Ci sono sogni che esprimono un forte bisogno di senso per la propria esistenza.
Sono quei sogni in cui si eprime un vissuto di "mancanza" e di "insoddisfazione" per l'ordinarietà, al quale, spesso, non sappiamo dare un nome (anche perché non sembra motivato, in genere, dalla realtà "oggettiva" che viviamo), ma che abbiamo la certezza che non possa essere interpretato solo con riferimento a motivi psicologici (paure, ansie, insoddisfazioni relazionali...).
La "mancanza" come "nostalgia" di qualcosa che non conosciamo. L'attesa di qualcosa di "diverso" che rompa la routine quotidiana (penso, ad esempio, ai sogni in cui eventi naturali sconvolgenti distruggono il paesaggio e l'ordine conosciuti).
Ci sono sogni che acquistano significato proprio se letti su questo sfondo di richiesta di un "senso".
Questi sogni non possono essere interpretati in maniera psicodinamica (o, almeno, non solo), ma esigono una lettura simbolica ed esistenziale (che qualcuno chiamerebbe "spirituale").
Mi viene in mente, in proposito, un dialogo tratto dal film "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman che bene esprime quello che voglio dire:
"Da qualche tempo faccio di continuo dei sogni strani. Ci sarebbe da ridere...
Ridere di cosa?
Beh, è come se volessi dire a me stesso qualcosa che non voglio ascoltare da sveglio.
E che cosa sarebbe?
Che sono morto pur essendo vivo."
C'è qualcuno che ha fatto sogni di questo tipo e ha voglia di condividerli?