Gassman e Paolo Villaggio.
Il giovane Agostino-un quasi trentenne con difficoltà emotive e cognitive- è alla ricerca disperata della mamma che lo ha abbandonato da piccolo. Nel suo pellegrinaggio si imbatte in Armando, uno strampalato prestigiatore che gli si affeziona e si prende cura di lui. Disavventure grottesche li attendono.
Sceneggiatura sgangherata, con guizzi grotteschi, tocca anche se in modo caricaturale il tema della libertà e della bisogno di integrazione sociale.

Avete visto qualcosa di interessante negli ultimi tempi ?

No perché come al solito pecco di concentrazione. Mi sto vedendo questi giorni tutti i film di Harry Potter perché ho letto tutti i libri (ne parlerò).
Tu Alejandro?

Ho visto Barbie nei giorni scorsi.
È un po' spiazzante vedere una Barbie femminista. Inoltre a volte diventa imbarazzante quando Ken viene messo in ridicolo.
Complessivamente non mi è piaciuto.