Guarda, a me non piace guardare film di mafia che narrano storie di mafiosi veri, mi ricordo che Claudio Gioè aveva fatto una fiction su Totò Riina ma non l'avevo vista, nonostante la sua bravura, perché non mi piace che si facciano film su queste persone. Guardo le fiction mafiose finte (vedi Squadra Antimafia e Rosy Abate), che trattano il tema a loro modo senza cercare di fare pubblicità a un criminale.
La storia di Buscetta ha segnato un punto di svolta nella conoscenza della mafia e nella lotta alla mafia, ma non avrei messo l'accento su di lui, quanto su quello che ne seguì, ma io sono solo una goccia in un mare di telespettatori.
Per cui, premesso questo, condivido il fastidio, per quanto possa essere fatto bene il film, vogliamo diventare famosi per questo? Ancora??
Leggo (qui https://www.repubblica.it/spettacoli...car-236781215/ ) che "Il film di Bellocchio è stato scelto in una rosa che comprendeva Martin Eden di Pietro Marcello, Coppa Volpi a Luca Marinelli a Venezia, La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi dal romanzo di Roberto Saviano, Il primo re di Matteo Rovere sulla storia di Romolo e Remo con Alessandro Borghi, Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis." Quindi due film su tre parlavano di malavita sebbene in due città diverse. Ma veramente c'è da chiedersi, non abbiamo altre storie da raccontare? Non dico che debbano essere tutti Benigni in La vita è bella, ma...