Ciao a tutti mi presento, mi chiamo Fabrizio ed ho 44 anni mi rivolgo a questo Forum perchè ho bisogno di un consiglio visto che non posso parlare di queste cose con mia moglie o con il mio più caro amico non essendo egli stesso un buon ascoltatore, rivolgermi poi ad un secondo psicologo per dimenticare il primo non mi sembra una buona soluzione. Mi scuso in anticipo se sarò prolisso ma non posso sfogarmi da altre parti se non qui. Premetto che sono una persona molto razionale e rispettosa della volontà altrui; nel maggio scorso mi sono rivolto ad una psicologa della mia città perchè avevo iniziato a soffrire di attacchi di panico, fin dalle prime sedute mi sono sempre ripromesso di essere sincero fin nel più profondo dell’anima per ricevere il massimo dell’aiuto possibile, esponendo le mie paure, gioie, dubbi, incertezze, aspettative e quant’altro mi venisse in mente. Le sedute di psicoterapia si susseguivano nel corso dei mesi in modo molto costruttivo ed anche con l’aiuto di farmaci prescrittimi dalla psichiatra ritengo ad oggi di essere guarito del tutto. Sapevo che prima o poi avrei dovuto interrompere le sedute con la mia psicologa, ma non credevo così all’improvviso, quando nell’ultima seduta le ho confessato che “tenevo” molto a lei e che era quotidianamente sempre nei miei pensieri. Lei ha sempre tenuto un atteggiamento molto professionale e distaccato non lasciandosi mai andare emotivamente, (capivo perfettamente il suo atteggiamento) non fraintendetemi ogni tanto una risata o battuta potevano starci ma mai più di tanto. Dopo averle confessato il mio attaccamento (tra l’altro ha fatto un gesto di sorpresa come se non se lo aspettasse) mi ha detto che sarebbe stato meglio per il mio bene interrompere in maniera definitiva la psicoterapia, immaginate facilmente la mia reazione emotiva a questa notizia, ma quel 10% di razionalità che avevo ancora mi permise di concordare con la sua decisione. Di lei mi ha sconvolto principalmente la sua capacità di analisi ed attaccamento alla sua professione, ideali ai quali tra l’altro anche io credo e infondo nel mio lavoro. A tutt’oggi io provo un profondissimo senso di riconoscimento e di stima nei suoi confronti, e non riesco a distanza di quasi un mese dall’ultima seduta a digerire il fatto di non poterla più incontrare. E’ riuscita a farmi conoscere il mio io interiore in modo più profondo ed oggi stò bene con me stesso e con gli altri. Da quando ho terminato la psicoterapia è accaduto un miracolo però; tutti quei preconcetti che avevo nei confronti di mia moglie (tema che è emerso spesso nelle nostre sedute) sono svaniti nel nulla e riesco ad avere oggi nei suoi confronti un rapporto più tranquillo e sereno, potrà dipendere dal fatto che io idealizzavo la mia psicologa come la donna perfetta? Quello che vi chiedo ora è: potrà il tempo lenire la sofferenza che provo nel non poterla più incontrare? Stò attingendo a tutta la mia forza di volontà (che fortunatamente non mi manca) per non telefonargli o mandarle un messaggio, non vorrei focalizzare il dolore che provo per iniziare ad odiarla usando questo metodo poco ortodosso per smettere di soffrire..........lei non se lo merita nella maniera più assoluta.
Grazie in anticipo per l’aiuto.......
Fabrizio