Per Keblish
Non ti quoto perché verrebbe un post lunghissimo.... Voglio solo dire che, sicuramente per colpa mia, non credo di essere riuscito a spiegare il mio punto di vista, altrimenti non mi avresti fatto le obiezioni che mi fai.
Ci riprovo riassumendo in brevi punti.
1) quando parlo di "Dio", termine che uso per comodità, non mi riferisco affatto al "Dio rivelato" proprio delle religioni "storiche" o meno: il Dio cattolico, Allah, Zeus o Manitú da questo punto di vista non fanno alcuna differenza, semplicemente non c'entrano nulla col mio discorso.
2) Ció che mi interessa invece analizzare è se sia possibile assumere o meno l'esistenza o l'inesistenza di una causa esterna che abbia portato alla creazione dell'Universo ( per brevità e comodità, d'ora in avanti tornerò a chiamarla Dio, ma potrei chiamarla "Pasquale" se ti fa piacere, sarebbe la stessa cosa ).
3) Tu sostieni che la scienza sarebbe in grado di provare la sua inesistenza, io sostengo di no: sostengo ( e ti sfido a provarmi il contrario ) che, nella migliore delle ipotesi siamo in grado di descrivere ( meglio: ipotizzare ) la nascita dell'Universo solo a partire da una infinitesimale frazione di secondo dopo il suo inizio, ma per ció che riguarda l'inizio, ci dobbiamo arrendere... Ci si è inventati il concetto di "punto di singolarità" ( cosa francamente ridicola... ) solo per cercare di dare una veste meno cruda a quello che è, a tutti gli effetti, una dichiarazione di resa di fronte all'incapacità di portare fino in fondo l'analisi puramente scientifica dell'origine dell'Universo.
4) il mio agnosticismo non è affatto una dichiarazione di impotenza: se ti rileggi il mio post ( quello sulla formica nella scatola chiusa... ) risulta chiarissimo come esso sia il frutto di un ragionamento estremamente razionale, quasi l'esposizione di un teorema scientifico.... Faccio un paragone decisamente immodesto: così come Heisenberg, nel suo famoso principio di indeterminazione, dimostrava scientificamente l'impossibilità di conoscere contemporaneamente la posizione e la quantità di moto di una particella, allo stesso modo io ho provato a dimostrare se non scientificamente almeno razionalmente, l'impossibilità per un osservatore inserito in un sistema chiuso di arrivare a conoscere la genesi del sistema a cui lui stesso appartiene.
Termino con due richiami al tuo post.
Tu dici: "A quel punto (per assurdo) potremmo anche dichiarare aporetico il problema, irrisolvibile, inconcepibile, così come è inconcepibile una soluzione del paradosso del mentitore, o un quadrato tondo, o una conoscenza noumenica."
Non é "per assurdo".... é esattamente ciò che voglio fare, dimostrare che il problema é irrisolvibile: mi sembrava chiaro fosse questo il mio scopo.
Poi dici: "Ma comunque, il tuo problema ora è uscire dallo scetticismo radicale in cui ti sei cacciato. Come hai intenzione di uscirne?"
La risposta é, semplicemente, che non ho nessuna intenzione di uscirne... Perché lo scetticismo radicale é il naturale punto di approdo del mio ragionamento.