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  1. #31
    Partecipante
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    06-07-2009
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Ma tu sei sicuro che quella rabbia non nutra qualche aspetto di te e che sia essa stessa un'infrastruttura alla quale ti vuoi aggrappare per paura di scoprire cosa in realtà ci sia dietro?
    Certo. Ci stanno dietro oceani di odio e rancore. La parte più oscura di sé che si ha paura di accettare. Magari io mi nutrissi di una rabbia bene indirizzata. Oggi invece la dirigo contro me stesso: caso lampante di misdirected revenge nell'accezione di char_lie.
    Ultima modifica di 404inside : 31-05-2010 alle ore 11.08.33

  2. #32
    benedetta14
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Citazione Originalmente inviato da 404inside Visualizza messaggio
    Certo. Ci stanno dietro oceani di odio e rancore. La parte più oscura di sé che si ha paura di accettare. Magari io mi nutrissi di una rabbia bene indirizzata. Oggi invece la dirigo contro me stesso: caso lampante di misdirected revenge nell'accezione di char_lie.
    E non potrebbe essere che dirigi la rabbia contro te stesso anche cercando di boicottare il rapporto con la tua analista, perché lei potrebbe rappresentare una persona che abbia cura di te?

  3. #33
    Partecipante
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    06-07-2009
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Sul rapporto con l'analista non vorrei scrivere e non mi pare di avere scritto. Quando mai ho detto che cerco di boicottarlo? E su che base tu lo stabilisci? Per come la penso io, tutto rientra nel rapporto, non ci sono boicottaggi finché c'è rapporto.
    Ultima modifica di 404inside : 31-05-2010 alle ore 15.14.06

  4. #34
    benedetta14
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Ah perché fare domande vuol dire stabilire qualcosa?
    Comunque, personalmente, resto dell'idea che non ha senso parlarne se non all'interno dell'analisi stessa.

    Saluti.

  5. #35
    Banned
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Ma tutto non potrebbe avere un senso?
    O meglio, non potreste dare un senso teorico a questa affermazione?
    Ciascuno di noi dà il senso che crede alle proprie esperienze, o piaceri, se vuoi..
    Ciascuno di noi ne parla a casa, con i familiari( quante volte!) ne parla con se stesso, ne parla nei forum, poi ne parla in terapia, poi non ne parla..e meno male, dico io.
    Effettivamente tutti gli psy esortano a parlarne in terapia, ma io credo che non ce ne sia bisogno, che tutto sommato anche l'esortazione stessa, o ha un senso tutto suo, teorico, appunto, o non ne ha.
    Ultima modifica di complicata : 31-05-2010 alle ore 18.03.31

  6. #36
    Partecipante
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    06-07-2009
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Citazione Originalmente inviato da benedetta14 Visualizza messaggio
    Ah perché fare domande vuol dire stabilire qualcosa?
    Comunque, personalmente, resto dell'idea che non ha senso parlarne se non all'interno dell'analisi stessa.

    Saluti.
    Scusa, Benedetta, in effetti la formula era dubitativa. Io capisco che quando si danno dei consigli si possa essere in buona fede, ma capita anche che ci si allarghi un po'... E in quanto a "non ha senso parlarne se non all'interno dell'analisi", forse non ti sei accorta che sei tu l'unica in tutto il thread ad avere aperto la questione del rapporto con l'analista.

    Del resto, se ti riferisci alla questione del rapporto, io sono d'accordo con te. Se invece ti riferisci al thread in toto, c'è da chiedersi perché hai risposto. Complicata è più possibilista, e va bene anche così. Se IO non voglio parlare di certe cose fuori dalla stanza, non mi sogno di dire che, universalmente, "non ha senso". Le regole è già azzardato fissarle per se stessi, figuriamoci per gli altri.
    Ultima modifica di 404inside : 31-05-2010 alle ore 18.13.21

  7. #37
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Sono possibilista perchè è una vita che faccio terapia, e parlo di terapia con mezzo mondo, oltre che con il terapeuta.
    Praticamente da quando la faccio. La gente mi risponde, e io rispondo a loro, ci scambiamo tante belle cose, impressioni, dubbi..

    Certo, ne abbiamo discusso tante volte, ma è assodato che si tratta di una mia caratteristica.

    Si chiama "acting out"?

  8. #38
    benedetta14
    Ospite non registrato

    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Citazione Originalmente inviato da 404inside Visualizza messaggio
    Scusa, Benedetta, in effetti la formula era dubitativa. Io capisco che quando si danno dei consigli si possa essere in buona fede, ma capita anche che ci si allarghi un po'... E in quanto a "non ha senso parlarne se non all'interno dell'analisi", forse non ti sei accorta che sei tu l'unica in tutto il thread ad avere aperto la questione del rapporto con l'analista.

    Del resto, se ti riferisci alla questione del rapporto, io sono d'accordo con te. Se invece ti riferisci al thread in toto, c'è da chiedersi perché hai risposto. Complicata è più possibilista, e va bene anche così. Se IO non voglio parlare di certe cose fuori dalla stanza, non mi sogno di dire che, universalmente, "non ha senso". Le regole è già azzardato fissarle per se stessi, figuriamoci per gli altri.
    Mah guarda 404inside, sono dell'opinione che io usi un italiano diverso dal tuo e per questo credo di avere forti problemi di comunicazione con te.
    Infatti una domanda io non la considero un consiglio e quando scrivo che "PERSONALMENTE resto dell'idea che non ha senso parlarne se non in analisi" non è un ritenere universale una cosa: me la vorrai concedere un'opinione personale anche se non coincide con la tua?


    Saluti
    Ultima modifica di benedetta14 : 31-05-2010 alle ore 19.12.23

  9. #39
    benedetta14
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Citazione Originalmente inviato da complicata Visualizza messaggio
    Ma tutto non potrebbe avere un senso?
    O meglio, non potreste dare un senso teorico a questa affermazione?
    Ciascuno di noi dà il senso che crede alle proprie esperienze, o piaceri, se vuoi..
    Ciascuno di noi ne parla a casa, con i familiari( quante volte!) ne parla con se stesso, ne parla nei forum, poi ne parla in terapia, poi non ne parla..e meno male, dico io.
    Effettivamente tutti gli psy esortano a parlarne in terapia, ma io credo che non ce ne sia bisogno, che tutto sommato anche l'esortazione stessa, o ha un senso tutto suo, teorico, appunto, o non ne ha.
    Complicata, per me non ha senso "teorizzare il perdono" perché dipende da quello che esce fuori in analisi...ci sono tempi, modi, motivazioni che sono diversi per ogni persona. Credo che se si arrivasse ad una teorizzazione del genere si darebbe importanza a contenuti standardizzati e si perderebbe di vista il lavoro analitico. Tutto qui. Che senso ha dire se sia giusto o sbagliato perdonare? Per qualcuno ed in qualche momento può essere giusto, per altri no. Boh! E' una mia semplice opinione.

  10. #40
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Dio perdona, io no

    Era il titolo di un vecchio mitico film.

    E vissero tutti felici e contenti.


    Con il "teorizzare", io mi riferivo solo al consiglio di parlarne con l'analista.

    Anche, con l'analista.

    Quando lo consigliate, sembra che l'analisi di un paziente, sia la panacea di tutti i mali, e non lo è.

    Quindi..
    Ultima modifica di complicata : 31-05-2010 alle ore 20.53.13

  11. #41
    Partecipante Leggendario L'avatar di gieko
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Citazione Originalmente inviato da complicata Visualizza messaggio
    Con il "teorizzare", io mi riferivo solo al consiglio di parlarne con l'analista.

    Anche, con l'analista.

    Quando lo consigliate, sembra che l'analisi di un paziente, sia la panacea di tutti i mali, e non lo è.
    La teorizzazione in merito è molto semplice: fermo restando che chiunque possa parlare di ciò che vuole con chi desidera, e che l'analisi non è una panacea, qui vengono rivolte domande con aspettative di risposta di tipo professionale. E domande per giunta estremamente plurideterminate. Necessitano quindi un trattamento che in questa sede è impossibile per ovvi motivi, e che magari è già in corso con tutte le specificità del caso.
    L'analista è chiamato a dare una risposta diversa dalle altre e per farlo ha bisogno di un determinato assetto e degli strumenti più idonei.

    Saluti
    gieko

  12. #42
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Citazione Originalmente inviato da gieko Visualizza messaggio
    La teorizzazione in merito è molto semplice: fermo restando che chiunque possa parlare di ciò che vuole con chi desidera, e che l'analisi non è una panacea, qui vengono rivolte domande con aspettative di risposta di tipo professionale. E domande per giunta estremamente plurideterminate. Necessitano quindi un trattamento che in questa sede è impossibile per ovvi motivi, e che magari è già in corso con tutte le specificità del caso.
    L'analista è chiamato a dare una risposta diversa dalle altre e per farlo ha bisogno di un determinato assetto e degli strumenti più idonei.

    Saluti
    Personalmente qui io non cerco le risposte che può dare l'analista, che sono più articolate (diciamo che hanno più dimensioni) rispetto a quanto può contenere una dialettica strettamente logica e teorica. Tuttavia non trovo che un approccio sia sostitutivo (o comprensivo) dell'altro. E' un arricchimento, e le risposte che ho ricevuto finora mi hanno arricchito, per quanto possa averle filtrate, deformate sul metro del mio sentire o persino fraintese (vedi benedetta14).

    Per intenderci, gieko, con l'analista non mi sogno di affrontare un discorso teorico, al limite ne accenno per illustrare i miei stati d'animo ecc. Ma in un rapporto di carne non voglio spendere soldi per discettare su astrazioni e schemi. Sono campi di gioco diversi - e ben vengano entrambi.

  13. #43
    Partecipante
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Benedetta, forse ho frainteso e mi scuso. Tornando alla tua domanda, ciò che mi sento di dire è che per me la categoria del "boicotaggio" non esiste in un rapporto analitico. Boicottaggio rispetto a che cosa? A come "dovrebbe essere"? A un "giusto rapporto"? Se avessimo una norma o un riferimento, non saremmo più noi stessi. Se mi sento di "boicottare" (qualunque cosa voglia dire), QUESTO è il mio rapporto analitico. Sta poi all'apertura di entrambi (paziente e terapeuta) trarne tutte le conclusioni e gli strumenti utili al progresso della terapia.

  14. #44
    benedetta14
    Ospite non registrato

    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Caro 404inside, penso che sia successo esattamente ciò per cui sia opportuno rimandare alle sedi appropriate la trattazione di un simile argomento.

    Anni fa seguii da esterna un caso di malasanità per cui una coppia perse il proprio figlio. La madre fece fluire tutto il suo odio in ogni direzione, seguì tutti i gradi di giudizio, chiese ed ottenne giustizia, ma alimentare questa sua rabbia, seppur rivolta a gran voce verso i responsabili dell’accaduto la portava ad acuire ancora di più il profondo senso di inadeguatezza che aveva radici lontane fino a portarla all’autodistruzione.
    Non so se esiste un modo o un tempo in cui le ingiustizie subite debbano prendere il loro posto e se ciò debba passare per degli stadi precisi di elaborazione, ma penso che non ci possa essere rabbia per gli altri che non passi anche attraverso la rabbia per noi stessi.

    Saluti

  15. #45
    Partecipante Leggendario L'avatar di gieko
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    Riferimento: A. Miller e il perdono in analisi

    Citazione Originalmente inviato da 404inside Visualizza messaggio
    E' un arricchimento, e le risposte che ho ricevuto finora mi hanno arricchito, per quanto possa averle filtrate, deformate sul metro del mio sentire o persino fraintese (vedi benedetta14).
    Un arricchimento del versante difensivo, dunque?
    Ecco in estrema sintesi perchè è meglio rimandare tali questioni alla sede appropriata.

    Saluti
    gieko

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