Originalmente inviato da
wxyzabcd
Non so perchè chi non considera le "risorse duramente guadagnate nel mondo esterno" come diretta conseguenza della capacità di riconoscere il proprio mondo interno debba scegliere di fare un percorso formativo in psicoterapia psicodinamica.
Ci sono molti altri orientamenti di pari dignità e rispetto che hanno il loro fondamento in un'ottica che ben distingue l'oggettività della realtà e coerentemente possono comprendere anche le logiche di mercato nella scelta della terapia stessa (e dell'offerta formativa).
Ma quello che non si può spiegare è come la questione economica che si evince da taluni interventi sia una condizione precipua e discriminante per la scelta di quello che dovrebbe essere (uso il condizionale a questo punto) una formazione non solo teorico-tecnica, ma soprattutto funzionale. Perchè in psicoterapia psicodinamica o psicoanalisi lo strumento coadiuvante d'indagine è la persona del terapeuta nella sua unicità e non il solo sapere astratto formalizzato magari in protocolli, metodi e tecniche varie la cui acquisizione può essere scelta con un criterio di valutazione del rapporto qualità/prezzo.
Quando però viene chiesto il nominativo di un terapeuta che applica tariffe convenienti perchè il desiderio di frequentare una scuola che si ritiene prestigiosa per la formazione che può offrire incontra la difficoltà della limitatezza delle risorse finanziarie e si cerca la soluzione nella convenienza economica, mi chiedo come quel futuro psicoterapeuta psicodinamico potrà condurre un'analisi con un futuro paziente che cercherà la soluzione più conveniente per aggirare gli ostacoli che la sua sofferenza gli porrà.
Se si crede per davvero in una buona formazione (ed analisi conseguente) ed il suo costo è elevato, credo che sia molto più intellettualmente onesto cercare di trovare la soluzione per arrivare a coprire tale costo, piuttosto che cercare di abbassarlo rendendo tale operazione principale rispetto alla valutazione della qualità. Invece l'attenzione si è concentrata sui numeri, sulle cifre. Per carità, non ho niente in contrario a trattare in termini di numeri, cartelle cliniche, casi clinici, c'è una ragione anche in questo, ma non quando si parla di psicodinamica. Ed io credo che, se anche non si è iniziata o conclusa la specializzazione, il corso di studi universitari e le motivazioni che hanno maturato questa scelta siano sufficienti a sensibilizzare in tal senso.
Quindi non penso che sia molto ovvio cercare di risparmiare perchè fortunatamente i terapeuti (competenti o incompetenti? non si sa, è ininfluente) hanno tariffari diversi. Semmai dovrebbe essere ovvio scegliere un buon terapeuta che fornisca una buona formazione con il quale sentire di lavorare bene insieme e poi, solo poi, informarsi quanto è il suo onorario e cercare di trovare le risorse (interne ed esterne) per coprirlo, ma non partire dal discorso di quanto ho a disposizione e poi cercare il megliore possibile che posso pagarmi.
La questione non è pensare che il professionista che costa di più sia più capace di quello che costa di meno (non si capisce perchè alle obiezioni poste si dia questa interpretazione piuttosto sbrigativa e grossolana che non si addice ad un'acuta mente analitica); la questione è che le valutazioni che si fanno per arrivare ad una simile scelta parlano di come ci si responsabilizza, di come ci vediamo e di cosa vogliamo per noi (il mondo interno, appunto). Insomma, assumersi la responsabilità della propria formazione (e non solo) significa anche darsi delle risposte riguardo a cosa si dà priorità, se alla qualità (della formazione e della propria vita) o alla convenienza e significa anche mettersi alla prova per cercare di superare certi ostacoli con le proprie personali risorse. Poi magari potremo non riuscirci o decidere di abbandonare, di cambiare strada, di fare altre scelte, ma quello che avevamo scelto era andato in una certa direzione. Non so se un analista che abbia dato priorità alla convenienza potrà mai diventare un professionista (e non solo) di qualità.
Quanto infine al non far diventare le scuole d'élite trovo curioso il fatto che ci si riferisca ad un pericolo circoscritto alla formazione e non all'analisi in generale. Perchè gli stessi problemi economici li hanno anche i pazienti. Ad un operaio che guadagna 1.200 euro al mese con famiglia, figli, affitto e quant'altro 3 sedute settimanali a 45 euro sarebbero 540 euro mensili: se lui vi chiedesse un prezzo di 10 euro a seduta perchè non può coprire l'onorario intero, ma è suo desiderio fare una terapia analitica cosa gli rispondereste?