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Discussione: autismo e attaccamento

  1. #31
    Partecipante Super Esperto L'avatar di neuromancer
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Reduce dal primo incontro full time di un ciclo di 4 giornate, con Thomas Caffrey, esperto di Aba ect ect, qui a Roma, confrontandomi con i genitori (ma c'erano insegnanti, psicologi, operatori scolastici), posso dirvi che la sofferenza e la fatica e le difficoltà economiche a cui sono sottoposti è incredibile.
    Mi spiace che poi qui si rischi di ridurre il discorso ad un conflitto tra psicodinamica e altri approcci (soprattutto di stampo comportamentistico). Anche io non sono immune da questa antinomia, per ragioni soprattutto "neurologiche". Forse con la debole speranza che partendo da questa premessa possiamo approfondire e proporrre scenari più praticabili e con margini di successo insperati. Ma in realtà mi pare che ogni qual volta si faccia menzione di neurologia o neuropsicologia o di aspetti cognitivi, si scivoli nell'arrendevole pregiudizio del riduzionismo.

    ciaz.

  2. #32
    Partecipante Super Esperto L'avatar di neuromancer
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    "During spontaneous 'floor time' play sessions, adults follow the child's lead utilizing affectively toned interactions through gestures and words to move the child up the symbolic ladder by first establishing a foundation of shared attention, engagement, simple and complex gestures, and problem solving to usher the child into the world of ideas and abstract thinking.This process is illustrated by a case example of a young boy on the autism spectrum interacting with his father during 'floor time' over a 3 year period."

    Questo si propone l'ultimo articolo. Su un solo caso, nel periodo di tre anni ( che se sono nella fase dello sviluppo sono falsificabili in poche battute).
    Caro Willy, leggerò gli altri abstract dopo quando avrò più energie e più tempo, ma spero che gli altri articoli siano più promettenti.

    ciaz.

  3. #33
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Infatti questo non è ancora un approccio validato.

    Ora, io cerco, mi pare, di essere passabilmente chiaro. Provo a farlo anche su questo tema.
    Se per "approccio psicoanalitico all'autismo" intendiamo la teoria delle "madri-frigorifero" come responsabili dell'autismo, dal mio punto di vista e per quel che ne so, è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

    Se per "trattamento psicoanaliticamente informato dell'autismo" intendiamo che il bambino autistico viene messo su un lettino 4 volte a settimana e trattato a furia di interpretazioni più o meno freudiane da un analista maschio adulto in giacca e pantaloni neri, camicia bianca e cravatta che sta solitamente silenzioso per il 90% del tempo, credo siamo tutti fuori strada.

    Se invece si pensa che un bambino autistico, semplicemente perché affetto da una sindrome complessa, che comporta rilevanti deficit neurologici, sia per queso privo di inconscio dinamico, secondo me ci si sbaglia di nuovo.

    Il mio non è un discorso teso a dire "o/o". Cerco gli "e/e".

    Buona vita
    Guglielmo
    Dott. Guglielmo Rottigni
    Ordine Psicologi Lombardia n° 10126

  4. #34
    Partecipante Super Esperto L'avatar di neuromancer
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da willy61 Visualizza messaggio
    Se invece si pensa che un bambino autistico, semplicemente perché affetto da una sindrome complessa, che comporta rilevanti deficit neurologici, sia per queso privo di inconscio dinamico, secondo me ci si sbaglia di nuovo.

    Il mio non è un discorso teso a dire "o/o". Cerco gli "e/e".

    Buona vita
    Guglielmo
    Privo o non privo siamo nella logica o/o.
    Magari ci fosse, ammettiamo che esista un inconscio dinamico, per tutto quello che può significare. Resta da capire che tipo di relazioni può avere con le complicazioni neuropsicologiche e cognitive. Mi pare che la psicodinamica non sia molto interessata agli aspetti cognitivi e procedurali delle problematiche mentali. O forse dovrei dire molti psicodinamici di questo forum.

    ciaz.
    Ultima modifica di neuromancer : 07-04-2010 alle ore 20.49.10

  5. #35
    Partecipante Leggendario L'avatar di gieko
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Probabilmente non servirà a nulla ribadire che Bruno Bettelheim non era uno psicoanalista, nonostante si dichiarasse tale e come tale sia stato percepito comunemente. Il suo percorso formativo in tal senso non iniziò nemmeno perchè non superò i colloqui, evidentemente per le problematiche personali che lo portarono poi ai nefasti fatti di cui si parla anche negli articoli sopra riportati.
    Se non altro mi auguro che serva ad aggiungere un po' di chiarezza.

    Dopo di che - e rispondo a neuromancer - non mi sembra che nessuno qui si sia scagliato contro altre modalità di trattamento di una patologia complessa come l'autismo, nè ne neghi le importanti implicazioni a livello neurologico e cognitivo. Si sta solo cercando di sostenere l'idea che possa essere utile operare da diversi punti di vista, ognuno con finalità proprie. Ritengo che un intervento psicoanaliticamente orientato, che nulla ha a che vedere con parentectomie o simili sciocchezze, possa contribuire unitamente ad altri metodi per ciò che è il suo specifico. Magari sarà poca cosa, magari sarà secondaria... ma può produrre risultati.

    Saluti
    Ultima modifica di gieko : 08-04-2010 alle ore 00.07.21
    gieko

  6. #36

    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da gieko Visualizza messaggio
    Probabilmente non servirà a nulla ribadire che Bruno Bettelheim non era uno psicoanalista, nonostante si dichiarasse tale e come tale sia stato percepito comunemente. Il suo percorso formativo in tal senso non iniziò nemmeno perchè non superò i colloqui, evidentemente per le problematiche personali che lo portarono poi ai nefasti fatti di cui si parla anche negli articoli sopra riportati.
    Se non altro mi auguro che serva ad aggiungere un po' di chiarezza.

    Dopo di che - e rispondo a neuromancer - non mi sembra che nessuno qui si sia scagliato contro altre modalità di trattamento di una patologia complessa come l'autismo, nè ne neghi le importanti implicazioni a livello neurologico e cognitivo. Si sta solo cercando di sostenere l'idea che possa essere utile operare da diversi punti di vista, ognuno con finalità proprie. Ritengo che un intervento psicoanaliticamente orientato, che nulla ha a che vedere con parentectomie o simili sciocchezze, possa contribuire unitamente ad altri metodi per ciò che è il suo specifico. Magari sarà poca cosa, magari sarà secondaria... ma può produrre risultati.

    Saluti
    ciao gieiko,
    potresti brevemente descrivere qual è l'approccio psicoanalitico all'autismo?
    aiuterebbe ad uscire dalle barricate ideologiche e confrontarci su cose concrete

  7. #37
    Partecipante Leggendario L'avatar di gieko
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da Postman Pat Visualizza messaggio
    ciao gieiko,
    potresti brevemente descrivere qual è l'approccio psicoanalitico all'autismo?
    aiuterebbe ad uscire dalle barricate ideologiche e confrontarci su cose concrete
    Sono d'accordo, meglio partire dal concreto anche per evitare fraintendimenti derivati dalla troppa teoria.
    In buona sostanza l'approccio psicoanalitico all'autismo corrisponde in buona sostanza a quanto viene descritto dalle linee guida della Società Italiana di Neuropsichiatria infantile in questo documento:
    http://www.sinpia.eu/atom/allegato/148.pdf
    In particolare si vedano le pagine relative alle strategie di intervento (pagg. 46 e seg), dove sono descritti sia i metodi di tipo cognitivo-comportamentale, che quelli definiti "evolutivi (o interattivi)" che sono di matrice analitica.
    Come è riportato nello stesso documento, data la complessità del disturbo autistico rimane - allo stato attuale delle conoscenze - fondamentale lavorare su diversi fronti. Gli interventi di tipo comportamentale sono specificamente adatti per lo sviluppo di competenze relative a quest'area, e si integrano con gli interventi di matrice evolutiva che sono più mirati agli aspetti emotivi.

    Saluti
    gieko

  8. #38
    Partecipante Leggendario L'avatar di gieko
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Appunto... Stanley Greenspan è uno psicoanalista http://stanleygreenspan.com/about-dr-greenspan/ Il fatto che la comunità psicoanalitica ufficiale gli abbia contribuito diverse onorificenze mi fa pensare che le idee in materia di autismo siano, se non altro, molto cambiate.
    Proprio impossibile pensare che non tutti gli psicoanalisti siano affezionati alla teoria della madre-frigorifero?

    Sull'integrazione ho già detto che un lavoro in rete sia necessario oltre che auspicabile.

    Un'ultima cosa. Rispetto la tua posizione e te come persona. Chiederei lo sforzo di fare, almeno sul piano personale, la stessa cosa.

    Saluti
    Ultima modifica di gieko : 09-04-2010 alle ore 19.59.10
    gieko

  9. #39
    Partecipante Figo L'avatar di bella primavera
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Anni fa, per l'esame di psicobiologia dello sviluppo, studiai un libro, del prof. Zappella, primario a siena di neuropsichiatria infantile.
    Racconta i miglioramenti dei soggetti autistici, con il metodo (AERC) ATTIvAZIONE EMOTIVA E RECIPROCITà CORPOREA.
    Secondo l'autore del libro, l'autismo non sarebbe legato esclsavmaente a patologie neurologiche, ma anche ad affettive, difatti racconta di netti miglioramenti avuti con bambini, autistici, senza segni evidenti di disturbi neurologici. (comunque in questi giorni ho intenzione di rileggerlo bene.)

  10. #40
    Partecipante Figo L'avatar di bella primavera
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da moltodifficile Visualizza messaggio
    Michele Zappella, l'inventore dell'AERC, è la causa di tutti i mali dell'autismo in Italia. Il motivo primo ed ultimo per cui ci sono ancora - in alcuni luoghi - psicologi/psicanalisti che osano affrontare l'autismo con la psicoterapia junghiana, facendo danni incommensurabili.
    Vorrei, in questa sede, correggere Gieko. Non c'è stato solo Bettelheim. Dopo Bettelheim c'è stata anche in Italia una lunga genìa di "professionisti" che hanno dato la colpa alle madri e alla situazione familiare in generale. A partire da Zappella, che velatamente l'ha sempre pensato che era colpa della mamma ma che è arrivato a dire "la mamma non c'entra nulla", continuando per la mefitica (davvero disgustosa) Frances Tustin, passando per il vecchio ma ancora attivo Romeo Lucioni, continuando per tutto il "centro autismo" del Niguarda di Milano, tutta l'AIAS di tutta la Lombardia, l'ANFFAS di Varese, la psicologa del nido che ha frequentato mio figlio... Insomma Bettelheim è stato un maestro per tanti di voi, nonostante (come ha scritto Gieko) fosse un millantatore laureato in filosofia etc. etc.

    E diciamoci la verità. L'approccio psicodinamico ha fallito completamente, al cento per cento. Non siete riusciti mai a guarire un depresso: ve li trascinate per anni e anni in psicoterapie infinite che non portano mai a nulla. Non siete mai riusciti a guarire un bulimico, un anoressico. Nessuno.
    Solo terapie infinite, nell'illusione che la cura sia la terapia stessa.
    Risultati: zero. Niente.
    Che senso ha un approccio che non ottiene risultati? Se una ragazzina anoressica va da uno psicologo cognitivo comportamentale, magari nemmeno questo riuscirà a guarirla, ma perlomeno userà tutte le tecniche possibili per guarirla e mandarla "fuori dalle scatole, nel mondo".
    In un trattamento come lo intendete voi, il futuro è il lettino. Per sempre.
    E' terribile.

    Eppure continuate ad esistere, cari amatissimi psicodinamici, continuate a sfornare le vostre buone Frances Tustin e a dire: "Ma Bettelheim non era uno psicologo".
    Sono d'ccordo con te in parte, nel senso che l'approccio psicodinamico, è poco consigliato per certi approcci (è scritto anche nel dsm), ma affermare che non funziona mai, è una generalizzazione, uscendo dal discorso autistico, ed entrando in quelli in asse II, la ricerca ci dice che speso le terapie del profondo, funzionano di più nei disturbi di personalità, che di quelle cognitivo comportamentali comportamentali. ( ho parlato di un altro disturbo, perchè hai citato, anche l'anoressia e depressione).

  11. #41

    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da benedetta14 Visualizza messaggio
    E sul Greenspan che tu stesso citi come ti poni?
    Cito Carlo Hanau: "Alcuni operatori italiani, legati alla tradizione psicodinamica, non potendo più sostenere le teorie di Bettelheim e della Tustin, ormai definitivamente dimostrate false, propongono di utilizzare il metodo DIR nella primissima infanzia al posto dei metodi neocomportamentali"

    Ciò detto, in America Greespan propone un intervento intensivo basato sul gioco, con il coinvolgimento massiccio dei genitori. E questo - alla fine - può funzionare (non certo per la matrice psicodinamica ma per l'intensività).

    In Italia si ripropone il DIR anche per soli 45 minuti alla settimana (ASL di Verbania). Una vera e propria presa per il sedere.
    Soprattutto si evita di dire: "Cominciate l'ABA finchè il bambino è piccolo, perché potete ottenere risultati importantissimi" ma si dice "Venite da noi a fare 45 minuti di DIR".
    Ultima modifica di moltodifficile : 11-04-2010 alle ore 10.58.49

  12. #42
    benedetta14
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    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da moltodifficile Visualizza messaggio
    In Italia si ripropone il DIR anche per soli 45 minuti alla settimana (ASL di Verbania). Una vera e propria presa per il sedere.
    Soprattutto si evita di dire: "Cominciate l'ABA finchè il bambino è piccolo, perché potete ottenere risultati importantissimi" ma si dice "Venite da noi a fare 45 minuti di DIR".
    Su queste difficoltà enti ed istituzioni non fatico a crederti.

    Ciò detto, in America Greespan propone un intervento intensivo basato sul gioco, con il coinvolgimento massiccio dei genitori. E questo - alla fine - può funzionare (non certo per la matrice psicodinamica ma per l'intensività).
    Però con questo che vuoi dire? Che il bimbo può essere stimolato solo attraverso l’educazione a ripetere comportamenti e che certe sue facoltà mentali non possono essere sviluppate mediante l’interazione delle relazioni sociali?
    Ultima modifica di benedetta14 : 11-04-2010 alle ore 11.57.07

  13. #43

    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da benedetta14 Visualizza messaggio
    ...il bimbo può essere stimolato solo attraverso l’educazione a ripetere comportamenti e che certe sue facoltà mentali non possono essere sviluppate mediante l’interazione delle relazioni sociali?
    Proprio così, a meno che non sia un caso di "aspergerino" che migliora praticamente da solo, la maggior parte dei bambini autistici sono talmente compromessi che hanno bisogno di un solido lavoro comportamentale per apprendere qualunque cosa. Non è una compromissione dovuta alla relazione, come voleva la Tustin, ma un disturbo neurologico molto grave.
    Una volta che il bambino è progredito, si può pensare di introdurre dei programmi ABA di interazione con i pari o addirittura dei programmi RDI (l'RDI ha il pregio di non avere una matrice psicodinamica).

  14. #44
    benedetta14
    Ospite non registrato

    Riferimento: autismo e attaccamento

    Perché è allora importante il coinvolgimento dei genitori e l'adattamento degli ambienti in cui lavorare?
    Non si può svolgere ABA con le sole figure professionali ed in ambienti diversi e dedicati esclusivamente a ciò? Per esempio, il bambino potrebbe essere ospitato in strutture nelle quali operano professionisti che eseguono ABA ed ottenere così ottimi risultati lo stesso.
    A quanto capisco è centrale il metodo applicato e non la capacità di sviluppo emotivo del soggetto.
    I progressi che si possono ottenere sono dovuti alla quantità di informazioni comportamentali acquisite da ABA o dalle capacità che tale metodo può stimolare?
    Ultima modifica di benedetta14 : 11-04-2010 alle ore 14.55.13

  15. #45

    Riferimento: autismo e attaccamento

    Citazione Originalmente inviato da benedetta14 Visualizza messaggio
    Perché è allora importante il coinvolgimento dei genitori e l'adattamento degli ambienti in cui lavorare?
    Non si può svolgere ABA con le sole figure professionali ed in ambienti diversi e dedicati esclusivamente a ciò? Per esempio, il bambino potrebbe essere ospitato in strutture nelle quali operano professionisti che eseguono ABA ed ottenere così ottimi risultati lo stesso.
    A quanto capisco è centrale il metodo applicato e non la capacità di sviluppo emotivo del soggetto.
    I progressi che si possono ottenere sono dovuti alla quantità di informazioni comportamentali acquisite da ABA o dalle capacità che tale metodo può stimolare?
    Troppo lungo da spiegare perché non è possibile fare ABA in un centro. Forse è meglio se ti dò un link e ti rispondo "Non si può fare perché siamo in Italia".

    Autismo, che fare? Incazzarsi! Blog Archive L'ABA E' L'UNICA STRADA? IN ITALIA Sì.

    p.s. Lo sviluppo emotivo del soggetto è conseguente allo sviluppo cognitivo-comportamentale. L'emozione pura, fine a se stessa, non esiste.

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