Ahimè gieko... purtroppo le cose stanno come dico io. E non mi riferisco a quanto detto da Freud.
Quando nei lontani anni '80 fervevano i preparativi che avrebbero condotto al varo della 56/89 la dirigenza della SPI dell'epoca chiese (e ottenne) che la Psicoanalisi NON rientrasse nella suddetta legge di ordinamento.
L'ennesimo atto di superbia e di aristocratico distacco degli psicoanalisti... (questa considerazione è IMHO, ovviamente).
Ma la dirigenza della SPI non rappresentava tutti gli Psicoanalisti in Italia tant'è che la maggior parte di essi ha fatto poi le corse per iscriversi all'Ordine attraverso alcune delle famigerate norme transitorie (artt. 32,33,34 della 56/89).
Questo per molti motivi:
- tutela professionale, in primis
- tutela legale (si evitava il rischio di denuncia per esercizio abusivo della professione di psicologo)
- benefici fiscali per i pazienti (niente IVA e detraibilità della prestazione)
Tuttora è così. La Psicoanalisi non è affatto una professione regolamentata. Esiste, tra l'altro, una consolidata giurisprudenza in proposito. Dove "consolidata giurisprudenza" significa Psicoanalisti non iscritti all'Ordine e denunciati per esercizio abusivo che hanno vinto la causa in tribunale.
Oggi (quasi) tutti gli istituti di training psicoanalitico si sono piegati alla dura legge del mercato (dura lex, sed lex...) e dunque hanno chiesto l'accreditamento come istituti abilitati a rilasciare specializzazioni in PSICOTERAPIA (non in Psicoanalisi).
Pertanto è vero che il 99,9% degli psicoanalisti sono o iscritti all'ordine dei medici o a quello degli psicologi. Non per legge, ma per scelta.
E questo è quanto.