Riferimento: La biblioteca di Ops
Ben vengano le letture controverse, Grace! Ci farai la recensione quando l'hai finito. Io ho terminato Quella Sera Dorata di Peter Cameron. Come in un romanzi che ho letto di questo autore (Andorra, Un giorno questo dolore ti sarà utile), l'aspetto intrigante è che tutto parte in maniera molto piana per poi curvare verso esiti davvero inattesi. Che poi sono il frutto degli strani meccanismi dell'animo umano. In questo caso il protagonista è un dottorando di un ateneo USA che deve ottenere l'autorizzazione per scrivere la biografia di uno scrittore defunto da alcuni anni: ottenere il via libera dai famigliari comporterà per l'autore partire per l'Uruguay e qui addentrarsi nel territorio ambiguo dei rapporti famigliari dello scomparso, subendone l'incanto e le accanite resistenze dei congiunti...non senza effetto per la sua, di vita.
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Peter Cameron infatti ha scritto un'interessante postfazione nell'edizione italiana di Stoner :sisi: e avevo già sott'occhio i suoi libri, prima o poi proverò anche questo autore!
La recensione dopo l'incontro del gruppo di lettura, magari aggiungerò cose che hanno notato altri lettori ;)
Ma tu, sei mai inciampato in libri deludenti?
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Mi accade di rado, non so se per questione di fortuna o attenzione a scegliere il tipo di autori e libri che possono piacermi. A volte l'inciampo mi capita: ricordo di aver preso un romanzo, Il piccolo Hotel di Christina Stead che si preannunciava per i miei gusti capace di sorprendermi. L'ho trovato riuscito a metà e un po'noioso, non in linea con le recensioni entusiaste che lo accompagnavano. In generr finisco tutto ciò che leggo, raramente abbandono.
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Io abbandono solo se non ci capisco nulla, motivo per cui ho abbandonato con rimpianto Piccolo Mondo Antico di Fogazzaro: quasi tutto dialetto lombardo, non aveva senso leggere! E ho abbandonato dopo 30 pagine La versione di Barney, troppo confusionario per me (ma dicono sia molto bello).
Solitamente sono abbastanza selettiva, ma disprezzo con tutta me stessa due libri osannati da tutti, che sono Il profumo di Suskind e Che tu sia per me il coltello di Grossmann: il primo non mi ha detto assolutamente nulla (letto anche due volte, oltretutto), il secondo è confusionario, e non parlo neanche dei personaggi che non è il caso. Eppure ho parlato con persone che li hanno adorati :dunno:
Dunque, Stoner. La discussione è stata molto interessante, il libro è molto profondo e abbiamo sviscerato tanti argomenti.
Il libro colpisce più per la qualità eccelsa della scrittura che per la storia in sé, che mette al centro un personaggio che potresti incontrare anche nella tua vita di tutti i giorni. Ma è la storia di un uomo che secondo me è un antieroe, vittima di certe situazioni, fallito in altre, che però fa grandi cose quando si tratta della sua passione per la letteratura e del suo amore per l'insegnamento. Se lo leggi fammi sapere cosa ne pensi.
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Amélie Nothomb: Stupore e tremori (Voland).
È un autoironico, anzi grottesco autoritratto dell'autrice che racconta un anno di lavoro in una grande azienda giapponese, dove si incontra -o meglio- sbatte il naso contro le pareti di un'altra civiltà, amata ma pur sempre altra. Amelie precipita nelle maglie delle gerarchie impiegatizie, passando giornate tra fotocopiatrici, ordini contraddittori e sottili rivalità. Spiritoso, scorrevole, a tratti comico.
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Della Nothomb ho letto Le catilinarie, ma quanto mi ha urtato quel libro, e soprattutto un certo personaggio... Penso che sia proprio per merito della bravura della scrittrice se ho provato una reazione così forte.
Vorrei invece leggere di suo "Acido Solforico", che parla di un reality show estremo.
Attualmente sto leggendo Shining di Stephen King, ho visto il film molti anni fa. Molti dicono che il libro fa paura, ma io non riesco ad avere paura attraverso i libri.
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Tra i libri scoperti nel 2018 c'è stato ''La ricerca del leone'' di Russell Hoban (Adelphi, 2017; prima ediz.in italiano del 1976)
A capitoli alterni si srotola la vicenda di Jachin Boaz e di suo figlio Boaz Jachin, padre e figlio, coinvolti in una avventurosa ricerca l'uno dell'altro. Siamo, se vogliamo proprio trovare una classificazione, nei dintorni del realismo magico, qui caricato di una particolare qualità filosofica. Ci sono pagine, capoversi, che richiedono di essere attraversate come indovinelli, che grondano di cose, cariche di voci impensabili: ''le stazioni di servizio che possedevano il mondo chiamavano i loro fratelli mostri...la musica suonava negli aeroplani. Non parlava mai, la musica, delle condutture e delle stazioni di servizio, dei grandi compassi d'acciaio che ridevano con le gambe aperte nella corsa. Con noi, dicevano le pietre. Le macchine filavano sulle strade''. In questa mappa vertiginosa del mondo, dove si scivola perennemente sull'orlo di una qualche scoperta sconcertante, l'autore introduce, ma con misura, fantasiose distorsioni linguistiche: ''tic'' disse il medico ''i tic taccheranno via, ne sono sicuro''. ''Tico anch'io'' disse Joachin Boaz. ''Tic bene questa tac''? -''Molto tac''. Quasi a confermare che l'universo è un luogo polifonico, dove nulla è mai scontato, dietro all'angolo si trova sempre qualcosa di nuovo. Non c'è luogo né tempo preciso in questo mito: potremmo essere in Texas o nella pianura veneta, poco importa. Credo che l'elemento atemporale/esotico conferisca un profumo particolarmente gradevole alla storia e la renda una parabola universale. E' una navigazione sorprendente dei rapporti umani, del confronto tra le generazioni e sessi, che non stanca ma abbacina con le sue immagini inattese.
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Qualche mese fa ho scritto che io non riesco ad avere paura attraverso i libri, e invece adesso ci sono molto vicino. Sto leggendo Cecità di Saramago, un romanzo distopico in cui in una cittadina tutti iniziano misteriosamente a non vedere più, e vengono confinati dal Governo. C'è un che di animalesco che rende il libro molto angosciante. Qualcuno lo ha letto?
Questa Nothomb che ritorna... Mi sa che devo riprenderla in mano, il libro di cui parli mi incuriosisce!
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Ho letto in tre giorni "In viaggio contromano", storia di Ella e John, che percorrono sul loro camper la Route 66. Il fatto è che lei è malata di cancro e lui ha l'Alzheimer.
L'ho trovato molto tenero, mi ha emozionato il loro viaggio e soprattutto i loro ricordi. Ne hanno fatto anche un film e vorrei vederlo.
Poi ora sto leggendo una biografia della Regina Elisabetta che trovo molto coinvolgente, lei è un personaggio molto affascinante e sorprendentemente anche il Principe Filippo non è da meno.
E tra i vari libri che ho sul comodino in attesa c'è Acido Solforico della Nothomb.
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L'ho letto da poco "La sovrana lettrice" e mi piaciuto moltissimo, mi ha fatto molto ridere e il finale è disarmante!! Chissà fino a che punto è vero!
Sono curiosa di leggere quello della Marchesini, anche se mi dispiace che purtroppo sia rimasto incompiuto. Si avverte molto questa cosa?