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  1. #16
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di semplificatore
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Io non ho mai giocato ai videogiochi.

    Dico solo che i videogiochi li giocano principalmente i ragazzini.
    Se un videogame ha come soggetto lo stupro allora:
    - non è oggettivamente adatto a dei ragazzini e direi nemmeno a nessuno, perchè, a differenza del cinema dove uno è solo spettatore, il videogame implica comunque una partecipazione.

    - se i creatori di videogame ricorrono a questi soggetti sono intanto privi di vere idee divertenti e innovative e inoltre fanno leva sui più bassi istinti umani rafforzati dalle tempeste ormonali degli adolescenti.
    Che compreranno (o scaricheranno...comunque utilizzeranno) il videogioco

    Torno a giocare a flipper
    "......c'è chi un giorno invece ha sofferto / e allora ha detto: io parto
    / ma dove vado se parto? / sempre ammesso che parto: ciao! ....
    "
    (da "E la vita e la vita" di Cochi e Renato, 1974)


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    http://it.youtube.com/user/accrocchio70

  2. #17
    Iggy1982
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da ezechiele Visualizza messaggio
    Non è un buon motivo per perseverare
    Eppure è roba di pochi mesi fa... E' comodo, si fa presto a ripulirsi la coscienza con un laconico "non è un buon motivo per perseverare" (non parlo di te nello specifico, magari nemmeno hai visto la suddetta fiction; uso la tua frase in un contesto generalizzato).

    Come al solito l'indignazione si rivela essere la solita moneta facilmente spendibile, con la quale si pensa forse di comprarsi qualche metro quadrato di paradiso in comode rate casuali.

  3. #18
    Iggy1982
    Ospite non registrato

    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da semplificatore Visualizza messaggio
    a differenza del cinema dove uno è solo spettatore, il videogame implica comunque una partecipazione.
    Eccola, LA frase... il Mostro dell'Interattività del quale ho parlato nel primo messaggio... Puntuale come sempre

    Quindi il tutto si riduce al fatto che se un attore finge di partecipare va bene, lo spettatore osserva soltanto e l'attore lo fa per il piacere del pubblico, in fondo. Se un giocatore finge di partecipare, invece, è da condannare perché lo fa solo per sé stesso. Suona così, no?

  4. #19

    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Eppure è roba di pochi mesi fa... E' comodo, si fa presto a ripulirsi la coscienza con un laconico "non è un buon motivo per perseverare" (non parlo di te nello specifico, magari nemmeno hai visto la suddetta fiction; uso la tua frase in un contesto generalizzato).

    Come al solito l'indignazione si rivela essere la solita moneta facilmente spendibile, con la quale si pensa forse di comprarsi qualche metro quadrato di paradiso in comode rate casuali.

    No si fa meno presto di quello che immagini se si decide che a quella frase seguiranno delle prese di posizione o la volontà di informarsi quanto meno.
    Se invece sono solo parole al vento amen

    No non ho visto la fiction
    Ultima modifica di ezechiele : 15-05-2009 alle ore 15.59.09

  5. #20
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di semplificatore
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Eccola, LA frase... il Mostro dell'Interattività del quale ho parlato nel primo messaggio... Puntuale come sempre
    Ma quale "mostro dell'interattività"? Stiamo parlando su un forum in internet!!!

    Non ho parlato di condannare il giocatore.
    Qui si tratta degli effetti sul giocatore.

    Un film inizia e finisce. Ha una storia uno svoglimento, è "rotondo"
    Un videogame lo si usa come passatamempo, anche molte molte volte.
    Ci vorrebbe uno psicologo () per spiegare quanto il videogioco entri piano piano "dentro" al cervello del giocatore...
    Se il videogioco è buono allora anche gli eventuali effetti saranno buoni.
    Se il videogioco è cattivo bè....allora gli effetti potrebbero essere deleteri. Specie ovviamente se il giocatore ha già problemi suoi e se è predisposto a problematiche mentali.

    Ma guardala più da lontano: Se siamo arrivati a produrre videgiochi il cui soggetto è uno stupro secondo me siamo davvero alla frutta.

    E comunque i videogames mi hanno sempre tremendamente e mortalmente annoiato.
    Ho giocato a Pac-man ben una volta in vita mia.
    Ho giocato a Moto qualche volta ma uscivo sempre di strada.
    Però ho giocato tanto a flipper quando aspettavo la corriera a Urbino...uno si sfoga fisicamente e dopo è più felice.

    ho detto
    "......c'è chi un giorno invece ha sofferto / e allora ha detto: io parto
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    "
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  6. #21
    Iggy1982
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da semplificatore Visualizza messaggio
    Ci vorrebbe uno psicologo () per spiegare quanto il videogioco entri piano piano "dentro" al cervello del giocatore...
    Se il videogioco è buono allora anche gli eventuali effetti saranno buoni.
    Se il videogioco è cattivo bè....allora gli effetti potrebbero essere deleteri.
    Eppure nonostante la disarmante complessità di questa tua equazione (quel nick non lo hai scelto a caso ), la stessa comunità di psicologi si produce in pareri perfettamente contrastanti. Per esempio, c'è chi sostiene che la violenza simulata abbia una funzione catartica e quindi effetti positivi sulla persona.
    Io ti posso dire che nonostante mi sia prodigato nelle più atroci nefandezze in ambito videoludico, sono un ragazzo a posto e a modo Chi dimostra aggressività invece, se videogiocatore è vittima della violenza dei videogiochi, altrimenti si trova qualche altro motivo. Ma ripeto, se si scopre che prima di aver commesso qualcosa di grave giocava ai videogiochi, beh... allora i giornalisti hanno già trovato i colpevoli da mettere alla gogna. Facile. Forti della solita dose di servizi preconfezionati e pronti da riutilizzare, che tanto la gente ha la memoria corta e non se ne accorge. Al più clicca su un bottone trovato sul web e si indigna con compostezza.

  7. #22
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Eppure nonostante la disarmante complessità di questa tua equazione (quel nick non lo hai scelto a caso ), la stessa comunità di psicologi si produce in pareri perfettamente contrastanti. Per esempio, c'è chi sostiene che la violenza simulata abbia una funzione catartica e quindi effetti positivi sulla persona.
    Sono in parte d'accordo però nel mondo fisico.

    "Semplificando" molto, ritengo che da quando i bambini non giocano più a indiani e cowboy e guardie e ladri con il bang bang simulato esclamando "sei morto bastardo" e l'altro "aaahhh muoio" accasciandosi a terra, per poi andare a fare merenda insieme, ma - al contrario - invece di sudare giocando "live" si prodigano in sfide digitali, ebbene gli stessi bimbi da grandi poi qualche disfunzione la presentano e tendono a diventare drogati ed assassini (sempre "semplificando" ma ci siam capiti).
    Constatato con l'osservazione quotidiana (e non con qualche pubblicazione copiata all'estero, come fanno troppi prof universitari).
    Questo non è un fatto isolato, ma va di pari passo con molte cose, ad esempio:
    - invivibilità delle città: ormai è sempre più difficile per i bambini giocare tranquilli in strada
    - eccesso di psicologi che vogliono dire la loro sui bambini (e signori non sto scherzando); e giù a scriver libri e poi le maestre son spinte a comprarli e giù a mettere in pratica ste teorie sui bimbi che son rincoglioniti
    - eccesso di prudenza: basta con gli asili nido tutti azzurrini celestini verdini..perchè le suddette teorie psicologiche vogliono così..io fornisco gli asili nido e le scuole materne, tante volte mi chiedono arredi "dai colori rilassanti" maccheccazzo vuoi che si rilassino i bambini di tre anni!!! i bambini DEVONO spaccare tutto!!!! Poi Dio ha inventato la gag del pappa + sonno ed ecco che si tranquillizzano
    - assoluta mancanza di fantasia dei genitori che invece di "inventar stupidaggini" da fare coi propri figli preferiscono metterli davanti al computer "così stan buoni"....

    ho dettissimo e mangio vivo chi mi contraddice che è così!!!
    Ultima modifica di semplificatore : 15-05-2009 alle ore 17.38.19
    "......c'è chi un giorno invece ha sofferto / e allora ha detto: io parto
    / ma dove vado se parto? / sempre ammesso che parto: ciao! ....
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  8. #23

    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Iggy era mia intenzione darti una reputazione positiva, ma devo aver sbagliato qualcosa...
    Un lapsus? un inconscio bigottismo?
    Non credo,ho apprezzato molto lo spirito del tuo intervento. E condivido in pieno il tuo fastidio verso certi personaggi buoni solo ad allinearsi al buonismo, alla moralità falsa e al buon senso comune. :Bleah:

  9. #24
    Iggy1982
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da curumullo Visualizza messaggio
    Iggy era mia intenzione darti una reputazione positiva, ma devo aver sbagliato qualcosa...
    Un lapsus? un inconscio bigottismo?
    Non credo,ho apprezzato molto lo spirito del tuo intervento. E condivido in pieno il tuo fastidio verso certi personaggi buoni solo ad allinearsi al buonismo, alla moralità falsa e al buon senso comune. :Bleah:
    Allora se è così ritiro quanto ho scritto. Essendo questo un argomento particolare e la mia posizione molto probabilmente impopolare, non avrei mai pensato che una reputazione negativa arrivasse per errore. oltretutto non ho letto alcuna motivazione accanto alla reputazione, quindi ho pensato a un gesto un po' "leggero" e semplice.

    Cancello il messaggio che ti riguarda, e ti ringrazio se non altro per l'intenzione di reputazione

  10. #25

    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Allora se è così ritiro quanto ho scritto. Essendo questo un argomento particolare e la mia posizione molto probabilmente impopolare, non avrei mai pensato che una reputazione negativa arrivasse per errore. oltretutto non ho letto alcuna motivazione accanto alla reputazione, quindi ho pensato a un gesto un po' "leggero" e semplice.

    Cancello il messaggio che ti riguarda, e ti ringrazio se non altro per l'intenzione di reputazione

    Ma forse che il quadratino è grigio?
    Perchè se così la reputazione che ti ha dato è positiva ma non conta perchè i messaggi dell'utente sono ancora troppo pochi e ti appare in questa forma invece che verde

  11. #26
    Partecipante Leggendario L'avatar di crimson981
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da ezechiele Visualizza messaggio
    Io volevo solo dire che senza usare il termine autocensura (già sento i tuoi brividi si da qui ) si dovrebbe avere la responsabilità di capire che quantunque un comportamento non ricada in una fattispecie giuridica non può essere considerato l'unico parametro del porlo in essere

    aggiungo che questo è il territorio sfuggente, impervio ed ineludibile in cui bisogna necessariamente inoltrarsi ogni volta che l' oggetto di discussione assuma una valenza di tipo Etico (e l'Etica non è notoriamente una scienza esatta), e che rappresenta la pietra di inciampo sia di chi vuol sorvolare sulle iplicazioni etiche dei propri principi astratti (che potrebbe peraltro non fare una piega), sia di chi, nel richiamarsi a tali implicazioni, si trova improvvisamente sprovvisto di argomentazioni forti e stringenti e si espone al rischio di una generica accusa di moralismo...

    Rietengo comunque che si possa cercare una specie di riduzione empirica del problema:

    1) esiste il ragionevole dubbio che il videogioco in questione possa distorcere la percezione della tematica della violenza sessuale presso il pubblico a cui si rivolge, anche senza necessariamente spingere all'"atto" violento nella sfera della realtà;

    2) la continua equiparazione che fa iggy tra film ed altre forme d'arte da un lato e videogiochi dall'altro, è speciosa: cambiano le finalità della narrazione o dello sfondo narrativo, le finalità della fruizione, l'approccio di fruizione (passivo\attivo), i fruitori, la consapevolezza dei fruitori della dimensione interpretativa che sempre è chiamata in causa quando si è di fronte ad una narrazione(mi aspetto di dover interpretare la comunicazione di un film o un quadro; non necessariamente quella di un videogioco);

    3) le modalità di identificazione in un videogioco sono ad un tempo meno complesse (devo identificarmi col carnefice nella finzione del gioco per poter vincere) e più ambigue (il carnefice fa delle cose poco carine, ma non ne conosco le motivazioni: proietto le mie) rispetto a quella di un'opera d'arte(dove c'è racconto e possibilita di identificazioni multiple);

    già solo per questi motivi, è lecito interrogarsi sull'opportunità di un gioco simile...
    Ultima modifica di crimson981 : 16-05-2009 alle ore 14.06.47
    John Coltrane-"Acknowledgement" (A Love Supreme part 1)
    http://www.youtube.com/watch?v=pcG7Vk_rzcA

    Andrew Hill-"Refuge":
    http://www.youtube.com/watch?v=cJSdceL1qA4

    Andrew Hill-"Subterfuge":
    http://www.youtube.com/watch?v=ssVVhb0ILcM

  12. #27
    Iggy1982
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da crimson981 Visualizza messaggio
    già solo per questi motivi, è lecito interrogarsi sull'opportunità di un gioco simile...
    Se con il concetto di "riduzione empirica" si intende giustificare non solo una non scientificità di indagine (ovviamente impossibile da attuarsi in tale contesto), ma anche e soprattutto una logica che non accetti analogie, allora non c'è discussione alcuna: si contrapporrebbero posizioni manicheistiche che di fatto annichilirebbero ogni tentativo di sviluppare la questione.

    E' proprio quando ci si scontra in campo etico che è necessario trovare punti di incontro in quelli che possono essere i sentimenti comuni, verso concetti analoghi a quelli discussi ma caratterizzati - in questo caso - da un medium differente. Diversamente saremmo privi di una linea guida che aiuti a tenere ordine in questa brodaglia di sentimenti confusi e distratti.
    Il problema fondamentale non pare essere universalmente identificato nel timore che l'utente possa essere danneggiato dal materiale contenuto nel videogioco, poiché la realtà dice che non vi è un punto di incontro in seno alla comunità di psicologi, ma come al solito uno scontro paradigmatico dal quale nessuno esce vincitore né vinto.

    E allora, dove può essere il nostro punto di incontro? Nell'analogia.
    La passività e l'interattività sono i concetti chiave della discussione, a mio modo di vedere le cose. Altrimenti non mi potrei mai capacitare di come la scena di una Bellucci violentata a sangue durante un rapporto anale in un sottopassaggio - da spettatore in un cinema - possa risultare meno fastidiosa (anzi, molti direbbero pergiunta "intrigante") di una scena di violenza proposta attraverso qualunque altro canale.

    E' la dicotomia passivo/interattivo che crea confusione, e di questo io mi domando il motivo. L'ho fatto dal principio, e tuttora non è arrivata una risposta convincente. Un timido tentativo è arrivato dal tuo secondo punto, nel quale tuttavia non è chiaro come influirebbe negativamente l'approccio alla fruizione.

    Nel terzo punto, poi, c'è una considerazione intellettualmente disonesta: hai cercato di stabilire cosa è arte e cosa invece non lo sarebbe (il che è già a suo modo discutibile, ma comunque accettabile in un'ottica di personalissima opinione), tacciando il mondo dei videogiochi di una povertà concettuale e interpretativa che potrei smentire facilmente, se solo tu fossi disposto a passare qualche giornata per conoscere qualche titolo di indubbia profondità narrativa, interpretativa ed emotiva, oltre che tecnica.

    Riguardo invece il tuo primo punto (last and even least - mi permetto una stilettata anche in lingua straniera), il "ragionevole dubbio" di cui parli nasconde un'altra faccia della medaglia: la ragionevole possibilità che invece possa essere tutto il contrario. E qui torniamo allo scontro paradigmatico di cui sopra.
    Ultima modifica di Iggy1982 : 16-05-2009 alle ore 17.47.48

  13. #28
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di Giuppy83
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    E allora, dove può essere il nostro punto di incontro? Nell'analogia.
    La passività e l'interattività sono i concetti chiave della discussione, a mio modo di vedere le cose. Altrimenti non mi potrei mai capacitare di come la scena di una Bellucci violentata a sangue durante un rapporto anale in un sottopassaggio - da spettatore in un cinema - possa risultare meno fastidiosa (anzi, molti direbbero pergiunta "intrigante") di una scena di violenza proposta attraverso qualunque altro canale.

    E' la dicotomia passivo/interattivo che crea confusione, e di questo io mi domando il motivo. L'ho fatto dal principio, e tuttora non è arrivata una risposta convincente. Un timido tentativo è arrivato dal tuo secondo punto, nel quale tuttavia non è chiaro come influirebbe negativamente l'approccio alla fruizione.

    Allora, provo ad inserirmi in questa interessante discussione.
    Innanzitutto, cioò che, a mio parere ha crato il caso, è stato il momento in cui questa notizia è balzata agli onori delle cronache: negli ultimi tempi siamo bombardati quasi ogni giorno da notizie riguardanti violenze, stupri, molestie, e questo crea paura, esasperazione e diffidenza (su cui poi marciano i politici, ma questa è un'altra storia!). La notizia di un simile vg è quasi la ciliegina sulla torta.
    Invece, per quanto riguarda la dicotomia passivo/interattivo, io penso che assistere ad una scena cinematografica come quella della Bellucci, sia molto più fastidioso perchè, assistendovi al cinema da spettatore, non ci si può fare nulla, e ci si deve limitare a guardare, sperimentando un vissuto di impotenza; invece, giocando a questo videogame, la situazione si ribalta: è vero che si assume un ruolo cattivo e abietto, però si tratta di un ruolo attivo, in cui si è padroni della situazione e se ne ha il controllo. Quando sei al cinema, davanti una scena, non puoi fare altro che guardarla, e aspettare che evolva e si concluda, magari in un modo che non ti piacerà, perchè non sei il regista del film: insomma, sei in balia del suo gioco. Invece, nel videogame, puoi decidere quando vuoi se fermarti e quindi spegnere tutto e fare altro: ribadendo il concetto, hai un potere, che è quello di controllare la situazione.
    Riguardo, invece, il paragone tra sette pedofile che fanno pubblicità a questo reato e il vg in questione, ritengo che la differenza risieda nel fatto che tali sette operano nella realtà, mentre il vg è sì realtà, ma virtuale. Per questo per tali sette si può configurare il reato di apologia di reato, perchè esse difendono la pedofilia, la esaltano come qualcosa di bello, di giusto, sostenendo il "sacrosanto" diritto ad assumere simili comportamenti. Invece, il vg non fa nulla di tutto ciò: è vero che ti affibbia la parte del violentatore, ma parte comunque dal presupposto che questo è un crimine (e forse è proprio questo che può attrarre i giocatori, un po' come quel vg in cui per vincere devi investire la gente in auto).
    Se poi uno decide di fare il grande passo da realtà virtuale a realtà vera e propria, questo è un altro paio di maniche. Innanzitutto vorrei sapere in quanti si siano trasformati in novelli Jeffrey Dahmer dopo aver giocato a vg più o meno violenti, in quanti si siano arruolati nell'esercito dopo aver preso parte a vg che simulano situazioni di guerra, etc.
    Inoltre, entrerebbero in gioco fattori personali, ambientali, sociali, culturali. Insomma, un ventaglio amplissimo di possibilità.
    Ciò non toglie che, se mi trovassi davanti ad una persona che esalta questo particolare vg, in quanto donna mi inca..erei non poco!
    Spero di essermi spiegata!
    Ultima modifica di Giuppy83 : 17-05-2009 alle ore 00.16.31

  14. #29
    Postatore Epico L'avatar di ZingarellaOps
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    Citazione Originalmente inviato da semplificatore Visualizza messaggio
    Dico solo che i videogiochi li giocano principalmente i ragazzini.
    Se un videogame ha come soggetto lo stupro allora:
    - non è oggettivamente adatto a dei ragazzini e direi nemmeno a nessuno, perchè, a differenza del cinema dove uno è solo spettatore, il videogame implica comunque una partecipazione.
    ...Credo siano punti di vista.C'è chi va al cinema e dorme,chi si lascia trasportare,chi si immedesima nel personaggio e quindi è coinvolto dalla rappresentazione.O per partecipazione si intende solo la simulazione?
    A voi non turbano scene forti?Mi direte è solo finzione....pure i videogiochi,no?
    Io penso che il fine ultimo di un videogiocatore sia quello di divertirsi,distrarsi;staccare per qualche ora la mente!se cerco insegnamenti vado ovviamente altrove.Un gioco lo prendo per quello che è.
    Il punto però è un altro a mio avviso:che differenza c'è tra un gioco che emula una guerra,ad esempio,e uno di stupro?Cioè,non si dovrebbe provare indignazione dinanzi ad entrambi?Che c'è da esaltarsi se ammazzi un uomo o violenti una ragazza?

  15. #30
    Partecipante Leggendario L'avatar di crimson981
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    Riferimento: "MOBILITAMOCI CONTRO "RAPELAY", IL GIOCO DELLO STUPRATORE" ...Ma perché,

    Premessa, non ritengo del tutto infondato il tuo ragionamento, nè pretendo di poter dimostrare che un videogioco come quello in questione sia necessariamente dannoso, o necessariamente più dannoso, per esempio, di una puntata di "porta a porta" ...intendevo solo dire che 1) esistono delle specificità che distinguono il videogioco da altre cose; 2) è lecito interrogarsi su possibili effetti di queste specificità; 3)anche laddove tali effetti non possano essere dimostrati, si pone un problema etico legato alla circostanza di non poterli escludere (e poi, molto personalmente: 4- mi pare lecito lasciare il diritto di criticare un videogioco anche solo perchè "di cattivo gusto"). Mi pare di capire a questo punto, che mi chiedi di spiegarmi meglio circa la specificità dei videogiochi che io ravviso, e che li rende per me, non assimilabili ad un film. Ok, ci proverò, però il discorso è complesso, e chiedo venia per le necessarie semplificazioni...

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Se con il concetto di "riduzione empirica" si intende giustificare non solo una non scientificità di indagine (ovviamente impossibile da attuarsi in tale contesto), ma anche e soprattutto una logica che non accetti analogie, allora non c'è discussione alcuna: si contrapporrebbero posizioni manicheistiche che di fatto annichilirebbero ogni tentativo di sviluppare la questione.

    E' proprio quando ci si scontra in campo etico che è necessario trovare punti di incontro in quelli che possono essere i sentimenti comuni, verso concetti analoghi a quelli discussi ma caratterizzati - in questo caso - da un medium differente. Diversamente saremmo privi di una linea guida che aiuti a tenere ordine in questa brodaglia di sentimenti confusi e distratti.
    Tutto giusto, ma io non contesto il ricorso generico ad un discorso di tipo analogico, contesto l'analogia specifica che fai tu.

    La specificità di un videogame, in maniera più stringente di un gioco qualsiasi, rispetto ad un racconto (film, romanzo, o altro) è che la componente narrativa (per quanto ben sviluppata) è di contorno al sistema di regole, di istruzioni, di azioni prescritte, che definisce nel suo insieme la dinamica e lo scopo del gioco stesso. Un gioco è prima di tutto un fatto formale, un sistema simbolico che definisce un risultato atteso e una serie di passi per raggiungerlo, in sostanza un algoritmo. Lo scopo del gioco, è in linea di massima vincere, o comunque mettere alla prova le proprie abilità all'interno delle possibilità di manovra che il sistema formale del gioco mi fornisce. Giocare ad un gioco significa accettarne le regole, ed essere vincolato a compiere quelle azioni che sono definite valide al suo interno; se questa accettazione non c'è non sussiste la possibilità di giocare. Inoltre una volta data tale adesione, il sitema di regole, e le azioni che esso prescrive, non vengono più messi in discussione, anzi, il buon giocatore esegue in maniera abile le mosse richieste dal gioco; esercita sì la sua possibilità di scelta fra linee di condotta alternative, e mantiene un certo margine di creatività (in grado variabile a seconda del gioco), ma sempre all'interno delle azioni e delle regole definite dal sistema formale entro cui si muove. Riassumendo se giochi: compi le azioni previste dal gioco; cerchi di aumentare la tua abilità nel compierle; l'incentivo a compierle è intrinseco alla tua adesione alle regole del gioco; lo scopo intrinseco del gioco, vincere, rende il compimento delle azioni intrinsecamente desiderabile (ovvio, all'interno del gioco, non fuori di esso , tranquillo..).

    Ora c'è il problema della cornice narrativa e\o del significato che l'agente attribuirà alle azioni, regole e scopi definiti dal gioco. Abbiamo visto che da un punto di vista formale, questa componente "semantica" sarebbe del tutto ininfluente, ed in effetti conta poco nei giochi che restano su un elavato grado di astrazione formale (insomma non staremmo a discutere sui movimenti concessi ad una pedina della dama). Conta invece in maniera diversa, laddove le azioni e gli scopi del gioco, sono "antropicamente" significativi, ossia dotati di senso umano; costituiscono cioè un sistema di significati che intereagisce con valori, credenze, aspettative, norme sociali, ecc dell'individuo che gioca. Anche in questo caso in realtà, tale componente, che riassumendo (e approssimando) possiamo definire "narrativa", è assolutamente superflua ai fini degli scopi intrinseci del gioco(fare le mosse giuste tra quelle possibili, auspicabili in rapporto al risultato atteso, indipendentemente dalla fattispecie in cui consistono). E tuttavia si stabilisce una sorta di corrispondenza tra due codici, una sovrapposizione perfetta tra due sistemi simbolici diversi, la connessione tra il piano formale (accelera, schiva, colpisci, controlla che l'ostacolo sia eluso) e il piano semantico (a tutto gas, scansa la pattuglia, investi-uccidi, sangue: è morto) [ps, notare che a GTA ci gioco anch'io], un piano semantico ed uno formale, dicevo, in cui il secondo occulta il primo: è del codice "semantizzato" che il giocatore si serve per intelligere la dinamica del gioco, è all'interno di questo linguaggio e dei suoi significati che il giocatore si muove e che il gioco ha luogo. Si realizza così una speciè di corto circuito, per cui il giocatore, per poter giocare, deve accettare momentaneamente, insieme alle regole formali del gioco, di "stare" anche alle sue regole semantiche: banalmente, se giochi all'assassino, momentaneamente, "fai" l'asassino (sempre in maniera fittizia ed "irrealistica", ok, ma lo fai, secondo quanto ti prescrive la logica intrinseca del gioco; nei modi e coi significati che esso consente). Il punto importante è che questa assimilazione di ruolo, questa identificazione temporanea, è implicita, necessaria, immediata, intrinseca. Dannosa? Non lo so, e comunque su questo torneremo dopo.

    Ed eccoci alla differenza tra videogiocare e altre cose (guardare film, ascoltare storie, andare per mostre e quant'altro). Nessuna di queste cose (non essendo un "gioco") chiede l'adesione im-mediata ad un sistema formale che racchiude azioni, significati, scopi, fissati a priori. Guardando un film non sono vincolato ad assumere un unico punto di vista (nell'esempio che citi di continuo dello stupro della bellucci, magari guardando insieme la stessa scena, la tua ragazza si immedesimerebbe nella vittima, e tu nel carnefice; molto più probabilmente sia tu che lei evocherete l'esperienza di entrambi in una sorta di andirivieni identificativo tra vittima e carnefice). In un film non "vinco" se assumo una deteerminata prospettiva, la logica dello scopo e dell'incentivazione propria del gioco è estranea a quest'altra forma espressiva. E' possibile che il film voglia veicolarmi un messaggio preciso, indurmi a pensare certe cose, a provare determinate emozioni, ma io lo so, e mi predispongo all'interpretazione. Decido, quantomeno ci provo, cosa accetto e cosa no, si sviluppa una dialettica (in parte anche inconscia) tra i significati (e valori) della comunicazione che ricevo e i miei pregressi. Questa operazione è possibile anche in un videogioco, certo, ma è un di più: ai fini del gioco tale dialettica è assolutamente ininfluente: anzi può darsi che essa possa inficiare il rendimento se intralcia con l'immediata accettazione e comprensione dell'universo semantico del gioco. Idealmente, nel gioco l'interpretazione è primariamente strumentale, serve solo ad orientarmi nel sistema di regole che lo governano, ad acquisire le informazioni sul suo funzionamento; nel cinema, nell'arte, nella comunicazione quotidiana, l'interpretazione è dialettica, prelude alla formulazione di un significato che non è dato a priori, e a cui non sono "costretto" (un significato che entrerà sicuramente a far parte della mia vita emotiva-cognitiva: in questo senso l'arte resta pur sempre potenzialmente più pericolosa di qualsiasi videogioco, per fortuna).

    Insomma, basta a spiegare perchè non accetto la tua analogia? Ora cerco di rispondere sul tema del "possibile danno"...

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Il problema fondamentale non pare essere universalmente identificato nel timore che l'utente possa essere danneggiato dal materiale contenuto nel videogioco, poiché la realtà dice che non vi è un punto di incontro in seno alla comunità di psicologi, ma come al solito uno scontro paradigmatico dal quale nessuno esce vincitore né vinto.

    E allora, dove può essere il nostro punto di incontro? Nell'analogia.
    La passività e l'interattività sono i concetti chiave della discussione, a mio modo di vedere le cose. Altrimenti non mi potrei mai capacitare di come la scena di una Bellucci violentata a sangue durante un rapporto anale in un sottopassaggio - da spettatore in un cinema - possa risultare meno fastidiosa (anzi, molti direbbero pergiunta "intrigante") di una scena di violenza proposta attraverso qualunque altro canale.
    su questo pià o meno, mi pare di aver detto sopra (puntualizzo solo che il problema non è se qualcosa sia fastidioso o intrigante, ma se possa nuocere)


    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    E' la dicotomia passivo/interattivo che crea confusione, e di questo io mi domando il motivo. L'ho fatto dal principio, e tuttora non è arrivata una risposta convincente. Un timido tentativo è arrivato dal tuo secondo punto, nel quale tuttavia non è chiaro come influirebbe negativamente l'approccio alla fruizione.
    Da quanto detto finora io traggo le seguenti conclusioni:

    1) il procedimento di accettazione delle regole, dei significati, dei ruoli è molto più immediato ed automatico nel caso dei videogiochi che negli altri casi.

    2) il fatto che nei videogiochi si "faccia qualcosa" e ci sia la possibilità di vincere, non fa che rinforzare questa tendenza all'assimilazione intrinseca delle regole e dei significati del gioco; l'attività (orientata ad uno scopo) non è secondo me il fattore primario; agisce in seconda battuta, nell'agevolare
    la limitazione della funzione interpretativa (al suo carattere strumentale), e nel rafforzare l'automatismo dei meccanismi identificativi (spogliandoli al contempo da ogni remora "morale" e di ogni interrogazione sul senso di tale identificazione). Come vedi si rovescia quasi il senso del discorso sull'interattività che hai fatto tu;

    3) Questa assimilazione di regole e significati è transitoria, legata all'attività, e credo nella massima parte dei casi innocua. Ma qui entra il gioco il problema: "quali fruitori?". C'è differenza tra un ragazzino 12enne che gioca allo stupratore e iggy? E' possibile che la ripetuta identificazione (automatica, non ragionata, non scelta, non metabolizzata) modelli negativi interagisca sulla formazione dei modelli interni di riferimento del bambino-adolescente (non è solo un problema di ragazzi che potrebbero commettere reati, magari l'effetto può limitarsi a disturbi di carattere emotivo)? Secondo me potrebbe essere, tutto qui.

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Nel terzo punto, poi, c'è una considerazione intellettualmente disonesta: hai cercato di stabilire cosa è arte e cosa invece non lo sarebbe (il che è già a suo modo discutibile, ma comunque accettabile in un'ottica di personalissima opinione), tacciando il mondo dei videogiochi di una povertà concettuale e interpretativa che potrei smentire facilmente, se solo tu fossi disposto a passare qualche giornata per conoscere qualche titolo di indubbia profondità narrativa, interpretativa ed emotiva, oltre che tecnica.
    come detto su, il problema della componente narrativa del videogioco consiste nel fatto che viene "recepita in blocco", per il meccanismo di adesione alla regola del gioco. E poi io non ho generalizzato, anzi nessuno l'ha fatto finora. Si parlava di un gioco in cui la narrazione consiste nel trionfo del bravo stupratore, ricordi?
    Sul fatto di cosa sia l'arte lasciamo perdere...( così, giusto come spunto bonario...credo che soggettivamente tutto può essere arte come può non esserlo...quindi il tema rimanda anche al problema di come gli uomini giungono a definire dei transitori accordi comuni su determinate questioni...ancora oggi non sono definiti ufficialmente come "Arte" i dribling di Maradona; credo che potrò permettermi di non annoverare i videogiochi fra le massime espressioni del genere umano ancora per molto tempo)

    Citazione Originalmente inviato da Iggy1982 Visualizza messaggio
    Riguardo invece il tuo primo punto (last and even least - mi permetto una stilettata anche in lingua straniera), il "ragionevole dubbio" di cui parli nasconde un'altra faccia della medaglia: la ragionevole possibilità che invece possa essere tutto il contrario. E qui torniamo allo scontro paradigmatico di cui sopra.
    io sono pieno di ragionevoli dubi, iggy....
    John Coltrane-"Acknowledgement" (A Love Supreme part 1)
    http://www.youtube.com/watch?v=pcG7Vk_rzcA

    Andrew Hill-"Refuge":
    http://www.youtube.com/watch?v=cJSdceL1qA4

    Andrew Hill-"Subterfuge":
    http://www.youtube.com/watch?v=ssVVhb0ILcM

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