Il Natale per molte persone è portatore di malessere e sofferenze psichiche perchè rappresenta il momento affettivamente più rilevante dell'anno in cui ci aspettiamo quelle attenzioni che ci sono indispensabili per sentirci amati e soprattutto considerati. Quest' anno ho assistito al “crollo” di tre persone che cadute in depressione acuta sono ricorsi al medico di famiglia in stato confusionale di cui disorientamento, panico e tremori. Queste persone, tutte iperesponsabilizzate, sia professionalmente che famigliarmente, da tempo accusavano sintomi lievemente riconducibili alla depressione in atto. Non sono serviti i miei consigli di sottoporsi ad una adeguata psicoterapia perchè non potevano “perdere tempo” in lungaggini inutili. Come succede spesso, il medico curante, incurante e sbrigativo, ha prescritto loro l'Alprazolan indirizzandoli in questo modo verso una dipendenza farmacologia dalle conseguenze non sempre prevedibili.
Da decenni consiglio alle persone in crisi di rivolgersi ad uno psicoterapeuta con il risultato di non essere ascoltato. In passato sono riuscito ad indirizzare alcune persone da uno psicanalista ma con il titolo di neurologo (F. Granone) perchè il titolo di neurologo "consolidava" quello di psicanalista.
La depressione acuta, comunemente detta "esaurimento", è di competenza psichiatrica ma gli errori comportamentali e gli stati ansiosi del soggetto, che portano alla crisi, possono essere controllati con una adeguata psicoterapia. Ciò detto sta il fatto che il paziente si preoccupa esclusivamente di allontanare i sintomi per continuare a vivere la vita di sempre e si rivolge ad un medico condiscendente.
L'Italia è un paese veramente strano, l'ingegnere chimico può firmare pratiche edilizie, certificare impianti elettrici e, con il potere del suo Collegio, o prima o poi rilascerà certificati medici!? Il medico a suo criterio, scienza coscienza, può sostitirsi allo specialista direttamente prescrivendo farmaci anche in assenza di un serio accertamernto diagnostico.
Nel gioco dei poteri dove si colloca lo psicologo? Nell'angolino dei servizi "facoltativi" territoriali, per il sostegno dei disastrati, calamitati, disabili, terminali ecc.. ovvero dove serve " sostenere e ricompattare la Società" e nel volontariato per il contenimento dei costi sociali.
La sconsiderazione per una così nobile professione nasce dal fatto che l'ignoranza popolare si conforta delle posizioni mediche che antepongono l'intervento curativo farmacologico a quello preventivo psicologico.
Per rilanciare (o meglio lanciare) il ruolo dello psicologo nella moderna società serve un Collegio degli Psicologi che si imponga nel contesto delle professioni con interventi di persuasione sociale, informazione pubblica e divulgazione, per convincere la gente che curarsi non significa riconoscersi" matti" ma migliorare la propria qualità della vita.
Dante