Beh, non ho capito tante cose, e su diverse chiederei spiegazioni ma siccome so che inizierei a far troppe domande mi astengo. Continuate la discussione voi. Grazie comunque per le precisazioni alessicinica.
Saluti
Beh, non ho capito tante cose, e su diverse chiederei spiegazioni ma siccome so che inizierei a far troppe domande mi astengo. Continuate la discussione voi. Grazie comunque per le precisazioni alessicinica.
Saluti
Appena vuoi, inizia a chiedere, così mi costringi tra l'altro a riprendere una marea di concetti
Mi rendo conto comunque, che di sicuro non sono cose di facile comprensione, o di facile descrizione.
Come ho scritto nel primo post, la differenza tra perversione strutturale ed aspetti sintomatici perversi, va tenuta presente. I miei riferimenti teorici sono legati alla psicoanalisi, ma sarei curioso di sentire anche colleghi di altro orientamento. All'interno della psicoanalisi stessa sono presenti diversi modelli di etiologici della perversione e delle perversioni, ed è questo il punto su cui volevo dibattere. Infatti le spiegazioni derivate dal modello pulsionale sono profondamente diverse da quelle delle teorie delle relazioni oggettuali, e sostanzialmente incompatibili.
Non capisco invece a cosa tu ti riferisca con la frase sopra.
Sarei cauto a considerare tout court le dipendenze e tossicodipendenze come forme della perversione, a meno di non perdere troppo la specificità di questa area della psicopatologia, che consiste nel particolare "impasto" tra libido e pulsione di morte (nel modello classico) o nel recupero fantasticato e sessualizzato degli oggetti primari carenti (nel modello relazionale). Non tutte le espressioni sintomatiche che indichi hanno caratteristiche perverse, in alcune di essere l'erotizzazione non compare e sono segno di altre modalità strutturali.
Anche qui mi è poco chiara la posizione che sostieni: le parafilie sono determinate dalle regole sociali? O non è piuttosto il contrario?
Saluti
gieko
Sì certo, sono cautissima
O almeno, ci provo
Chiaramente!Non tutte le espressioni sintomatiche che indichi hanno caratteristiche perverse, in alcune di esse l'erotizzazione non compare e sono segno di altre modalità strutturali.
Sono cose che come dici tu vanno stabilite caso per caso.
Ma andrei con le pinze a fare il discorso inverso al mio e cioè la metterei piuttosto così
''in alcune di esse l'erotizzazione non è detto che si noti!''
E qui sta la peculiarità del nucleo perverso, nel celarsi. Magari il ricercatore, anche se attento, ricercherà l'erotizzazione sulla base di alcune sue idee, il perverso sarà bravo a 'raggirarle' e finirà per perpetuare un modello 'deviante'.
E' caratteristica del perverso raggirare 'le regole', ecco, a questo mi riferisco.
o entrambi, ancheaddiction e gioco d'azzardo patologico. Potrebbero essere modalità riconducibili a funzionamenti narcisistici o psicotici...
Anche qui dipende, o sono in errore? E comunque così complichiamo ulteriormente il discorso.
Davo per scontata la relatività del caso per caso, ecco. Scusate.
Relativamente al gioco d'azzardo e all'addiction, sono abbastanza certa di quello che ho scritto e non lo do tout court, ma nemmeno lo darei per sbagliato, poi dipende, ovvio.
Sessualizzato o erotizzato, scusa?...o nel recupero fantasticato e sessualizzato degli oggetti primari carenti (nel modello relazionale)
Mi sta benissimo sessualizzato, ma... siccome la perversione dovrebbe avere una collocazione specifica lungo lo stato rappresentazionale simbolico, ti sarei grato se mi spieghi un pò il tuo punto di vista sia sulla sessualizzazione, che sull'erotizzazione e come, eventualmente, ne svisceri le dinamiche in merito all'argomento.
Infine, sul discorso parafilia e regole sociali, non vedo cosa non sia chiaro: le regole sociali stabiliscono 'le parafilie', ora va meglio?
Scusate, edito perchè il messaggio di prima era partito due volte, ma non riesco a cancellare l'ultima risposta. Scusate -_-'
Ultima modifica di alessicinica : 03-05-2010 alle ore 18.54.31
Parlando dell'attaccamento ad un oggetto di per sé nocivo, pena la morte psicologica, ti riferisci a problemi di co dipendenza? Come ad es nell'attuazionee mantenimento di dinamiche che perpetuino lo status di un individuo nel ruolo di "paziente designato" (come in certe tossicodipendenze ed alcolismo)?
Per cui si ha parassitismo psicologico da un lato ed attaccamento ad un oggetto parziale dall'altra?(semplifcando perché le dinamiche sono molto più complesse).
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
Mi sembra sia più una conseguenza legata alla profonda angoscia di incrinare l'onnipotenza fantasticata, di iniziare a tagliare il velo della negazione. E questo si percepisce nel transfert, anche come "deviazione" continua rispetto agli scopi che il paziente si prefigge in analisi. Il raggiro vero e proprio è forse più tipico dei pazienti psicopatici.
Sessualizzato ed erotizzato, nel senso dell'importanza del ruolo e della ricerca eccitata dello stesso.
Dal punto di vista psicodinamico che è quello che desideravo trattare qui, le regole sociali hanno poco a che vedere.
Saluti
gieko
Riferimento: Perversione e perversioni
gieko
Mi sembra sia più una conseguenza legata alla profonda angoscia di incrinare l'onnipotenza fantasticata, di iniziare a tagliare il velo della negazione. E questo si percepisce nel transfert, anche come "deviazione" continua rispetto agli scopi che il paziente si prefigge in analisi. Il raggiro vero e proprio è forse più tipico dei pazienti psicopatici.
Citazione:
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citazione: originariamente inviato da gieko
Sessualizzato ed erotizzato, nel senso dell'importanza del ruolo e della ricerca eccitata dello stesso.
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La deviazione dallo scopo, in questo caso, può dipendere dal desiderio di mantenere viva l'eccitazione della ricerca piuttosto che nel raggiungimento della soddisfazione che anzi, viene di volta in volta allontanata, quanto più sentita vicina? Ciò determina:
1) specifiche resistenze?
2) la ricerca di contesti sociali caratterizzati da particolari regole atte a soddisfare la "ricerca" in atto in un dato momento ai fini del mantenimento e dell'accentuazione dell'eccitamento ad esso connesso?
In tal senso, pensi ci sia una componente impulsivo-compulsiva?
Il bisogno di deviazione dallo scopo in analisi, può essere particolarmente legato ad es., a dinamiche narcistiche con componenti fantasticate e "compensanti" di grandezza ?
Ultima modifica di RosadiMaggio : 04-05-2010 alle ore 20.01.20
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
Cara Rosa, sinceramente faccio fatica a seguire i tuoi dubbi... Potresti esprimere il tuo punto di vista e, se ti va, ci confrontiamo.
Saluti
gieko
Ma lo sai che mi hai ricordato gli studi sul ritardo mentale della Mannoni?
Però perchè co-dipendenza?
Per esempio la Mannoni sviscera l'argomento in merito agli studi sull'autismo, ma piu in generale, sul debole mentale.
Il concetti cardini riprendono lo smantellamento di Meltzer e l' Io-pelle di Anzieu, ma sono inseriti in una dinamica complessa madre (isterica)-bambino(parassita).
Quindi direi sì, mi riferisco a quello
Stai parlando della perversione di transfert, mi pare di capire.
Iniziare a tagliare il velo della negazione, però, è un processo nevrotico.
Nel discorso 'perversione' siamo lontanucci dal farlo.
La soluzione nevrotica (o nevrotizzata) è molto frequente sopratutto nel processo di negazione.
Lo stesso processo di negazione, invece, nella struttura perversa, è già cristallizzato e non credo sia possibile auspicarsi uno spiraglio in questo senso.
Questo perchè è stata diversa, nella psicopatologia dello sviluppo della struttura stessa della personalità perversa, la soluzione simbolica.
Considera che il nevrotico esalta la figura paterna e poi la nega, rimuovendone le fantasie inconscie, nella soluzione edipica, mentre il perverso no. La nega 'a priori' e non a posteriori.
Infatti la 'confabula' nella 'madre fallica', aggiungo, sterile per eccellenza perchè parimenti castrata.
Nevrosi= il conflitto si colloca sulla soluzione del complesso edipico (raggiunto e successivamente rimosso).
Perversione= si è passati (secondo Lacan) dalla castrazione, però la si nega presentificando, realizzando, nella figura materna la rappresentazione (imago) del pene femminile.
E qui la negazione si raddoppia, se ne raddoppia il senso, perchè viene nuovamente negata nel corpo della madre, 'castrando' il fallo (che non esiste) e quindi immaginando ciò che non esiste=fallo/simbolico=feticcio.
Frena, sono due tipi di raggiri molto diversi tra loro, sebbene sembrino ad un passo.
Qui complicheremmo le cose perchè non si potrebbe prescindere dalle identificazioni e controidentificazioni a venire. (almeno, in sede psicodinamica )
E mi pare saremmo OT.
Allora, la ricerca è eccitatoria, non eccitata, mai appagata e 'maledetta'.
Non c'è sessualizzazione
E' la maledizione del morbid craving, o della ricerca dell'oggetto NEL/CON IL/TRAMITE feticcio.
Quindi ha ragione Rosa quando dice che l'eccitazione è per la ricerca, non per l'appagamento del bisogno.
Quindi parliamo SOLO di erotizzazione come meccanismo più complesso, più evoluto e meno compulsivo, (passatemi il termine).
Il perverso ha un processo simbolico molto evoluto, di fatto.
Perchè?
''...La perversione feticista ha in sè sempre un'ideologia, l'ideologia gnostica.
Il perverso nega la Legge del Padre sostituendola con la Legge del suo Desiderio...'' Rosolato.
Ultima modifica di RosadiMaggio : 04-05-2010 alle ore 15.35.30 Motivo: duplicato.....................
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
Si gieko, appena possibile cercherò di spiegarmi meglio;tuttavia, per fare un singolo esempio concreto, mi chiedevo se una persona con una sintomatologia "perversa", non ricerchi attivamente anche un contesto adeguato per esprimerla- ad es., il giocatore patologico, la sala d'azzardo dove ci sono regole "interne" al gruppo che gli permettono anche di mantenere il suo eccitamento legato alla possibilità remota di vincere (perdendo però in molti altri sensi , non solo economico ma di autostima e di impoverimento delle relazioni familiari, amicali, sociali più intime ed autentiche allontanandosi così anche da sè stesso; ciò poi comporta la necessità di mantenere un precario equilibrio ai fini di un'omeostasi interna. Ed é a livello el mantenimento di questa omeostasi che si innesca un'ulteriore allontanamento dallo scopo che può sfociare in una ulteriore sintomatologia e, nel caso la persona giunga in terapia, in alcune resistenze.)
Ciò può comportare ad es. il formarsi di una relazione terapeutica che il paziente tenta di strutturare inconsciamente in modo sadomasochistico anche secondo te?
(quello del gioco d'azzardo é solo un esempio; ce ne sono altri, come l'alcolismo, la tossicodipendenza, alcuni disturbi alimentari, la ricerca della soddisfazione sessuale attraverso il ricorso alla prostituzione e quindi con la frustrazione ad essa connessa per la mancanza del rapporto affettivo, ognuno caratterizzato da dinamiche intrapsichiche ed interpersonali specifiche).
Spero di essermi spiegata un pò meglio; l'argomento che hai proposto é piuttosto complesso e molto interessante.
Ultima modifica di RosadiMaggio : 04-05-2010 alle ore 15.33.42
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
[QUOTE=RosadiMaggio;2325200]1) NegazioneLa deviazione dallo scopo, in questo caso, può dipendere dal desiderio di mantenere viva l'eccitazione della ricerca piuttosto che nel raggiungimento della soddisfazione che anzi, viene di volta in volta allontanata, quanto più sentita vicina? Ciò determina:
1) specifiche resistenze?
2)Scissione
Il tutto complicato dal fatto che la componente psicotica è comunque presente, nonostante l'evoluzione del processo simbolico.
Non serve.
Va benissimo ogni contesto sociale. Il perverso saprà 'adattarsi' magistralmente.
Yess
Mettiamola meglio però: è un modo di raggirare la psicosi che ne conseguirebbe se non fosse che.... (feticcio).
Diciamo che è il male minore, sebbene è pur sempre un male.
Hai spiegato il narcisimo primario di Freud. °_°
In analisi è il transfert che ne regolerà lo svolgersi.
Il perverso è il paziente a cui ci si 'affeziona' maggiormente, diventa un pensiero quasi ossessivo, ma meglio, di dipendenza.
Una modalità peculiarissima di 'dipendere' a vicenda senza però trovare l'insight per poter continuare un'analisi che non prenda la forma di un morbo strano.