Domande su cui ho dubbi:
138: borderline?
136: disorientato-disorganizzato?
126: disorganizzato-disorient? (un'altra volta?)
Domande su cui ho trovato info spero utili:
134: nella Perturbazione relazionale si verificano interazioni incoerenti e insensibili che nel caso perdurassero portebbero evolevere verso una psicopatologia individuale o relazionale
115: La schizotipia è definita come un “comportamento erratico simile alla schizofrenia ma meno appariscente e debilitante".La Schizotipia potrebbe quindi evolvere in schizofrenia o in personalità schizotipica a seconda della pressione genetica e degli eventi ambientali stressanti.
131: ho trovato qusto interessante articolo,
http://www.salus.it/psichiatria-c40/...auma-1518.html l'ho letto tutto
ed estrapolo i contenuti credo utili:
Le persone che hanno subito una violenza, proprio come la gazzella assalita, portano in sé una rete neuronale sempre pronta ad innescare una risposta d’allarme, alla percezione di qualsiasi stimolo, che ricordi, per esempio, particolari memorizzati durante lo stupro subito. Per riassumere, la vittima di uno stupro o di una grave violenza resta con un sistema nervoso centrale permanentemente alterato. Come parte della sua eredità, il trauma lascia le sue vittime con la paura incisa indelebilmente nelle reti neuronali dell’amigdala, reti che possono essere attivate da una moltitudine di stimoli che normalmente non evocano paura, in un soggetto non precedentemente esposto a quella specifica esperienza traumatica. Il trauma lascia anche le sue vittime con ricordi frammentari e discontinui di ciò che è loro accaduto. Il risultato è che i modelli di risposta (ad esempio, la dissociazione o l’allarme) possono essere provocati da stress apparentemente di bassa intensità.
La sensibilizzazione può conseguire all’attivazione dell’apparato neuro-sensoriale, per variazioni strutturali e funzionali correlate al rilascio di neuro-trasmettitori, nei sistemi neurali responsabili delle sensazioni, delle percezioni e delle emozioni correlate ad una specifica esperienza. Il trauma può produrre un tale risultato. L’attivazione intracellulare dei recettori o degli effettori neuro-trasmettitoriali altera, quindi, costituenti neuro-chimici, compresi i secondi messaggeri (ad esempio cAMP, fosfatidil-inositolo, etc.) ed i neuro-modulatori, con effetti di modificazione neuro-plastica della circuitazione neurale in questione. In altri termini, nel sistema nervoso sano, soprattutto in età evolutiva, la funzione modifica stabilmente la struttura. L’internalizzazione di un’eccessiva risposta di paura a particolari stimoli (memoria di “stato”) può conseguire alla sensibilizzazione di circuiti neuronali specifici, anche in un cervello adulto. La neurobiologia della risposta d’allarme e d’ipervigilanza coinvolge i sistemi catecolaminergici ad origine tronco-encefalica (Murberg et al, 1990).
146: Un Disturbo di Personalità rappresenta un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo, e determina disagio o menomazione. I Disturbi di Personalità sono raccolti in tre gruppi in base ad analogie descrittive. Il gruppo A include i Disturbi di Personalità Paranoide, Schizoide e Schizotipico. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono strani o eccentrici. Il gruppo B include i Disturbi di Personalità Antisociale, Borderline, Istrionico e Narcisistico. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono amplificativi, emotivi o imprevedibili. Il gruppo C include i Disturbi di Personalità Evitante, Dipendente, e Ossessivo-Compulsivo. Gli individui con questi disturbi appaiono spesso ansiosi o paurosi. Si dovrebbe notare che questo sistema di raggruppamento, sebbene utile in alcune situazioni di ricerca e didattiche, presenta serie limitazioni, e non è stato coerentemente validato. Inoltre, gli individui frequentemente presentano una concomitanza di Disturbi di Personalità appartenenti a gruppi diversi. Criteri diagnostici generali per i Disturbi di Personalità
A. Un modello abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo. Questo modello si manifesta in due (o più) delle aree seguenti: 1) cognitività (cioè modi di percepire e interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti); 2) affettività (cioè la varietà, intensità, labilità e adeguatezza della risposta emotiva); 3) funzionamento interpersonale; 4) controllo degli impulsi.
B. Il modello abituale risulta inflessibile e pervasivo in una varietà di situazioni personali e sociali.
C. Il modello abituale determina un disagio clinicamente significativo e compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti.
D. Il modello è stabile e di lunga durata, e l’esordio può essere fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta.
E. Il modello abituale non risulta meglio giustificato come manifestazione o conseguenza di un altro disturbo mentale.
F. Il modello abituale non risulta collegato agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., un trauma cranico).