Comunicato stampa del 17 Marzo 2010
LEGGE REGIONALE VENETO 4 marzo 2010, n°16
Interventi a favore delle persone con disturbi specifici dell’apprendimento
(dsa) e disposizioni in materia di servizio sanitario regionale.
Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto n. 21 del 9 marzo 2010

La recente approvazione della Legge Regionale del Veneto n. 21 del 9 marzo 2010,
avvenuta non senza polemiche, ci impone, in qualità di comitato promotore, un’attenzione maggiore al suo sviluppo e conseguente applicazione nei servizi preposti.
Se da una parte rimangono validi i principi ispiratori che hanno fatto da guida, alle Associazioni professionali, alle Società Scientifiche, al mondo accademico e della scuola, ovvero la necessità di declinare nella pratica clinica diagnostica, riabilitativa ed educativa, le migliori evidenze scientifiche che assicurano ai Cittadini trattamenti efficaci e affrontino nell’ottica interdisciplinare, i problemi delle conseguenze che tali disabilità possono provocare alle persone con DSA e all’interno delle famiglie, la Legge ha provocato non poche delusioni, che avranno modo di creare un ampio dibattito nella nostra Regione.
L’operazione culturale avvenuta di recente nel nostro Paese, rappresentata dalla sottoscrizione della Consensus Conference sui disturbi evolutivi di Apprendimento, ha posto l’attenzione sulla qualità professionale sanitaria (correttezza delle diagnosi, della riabilitazione e degli interventi preventivi), per definire l’appropriatezza delle richieste e la loro priorità.
L’applicazione di Linee Guida e Raccomandazioni sulla pratica Clinica, diventano un primo passo verso le buone pratiche e riferimento per l’organizzazione in Sanità sui percorsi assistenziali più efficaci ed efficienti.
Parlare di DSA vuol dire diagnosi precoce e corretta e intervento riabilitativo mirato e personalizzato; questo impone la presenza di Servizi territoriali ben definiti, dotati, sia in termini di competenza specifica che di personale congruo e formato, delle risorse relative: ciò deve poter essere a disposizione delle famiglie e dei bambini/ragazzi nel territorio di residenza, per sostenere nella globalità dei bisogni, il lavoro riabilitativo. Inoltre è necessario che si attivino le risorse per garantire una diagnosi corretta e tempestiva, oltre ad una adeguata presa in carico, delle persone non più comprese nell’età evolutiva.
E’ essenziale che nei Servizi venga curato il lavoro con le famiglie, molto spesso confuse e per le quali non è né facile, né rapido "comprendere" il DSA del figlio, spesso ancora percepito, nonostante tutte le spiegazioni, come qualche cosa che "guarisce".
Altro punto importante è la formazione continua degli insegnanti, non solo per quanto attinente strettamente l'utilizzo corretto degli strumenti dispensativi e compensativi, ma anche nella capacità di favorire in ogni modo, ben al di là dell'apprendimento in senso stretto, l'attivazione delle competenze più ampie dei bambini e dei ragazzi e la possibilità di sostenerne l'autostima e il rapporto con i pari, in stretta collaborazione con il personale sanitario che opera in ambito clinico e con le famiglie.
La Legge regionale di recente approvazione, presenta numerose criticità che possono essere colmate da una sinergia tra i diversi “attori”, per la sua attuazione più consona in riferimento ai concetti di Appropriatezza, Organizzazione e alta integrazione Socio-Sanitaria con un ruolo sempre più importante del Cittadino, destinatario dell’intervento.
Riteniamo opportuno che venga costituito un Comitato Tecnico-scientifico, come peraltro presente in altre leggi regionali di recente emanazione, formato dai rappresentanti delle categorie coinvolte :
centro di riferimento regionale per i DSA,
dell’Università,
associazioni Scientifiche Professionali e Ordini delle Professioni Sanitarie, coinvolti nel percorso diagnostico/riabilitativo dei DSA;
associazione dei genitori.
Tale comitato avrà funzioni di raccordo con i referenti degli assessorati regionali alle politiche sanitarie, all’istruzione e alla formazione, si rapporterà con gli altri soggetti coinvolti sul territorio, quali i pediatri di libera scelta, e i servizi sanitari di competenza.