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Discussione: Dentro i libri

  1. #811
    Giurato di Miss & Mister OPs L'avatar di Parsifal
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    Nel buio vicino alle porte di Tannoiser
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    Cito a memoria da La Nausea di Sartre,è la descrizione dell'Eucarestia: lo svuotamento di significato anche dell'atto più sacro.

    In Chiesa,tra i ceri,un uomo beve del vino davanti a delle donne inginocchiate

    è bellissimo: l'assenza di significato

  2. #812
    Giurato di Miss & Mister OPs L'avatar di Parsifal
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    Nel buio vicino alle porte di Tannoiser
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    "MONOLOGO DEL NON SO" ( Da "PARSIFAL", in Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, di Mariangela Gualtieri, Einaudi, 2005)



    Io non so se questa mia vita sta spianata su un

    buco vuoto. Non so se il silenzio che indago

    é intrecciato alla mia sostanza molle.

    Io non so se quello che cerco e ho cercato e

    cercherò, non so se quello che cerco

    é un insulto a quel vuoto.

    Non so se questo fatto di non avere

    un paio d’ali sia premio o castigo,

    io non so se la polveriera

    della mia inquietudine sia un trono

    su cui mi siedo minacciato, se la fuga che

    a scatti regolari mi pungola, se quel

    puerile sogno di fuga sia uno sgambetto

    d’angelo, d’un buffone d’angelo che

    mi vuole inciampare.

    Io non so se l’amore sia una guerra o una

    tregua, non so se l’abbandono d’amore

    sia una legge che la vita cuce fino al

    ricamo finale. Io non so

    che farmene di questi nemici che premono,

    non so che farmene oggi di questo oggi e me lo ciondolo fra le dita perplesse,

    non so parlare di quello che

    è sentito nel profondo me, non so parlarlo

    quell’essere che é qui presente fra le vite degli

    altri.


    Io non so perché guardando l’acqua del mare

    mi salta in petto una gioia di figlio con la

    madre. Non so se questa uscita mia in un secolo

    a caso, se questo essere qui a casaccio,

    io non so spiegarmi questa malattia

    all’attacco del mondo, non so guarire

    questa malattia che indolora e vorrei

    sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di

    tregua, in un’arcadia anche retorica,

    in un dormire abbracciato dei

    guerrieri che si innamorano.

    Io non ho capito e dovrei,

    non ho capito il mondo della

    vita, io non ho capito la legge sottostante

    e non ho da fare la consegna a

    questi cuccioli che aspettano, che esigono

    da me l’aver capito.

    ………………

    ………………

    Il mio Graal l’ho ritrovato e perso cento

    volte.

    ……………..

    ……………….

    Io non so se la bellezza è questa accademia di

    centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa

    carnevalesca decadenza di saltimbanchi,

    io non mi spiego la crocifissione

    della grazia, e non mi spiego perchè

    mi trovo in questo covo rivoltato

    in questa fossa con gli orchi attuali

    in questo lato barbarico della specie,

    e non so perchè stando a occidente non si

    ode quell’alleluia delle cose.

    Io non so se in questa schiena

    senza ali ci son grandi pianure da cui fare

    il decollo, se in questa spina dorsale

    ci sono istruzioni

    per la manovra di decollo, se sono io la freccia

    di questo arco della schiena, se sono io

    arco e freccia, non so in quale mano

    non mano o zampa di Dio mi stanno

    torchiando, e sottoponendo al duro

    allenamento dei dolori terrestri.

    Io non so se la solitudine, se quello

    strazio chiamato solitudine, se quell’andare

    via dei corpi cari, se quel restare soli

    dei vivi, io non so se quel lamento della

    solitudine, se quel portarci via le facce

    se quel loro sparire

    di facce che avevamo dentro il respiro, non so

    se il dono sia questo portarci via le

    carezze, questa slacciatura.

    E’ poco il poco che so e di questo

    poco io chiedo perdono. Io chiedo

    perdono per quello che so, perdono io chiedo

    per tutto quello che so.

  3. #813
    Super Postatore Spaziale L'avatar di roropink
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    in un quarto ...di luna piena
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    "una volta Nana le aveva detto che ogni fiocco di neve è il sospiro di una donna infelice da qualche parte del mondo. Che tutti i sospiri che si elevavano al cielo si raccoglievao a formare le nubi e poi si spezzavano in minuti frantumi, cadendo silenziosamente sulla gente"

    - Mille splendidi soli - k.Hosseini
    “Come molti viaggiatori ho visto più di quanto ricordi e ricordo più di quanto ho visto.”

  4. #814
    Postatore Compulsivo L'avatar di francy1981
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    nel mondo...
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    "le sue labbra avrebbero conservato il sapore dell'acqua di mare e la pelle sarebbe stata morbida sotto le sue mani."


    Se sapessi che questi sono gli ultimi attimi che ti vedo, direi "ti amo" e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.

    Nessuno può mostrare troppo a lungo una faccia a sé stesso e un'altra alla gente senza finire col non sapere più
    quale sia quella vera.
    (Nathaniel Hawthorne)

    visita questo sito...per dire ANCHE IO SONO DALLA PARTE DI BAMBINI

    My Blog....venite a trovarmi...

  5. #815
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    "Forse le cose stanno esattamente così: quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio, e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegano i passi, i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli"

    (Alessandro Baricco-introduzione a "chiedi alla povere" di Fante)

  6. #816
    Partecipante Super Esperto L'avatar di persefone78
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    "arrivammo in silenzio alle Palisades e imboccamo la strada della scogliera. Un vento freddo soffiava di lato, facendo sbandare l'auto. sotto di noi ruggiva l'oceano. Dei banchi di nebbia si muovevano dal mare verso terra, come un esercito di fantasmi striscianti sul ventre. Le ondate aggredivano la riva con i loro pugni bianchi, si ritiravano e attaccavano di nuovo. Ogni volta che un'onda si ritraeva, sembrava che la costa si allargasse in un sorriso. Scendemmo in seconda lungo i tornanti, sull'asfalto nero che traspariva lambito da lingue di nebbia. Respirammo a fondo l'aria pulita, senza polvere."

    John fante- chiedi alla polvere-

  7. #817
    Francy
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    "Hai detto che sono stato io a ucciderti... perseguitami, allora! Gli assassinati perseguitano i propri assassini. Credo... so che altri fantasmi hanno vagato su questa terra. Sii con me sempre... assumi qualsiasi forma... fammi impazzire! Ma non lasciarmi, ti prego, in questo abisso, dove non posso trovarti! Oh, Dio, è un dolore indicibile! Non posso vivere la mia vita! Non posso vivere senza l'anima mia!"

    "Cime tempestose" - Emily Bronte

  8. #818
    Giurato di Miss & Mister OPs L'avatar di Parsifal
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    Eugenio Montale,dodicesimo mottetto

    Ti libero la fronte dai ghiaccioli
    che raccogliesti traversando l'alte
    nebulose; hai le penne lacerate
    dai cicloni, ti desti a soprassalti.

    Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
    l'ombra nera, s'ostina in cielo un sole
    freddoloso; e l'altre ombre che scantonano
    nel vicolo non sanno che sei qui.



    (dove sarà Clizia?)

  9. #819
    Giurato di Miss & Mister OPs L'avatar di Parsifal
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    E poi mi metto a postare ste cose alle 5,per dire l'alienazione


    Comunque nell'ultima parte di questa poesia c'è la Verità,"the wall was too high,as you can see" cantavano i Pink Floyd.


    Meriggiare pallido e assorto
    presso un rovente muro d'orto,
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi
    schiocchi di merli, frusci di serpi.
    Nelle crepe del suolo o su la veccia
    spiar le file di rosse formiche
    ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
    a sommo di minuscole biche.
    Osservare tra fondi il palpitare
    lontano di scaglie di mare
    mentre si levano tremuli scricchi
    di cicale dai calvi picchi.
    E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com'e' tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

  10. #820
    Partecipante Super Esperto L'avatar di persefone78
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    "L'amore è fatto di pioggia. solo il vento sa quando e dove può arrivare"

    (Giorgio Faletti-fuori da un evidente destino)

  11. #821
    Postatore Epico L'avatar di Rae
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    Tamina,infatti, è seduta su una zattera che va alla deriva e guarda indietro, solo indietro. [...]. Desidera i diari perchè la fragile impalcatura degli avvenimenti che ha ricostruito nel quaderno nuovo si possa riempire di muri e diventare una casa in cui abitare. Giacchè se il vacillante edificio dei ricordi crollasse come una tenda mal montata, di Tamina non resterebbe che il mero presente, questo punto invisibile, questo nulla che avanza lentamente verso la morte.

    Kundera, Il libro del riso e dell'oblio
    Ma contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta, e sfuggono ad una qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere.
    M. Kundera

    "Non siamo uomini di buona volontà se ci limitiamo a piangere ciò che si è perso, se ricordiamo solo ciò che non può più tornare. Lo saremo solo se diventiamo consapevoli di ciò che di meglio c'è in noi, di più vitale, e se seguiamo la voce di questa Coscienza" H.Hesse


    "Non sono cattiva.. è che mi disegnano così"
    Per gentile concessione del Lupo Solitario


    fondatrice con Ele* del f.c.f.c.[fancazziste fan club]con sede in una bella spiaggetta della Croazia...e con una nuova adepta!!Benarrivata Claudina!!


    ...La farfalla , si dice, non sa cos'è il dolore..vive un giorno felice..e poi per sempre muore....

  12. #822
    Giurato di Miss & Mister OPs L'avatar di Parsifal
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    "Prendete una qualsiasi persona, versatele 5-6 litri di birra, e ne farete un ubriaco" diceva Schopenauer agli alunni del suo corso di Pessimismo all'università di Jena. Era una frase che ripeteva spesso e gli alunni si chiedevano ogni volta se il loro insegnante fosse molto profondo o molto ubriaco.

    In realtà, Schopenauer voleva dire che ognuno di noi è un ubriaco in potenza. Naturalmente, essendo ubriaco, aveva bisogno della birra per dare un'idea dell'ubriachezza. Se fosse stato sobrio, avrebbe usato altri termini, e non si sarebbe sdraiato sulla cattedra.

    In realtà, soleva chiedersi spesso il filosofo, cos'è un ubriaco? E, penso, qualcuno di voi si sarà talvolta rivolto la stessa domanda. Non è evidentemente uno che beve. Tutti noi beviamo. Non è nemmeno uno che beve molto. I cammelli bevono molto, ma non ne ho mai visto uno cacciato fuori da un bar.

    Schopenauer, ad esempio, dava la seguente definizione dell'ubriaco: "Un ubriaco è quella persona che dopo aver bevuto molto vino, o birra, o bevande alcoliche, a fine serata vede due baristi dietro al banco".

    In realtà, è una definizione errata, come ebbe a fargli notare Hobbes. Se ad esempio al bancone del bar servono marito e moglie, cioè due baristi, tutti gli avventori del bar sono da considerarsi ubriachi? Evidentemente no. Quindi la definizione esatta, secondo Hobbes, è la seguente: "Un ubriaco è quella persona che dopo aver bevuto molto vino, o birra, o melassa, a fine serata vede il doppio dei baristi che vedeva prima di bere"

    A parte il fatto che Hobbes, come avrete notato, include la parola "melassa" al posto delle bevande alcoliche, e questo non è ontologicamente corretto, perchè corrisponde ad un suo gusto soggettivo, non si vede come questa definizione possa essere presa per buona. "Infatti", critica Schopenauer "la teoria del doppio è assurda. Mettiamo il caso che all'inizio, quando il futuro ubriaco inizia a bere, al bancone ci sia solo il marito e la moglie sia a spazzare il retrobottega. A fine serata l'ubriaco non vedrà marito + marito: ma due mariti e due mogli, cioè quattro volte il numero iniziale. Inoltre una persona che va al bar per divertirsi non può mettersi a contare il numero dei baristi tutte le volte per essere sicuro di accorgersi quando è ubriaco"

    La critica di Schopenauer è molto feroce, certo, ma in re ipsa ineccepibile, almeno fino a questo punto.
    "Hobbes", prosegue Schopenauer "può continuare nella sua vana ricerca di una definizione matematica dell'ubriachezza. In realtà egli è un bevitore di melassa e come tale dovrebbe limitarsi a parlare di libri per ragazzi. Comunque, se una definizione dell'ubriaco può essere tentata, io suggerirei questa: “Ubriaco è quella persona che dopo aver bevuto molto vino o birra o Fernet, o bevande alcoliche, non riesce più a stare in piedi su una gamba sola e a braccia aperte, e a camminare dritto su una immaginaria linea retta”"

    Definzione granitica, nella quale però anche voi potrete cogliere qualche debolezza. Il che non sfuggì a Hobbes, il quale soleva dire che " In amore e filosofia tutto è lecito ", come ben sapevano le sue scolare. Egli attaccò l'edificio Schopenaueriano con le pesanti mazzate della sua dialettica. Rilevò in primo luogo la presenza della parola "Fernet" nel discorso del Maestro. "Evidentemente", scrisse Hobbes "nella camera dove ormai vive rinchiuso, Schopenauer ha trovato una bottiglia di Fernet, e questo ha gravemente deviato la sua prospettiva metodologica; infatti la sua ultima definizione è un capolavoro di formalismo, senza alcun contenuto. Prendiamo il fatto dell' "Una gamba sola e con le braccia aperte". E' ovvio che ben poche persone civili si sono trovate in una simile posizione. Eppure, non penso che debbano essere considerate ubriache. Neanche il Papa, immagino, saprebbe restare su una gamba sola e con le braccia aperte. Schopenauer vuole forse fare del sottile anticlericalismo? E poi, come dobbiamo immaginare che funzioni questo criterio? Forse che una persona deve entrare in un bar saltellando su una gamba sola per dimostrare di essere sobria? E lo sarà per tutto il tempo che riuscirà a mantenere quella scomoda posizione?E se metterà un piede a terra, dovrà da quel momento essere considerata ubriaca? E come farà a bere se deve tenere le braccia aperte? Schopenauer risponda a queste domande, e gli regalerò una bottiglia di Brandy. Inoltre, cosa vuol dire una "immaginaria linea retta"? E' ovvio che, se diamo spazio all'immaginazione, il rigore scientifico va a farsi benedire. E se io non riesco a immaginare una linea retta ma solo donne nude? E se anche riesco ad immaginarla, chi mi dice che è retta e che la fantasia non mi giochi un brutto scherzo, e che non debba camminare tutta la notte su una circonferenza? Mi sembra di essere stato chiaro, anche se spietato. Propongo dunque, come mia ultima definizione la seguente, che mi sembra perfetta: “Ubriaco è quella persona che, dopo aver bevuto molto vino, o birra , o melassa, esce da sé” ".

    Definizione breve, illuminante, che però, come potete immaginare, non può soddisfare pienamente una mente superiore. "Infatti", scrisse Schopenauer "mi sembra che stiamo cadendo nel ridicolo. La frase 'Esce da sè' è un capolavoro di scemenza. Esce da sè? E dove va? E se esce da sè, lascia dentro tutto quello che ha bevuto? Ma allora non è più ubriaco. E se si porta dietro tutto quello che ha bevuto, cosa dice il primo sè? E il barista, chi deve far pagare? Il nuovo sè, il vecchio sè abbandonato, o tutti e due? Non vorrei che questa fosse una scusa per bere gratis alle spalle di chi lavora.
    "Comunque, concedo un'ultima possibilità alla discussione. Non per Hobbes, che è troppo occupato ad entrare e a uscire dal suo sè per parlare di filosofia, ma per quanti hanno a cuore la civile disputa dialettica. Dirò allora che: “Ubriaco è quella persona che ha bevuto molto, ma molto vino, birra e sostanze alcoliche”".

    Mi sembra che l'intuizione del Maestro non abbia bisogno di commenti. Questa volta, anche Hobbes fu d'accordo e pagò da bere.

  13. #823
    Postatore Epico L'avatar di eva_luna
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    Parsifal da che libro è tratta?
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  14. #824
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    Originariamente postato da eva-luna
    Parsifal da che libro è tratta?

  15. #825
    Giurato di Miss & Mister OPs L'avatar di Parsifal
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    Originariamente postato da eva-luna
    Parsifal da che libro è tratta?
    Da bar Sport di Benni.

    In pratica una sera eravamo per strada io e una mia amica e avevamo bevuto molta birra e molta melassa allora mi ha raccontato di questa diatriba tra Hobbes e Schopenauer; alla fine però non abbiamo capito cosa sia la melassa

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