Lamberto Maffei, ordinario di neurobiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, scrive nel Manuale di Psicologia Generale (a cura di Luciano Mecacci, pag. 103) “per lo studioso di neuroscienze, il termine psico- premesso ad altre parole […] rimanda semplicemente a specifiche branche di studio del sistema nervoso dove ancora non si riesce a stabilire quali siano i legami causali tra sistema nervoso e comportamento. In altre parole ‘psico’ indica subito per le neuroscienze uno stato di conoscenza insoddisfacente”
Sulla base di questa osservazione, vorrei proporvi questo tema di riflessione. Intendendo per psicologia generale quella parte di psicologia che cerca di produrre conoscenze scientifiche sui processi mentali e il comportamento, mi chiedo in che misura possa essere una disciplina indipendente dalle neuroscienze. Dicendo indipendente non voglio dire che non ci debba essere interazione, né multidisciplinarietà etc (la scienza cognitiva si fonda proprio sulla collaborazione di differenti discipline), solo che sia una disciplina capace di avere dei propri oggetti di studio, dei propri metodi etc indipendentemente dalle neuroscienze. Per evitare fraintendimenti, vi ricordo, che da un punto di vista disciplinare, la psicologia generale (quella a cui mi sto riferendo) è distinta dalla psicobiologia. Ma in psicologia generale, parlando di percezione, memoria, linguaggio etc, il riferimento alle neuroscienze spesso è indispensabile; gli studi sul pensiero, invece, prescindono totalmente dalle neuroscienze, ma questo potrebbe cambiare all’aumentare delle nostre conoscenze sulla corteccia prefrontale. In sintesi, cosa pensate dei rapporti tra neuroscienze e psicologia generale? Si tratta dello stesso rapporto che c’è tra chimica e biologia? Oppure secondo voi le neuroscienze ‘fagociteranno’ la psicologia generale, come prefigurato da Maffei?
Una posizione interessante è quella di alcuni autorevoli psicologi matematici, come Duncan Luce, che ritengono la psicologia generale debba applicare modelli matematici al comportamento osservabile e ai processi cognitivi, ma senza fare riferimento al sistema nerovoso. Secondo me questo è un buon modo di dare autonomia alla psicologia generale rispetto alle neuroscienze, sempre nell’ottica di una collaborazione ai fini di comprendere la mente umana.