Ciao tutte,
allora la situazione è questa:
da circa un anno le cooperative e\o comunità che cercano educatori, sono obbligate a chiedere la laurea in scienze dell'educazione o il liceo sociopsicopedagogico o il vecchio magistrale, mentre prima accettavano anche psicologi. Questo è successo perchè ci sono stati dei problemi in sindacato che hanno portato a questo provvedimento che è inserito nel capitolato di ogni cooperativa ed è valido in particolar modo per milano. Se provate infatti a mandare curriculum fuori milano ci sono ancora delle cooperative che assumono psicologi come educatori. Io lavoro da un anno come educatrice di sostegno nelle scuole e la mia cooperativa mi consente di farlo solo perchè non rimango fissa in una scuola, ma faccio continue sostituzioni e bene o male ce la faccio ad arrivare a fine mese stringendo un po la cinghia, poi ci sono anche mesi in cui lavoro di meno e in quei mesi vivo dei risparmi che riesco a mettere da parte quando lavoro di più.
Per quanto riguarda invece il fatto che psicologi svolgano il lavoro di educatori, nn sono d'accordo sul fatto che nn sia giusto così perchè proprio in virtù della mia esperienza, vi posso assicurare che, nel mio caso specifico, cioè il lavoro con bambini che hanno varie tipologie di disturbi, sia genetici che psichici, la figura dello psicologo è fondamentale perchè noi sappiamo molte cose che invece gli educatori, che difatti hanno il compito di educare, nn sanno.
Ciò nn toglie che noi psicologi dobbiamo avere la capacità di immedesimarci in questo nuovo ruolo di educatori e quindi modificare anche in parte ciò che invece faremmo spontaneamente per la nostra formazione, ma allo stesso tempo dovremmo essere in grado di mantenere una nostra identità professionale che cmq nn va intaccata.
Ci sono poi sicuramente molti ambienti in cui lo psicologo che lavora come educatore nn è buon visto, ma ci sono anche altrettanti ambienti in cui invece lo psicologo che lavora come educatore viene molto valorizzato proprio per le conoscenze che ha, sia nell'approcciare i bambini e sia nella semplice osservazione.
Il consiglio che vi dò è di accettare cmq questa sfida ed essere consapevoli che si impara davvero tanto sul campo.