Riferimento: blocco delle emozioni
Ciao Lyanne,
la situazione che descrivi è piuttosto complessa, pertanto non è molto semplice dare una risposta univoca al tuo quesito.
chiedi "In base alla vostra esperienza, è possibile che si arrivi ad una evoluzione in positivo, anche lenta, con l'aiuto dell'analisi? "
Purtroppo nessuno di noi ha il dono di predire come andranno le cose, e nella ns professione sappiamo bene che ciascuno è univoco e quello che può essere stata un'esperienza positiva o negativa per altre donne in una situazione di blocco emotivo simile/analogo, non è detto che sia un fattore sufficiente di predizione per questa particolare persona.
I fattori positivi sono senza dubbio
- la volontà della signora di cambiare la situazione (altrimenti dopo sei anni di analisi junghiana non avrebbe intrapreso un percorso di psicanalisi) e con il nuovo percorso sembrano affiorare questi sentimenti.
-La consapevolezza di desiderare una vita emotivamente e di relazione in coppia più completa e non disgiunta (sesso o affetto) o congelata (amori platonici).
Le cose potranno migliorare non solo grazie all'analisi ma anche alle esperienze di vita che potrà / proverà a fare.
Evitando relazioni profonde certo non soffre, ma impedisce a se stessa anche di gioire/cambiare la situazione, ovviamente.
Molto dipende da che tipo di lavoro verrà fatto e appunto a qual tipo di esperienza potrà lei stessa aprirsi.
Andrà fatto molto lavoro sul rispetto e l'amore per sè, accettazione dei sentimenti negativi (una rabbia soffocata e il viversi troppo "come vittima" potrebbero essere presenti in un contesto di questo tipo e temi su cui poter lavorare).
Possiamo fare delle considerazioni, essendo in un forum non di consulenza ma di riflessioni sulla sessualità allargando il tema:
affettività -->relazioni-->sessualità:
Le emozioni sembrano essere "bloccate" in un argine che le fa mettere un certo tipo di distanza tra sè e gli altri (nemmeno a dirlo per non subire l'ennesimo colpo emotivo), resta il fatto che spesso cerchiamo un partner "che non può corrisponderci" per motivi inconsci...
l'attaccamento nei confronti della madre (anaffettiva, rigida e forse anche controllante...), che non le ha fornito un "modello" cui ispirarsi, è fortemente ansioso e ambivalente (situazione che si è ripetuta con il compagno di lunga data dal quale ha subito anche stalking...ma che al tempo stesso non si avvicinava a lei al 100% evitando i rapporti completi).
Le fantasie sessuali sono legate a situazioni di sottomissione e costrizione (alle volte le donne con situazioni di privazioni affettive in infanzia, riportano le medesime fantasie per raggiungere l'orgasmo all'inizio del percorso sessuologico).
Viversi come passiva e vittima è l'unica modalità che conosce per lasciarsi andare al piacere.
(nella complessità psichica ed emotiva in qualche modo è "giusto" venire puniti/soffrire, stare sottomessi, in balìa di altri (è sempre stato così) = è l'unico mezzo attraverso il quale concedersi piacere)
"Non c'è rimedio alla mancanza di amore passato." è una frase detta dalla signora o da te?
Nel primo caso è un tema su cui riflettere: la mancanza di amore, passato ma soprattutto presente...
- le distanze emotive
(ne mette molta fra sè e gli altri), ma questo è un retaggio infantile dove "sentiva" di dare fastidio, e crescendo si è tramutato in una "Desiderio di non avere bisogno degli altri" / limitare i contatti (così come è stato nella sua famiglia=ripetizione dei modelli familiari)
Riconsiderando quanto esposto riformuliamo i quesiti:
Come è possibile lavorare sui blocchi emotivi?
In che modo influenzano le distanze poste tra sè e gli altri?
In che modo le distanze e i blocchi emotivi influenzano la sessualità e il vissuto del piacere sessuale?
Temi su cui credo si possa senza dubbio intervvenire :)
Riferimento: blocco delle emozioni
Ti ringrazio Claudia per l'analisi lucida, dettagliata e nello stesso tempo delicata.
Molto interessante, in particolare, il discorso sulle fantasie sessuali di sottomissione.
"Non c'è rimedio alla mancanza di amore passato" è una frase della paziente, la quale, da quello che mi è stato detto in questi giorni, sta sviluppando un forte trasporto affettivo e sessuale nei confronti dell'analista, un bisogno di amore totale. Di questo fluido da una parte avverte la vita e il desiderio intenso di accoglierlo dentro di sé (e quindi, in un certo senso, di viverlo) e del contatto fisico, dall'altra sente il limite del veto, dell'impossibilità di vivere questo amore in maniera totalizzante e completa.
I contributi che hai sviluppato offrono sicuramente spunti per ulteriori riflessioni.
Grazie ancora :)
Riferimento: blocco delle emozioni
Ciao Lyanne, è stato un piacere.
La paziente sta reiterando il medesimo comportamento: cercare amore da figure che "di default" non possono, per vari motivi, in realtà offrirgliene, però ovviamente gestito correttamente nel contesto di analisi, potrebbe fungere da svolta e superamento (rivivendo la situazione) di questa difficoltà, per poi sentire la libertà di amare chi la può effettivamente corrispondere.
La gestione del transfert è anche questo un bell'argomento di cui mi piacerebbe avere conributi da qualche collega analista...se qualcuno di loro ci sta leggendo.
Ciao :)
Riferimento: blocco delle emozioni
le emzoioni vanno liberate anche con arteterapia...:-)