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  1. #61
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di Celeste
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    Riferimento: Re: 3 prova Caso clinico "adulti"

    si infatti mi è preso un colpo xkè nell'altra discussione una ragazza ha messo un post dicendo che A-L, M-Z sono insieme ma io leggo solo M-Z qui!!!Boh

  2. #62
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    ciao ragazze, scusate non capisco di quale turni parlate, la prova per il gruppo a-l non è giorno 8 febbraio alle 9 come scritto sul sito di psicologia1?

  3. #63
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    per quanto riguarda il caso posta da tovaglia anche secondo me è un disturbo di personalità bordeline, come sistema diagnostico, sicuramente il Dsm e approccio terapeutico io metterei la terapia psicodinamica a lungo termine.

  4. #64
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    rispetto al punto a invece cosa scrivereste?indagini testali ?

  5. #65
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    ragazze spulciando un pò nelle vecchie discussioni ho trovato dei commenti al caso riportato da noi ve le posto, vediamo cosa ne pensate...La caratteristica principale che emrge è un’incapacità nel controllo degli impulsi. L., infatti, inizia intorno ai 18 anni a fare uso di droghe, mette in atto condotte al limite dell’antisocialità (forse necessarie a procurarsi le sostanze, dal momento che in quel periodo non sembra avere un lavoro che le possa offrire un sostentamento economico), ha numerose esperienze affettive e sessuali, si trova per ben tre volte ad interrompere volontariamente una gravidanza. Alcuni elementi, come la tendenza all’autodistruttività (di cui l’uso di sostanze potrebbe essere un indicatore, ma anche iniziare e mantenere per quasi 5 anni una relazione con uomo maltrattante), l’impulsività e le relazioni interpersonali instabili, potrebbero orientare l’ipotesi verso un Disturbo borderline di personalità. Tuttavia il quadro non risponde per numero ai criteri richiesti per porre diagnosi di disturbo borderline. Il fatto di mantenere la relazione con un uomo maltrattante per alcuni anni potrebbe anche farci propendere per una diagnosi di disturbo dipendente, ma anche in questo caso i dati che abbiamo a disposizione non sono sufficienti per inquadrare con certezza tale disturbo. Appare comunque abbastanza chiara la presenza di un modello di esperienza e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, pervasivo e inflessibile, almeno fino al momento della decisione di richiedere un consulto, con esordio nell’adolescenza (la ragazza aveva infatti 18 anni quando ha iniziato a dedicarsi alla vita sregolata), caratterizzato da una certa stabilità nel tempo (lo è stato dai 18 fino ai 30 anni) e che ha determinato disagio o menomazione. Per questi motivi si potrebbe porre diagnosi provvisoria di Disturbo di Personalità NAS.
    Un elemento costante nella vita di questa ragazza è stato il rapporto con le sostanze: L., una volta trovato lavoro, ha diminuito, ma non interrotto, l’uso di sostanze e quando si presenta al consulto si mostra spaventata dalla tendenza, negli ultimi tempi, ad aumentare l’assunzione di eroina, il che vuol verosimilmente dire che la ragazza ha sviluppato tolleranza nei confronti della sostanza. In questo senso si potrebbe fare diagnosi addizionale di disturbo da dipendenza da sostanze. Tuttavia ciò che non appare ancora chiaro è se il disturbo di personalità NAS possa essere preesistente, e se l’uso di sostanze possa averlo esacerbato. In questo senso sarebbe utile indagare l’area relazionale, dell’immagine di sé e del controllo degli impulsi che ha caratterizzato la vita di L. prima che lasciasse la casa materna.
    Suggerirei la somministrazione dell’MMPI-2, per avere un quadro generale della varie dimensioni che possono caratterizzare la personalità di L.; inoltre lo strumento si avvale anche di una serie di apposite scale per la valutazione della tendenza alla dipendenza, non solo nei confronti delle sostanze, ma intesa anche come tendenza generale.
    Sarebbe opportuna anche la somministrazione dello SCID II per valutare la presenza di un supposto disturbo di personalità.
    Qualora le diagnosi di disturbo di personalità NAS e disturbo da uso di sostanze venissero confermate, suggerirei innanzitutto di prendere contatti con il Ser.T di appartenenza territoriale in cui iniziare la terapia sostitutiva ai fini della disintossicazione. Una volta terminata la disintossicazione (che può essere accompagnata anche da una serie di colloqui di sostegno da parte dello psicologo del presidio) si potrebbe pensare ad una psicoterapia espressiva (dal momento che la ragazza ha contattato di sua volontà lo psicologo perché si rende conto di avere bisogno di un aiuto per uscire dalla relazione maltrattante e si dichiara spaventata della tendenza ad aumentare le dosi di eroina, si suppone che ci sia una buona motivazione al cambiamento, ed anche la capacità di insight sembrerebbe presente) ad approccio sistemico-familiare, sempre se la famiglia fosse disponibile ad aderire ad un trattamento, dal momento che, da quanto emerge dal primo colloquio con L., la conflittualità e le modalità di relazione disfunzionali hanno caratterizzato il suo nucleo familiare di origine, portando i coniugi alla separazione. In questo senso il presunto disturbo di L. potrebbe essere visto come un nucleo conflittuale familiare che ha avuto L. stessa come capro espiatorio.

  6. #66
    Partecipante Assiduo L'avatar di tovaglia83
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    Re: Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    Citazione Originalmente inviato da rossipsic Visualizza messaggio
    ciao ragazze, scusate non capisco di quale turni parlate, la prova per il gruppo a-l non è giorno 8 febbraio alle 9 come scritto sul sito di psicologia1?
    si si è l'8 alle 9, ma nel sito di psico 2 hanno messo pure l'aula e i vari varchi per la fascia M-Z in modo da velocizzare un po' i tempi, invece per A-L in effetti non c'è nulla! comunque non mi preoccuperei troppo, credo che saremo in aula magna pure noi e i varchi li vedremo là..

    ma sapete per caso quanto tempo danno per questa prova?
    "Viaggiatore, non c'è sentiero, il sentiero si fa mentre cammini." Machado

  7. #67
    Partecipante Assiduo L'avatar di tovaglia83
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    Re: Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    Citazione Originalmente inviato da rossipsic Visualizza messaggio
    rispetto al punto a invece cosa scrivereste?indagini testali ?
    Ti copio e incollo quello che ho buttato giù l'altro giorno quando stavo provando a svolgere questo caso.. credo che comunque sia un po' troppo lungo e che in sede d'esame debba ridurre un bel po'.. Rispetto agli strumenti diagnostici in effetti non avevo pensato alla SCID, che invece è scritta in quell'analisi che hai trovato tu.


    In un primo momento farei un’analisi della domanda. In questo caso la domanda esplicita della cliente è quella di farsi aiutare a chiudere la relazione con il suo compagno maltrattante e ricucire i rapporti con la famiglia. Inoltre si dice spaventata dalla tendenza ad aumentare l’uso di droghe. Da questa domanda esplicita sembra emergere una fantasia: un’immagine onnipotente dello psicologo, come colui capace di cambiare tutto ciò che c’è di disfunzionale nella sua vita. È da esplorare la domanda implicita.
    La motivazione sembra intrinseca. Nessuno l’ha accompagnata, è venuta di sua volontà al colloquio. Quindi si potrebbe puntare su una risorsa: la sua volontà di cambiare.
    Indagherei sul perché proprio in questo momento richiede un intervento specialistico, visto che è da 5 anni che va avanti questa relazione dolorosa e visto che i rapporti con i genitori non sono mai stati buoni. Perché proprio ora ha deciso di chiudere la relazione? Perché proprio ora vuole ristabilire dei rapporti con i genitori? Perché ora si preoccupa dell’assunzione delle sostanze?
    Chiederei anche se ci sono stati altri tentativi di terapia.
    Esplorerei anche i vantaggi secondari dei suoi disagi. Cosa guadagna dalla sua tossicodipendenza? Cosa guadagna dalla relazione disfunzionale col compagno?

    Approfondirei le relazioni oggettuali interiorizzate. Sappiamo che i genitori sono separati da quando lei era piccola, che il clima in casa era conflittuale, che il padre lo vede come una persona debole e che la madre nel rapporto con lei si è orientata più sull’ “investimento narcisistico”. Questo è naturalmente il suo vissuto, la sua percezione soggettiva degli eventi. Si potrebbe quindi approfondire meglio questi aspetti, capire come queste relazioni oggettuali si ripropongono nella sua attuale relazione con un compagno violento da cui non riesce a svincolarsi. Da ciò che emerge fin qui, ovviamente da approfondire, fa pensare che stia riproponendo con il compagno la relazione conflittuale vissuta in famiglia nell’infanzia, e che per lei questa sia una modalità relazionale così familiare da darle sicurezza, e che preferisca questo all’assenza di relazione. Approfondirei il suo ruolo di vittima in questa relazione: qual è stato il suo contributo che ha fatto si che il suo partner divenisse maltrattante con lei?

    Un altro aspetto che approfondirei sarebbe l’area del controllo degli impulsi. Nell’anamnesi della cliente ritroviamo infatti non solo l’uso di droghe da 12 anni in modo che lei stessa giudica preoccupante, ma anche uno scarso controllo delle esperienze sessuali, numerosi aborti, e comportamento antisociale. Da ciò che fin qui sappiamo, rispetto al funzionamento dell’Io, è che non sembra presente una capacità di mediare efficacemente tra le istanze interne, perché sembra che ci sia una prevalenza dell’Es visto lo scarso controllo degli impulsi e la carente capacità di rispettare le regole sociali. Tuttavia, per quanto riguarda le altre funzioni dell’Io la cliente sembra avere un buon esame di realtà (riconosce che non riesce a controllare l’uso di droghe e una relazione distruttiva) e rimanda un’immagine congruente di sé.
    Approfondirei altresì le altre aree di funzionamento. L’area lavorativa sembrerebbe non compromessa dato che riesce a svolgere l’attività di segretaria con successo. Non sappiamo nulla però dell’area sociale, delle amicizie, di come si relaziona con gli altri, a parte la condotta antisociale che fa pensare che non abbia una modalità di relazionarsi funzionale.
    Indagherei anche gli stili difensivi e le risorse interne ed esterne che possono essere utilizzate per un suo sviluppo.
    Inoltre, cosa assolutamente non meno importante delle altre, ci sarebbe da approfondire la sua tossicodipendenza con informazioni sulla frequenza dell’assunzione, le risorse interne ed esterne per affrontare il problema.

    Per approfondire tutti questi elementi utilizzerei altri colloqui, e una batteria di test che includa il Rorschach per indagare le funzioni dell’Io (organizzazione del pensiero, contatto con la realtà, meccanismi di difesa), il Sé e le relazioni oggettuali, pulsioni. Un altro strumento che utilizzerei sarebbe l’MMPI 2 perché ci può permettere di formulare una diagnosi specifica e di avere un’idea più completa sui vari aspetti della personalità. Anche l’ Intervista strutturale di Kernberg, che offre indicazioni sull’esame di realtà e il grado di strutturazione e funzionamento dell’Io (se fosse borderline come ipotizzo).
    "Viaggiatore, non c'è sentiero, il sentiero si fa mentre cammini." Machado

  8. #68
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    ciao tovaglia, scusa se non ci sono spesso, ma a causa del lavoro spesso sto fuori casa. Allora la tua diagnosi mi pare abbastanza esaustiva, effettivamente questo caso era un pò particolare, ci sono alcuni dati che possono deviare, ma secondo me se si usa sempre il condizionale e si fanno ipotesi diagnostiche anche se non si azzecca la diagnosi precisa, possiamo farcela. adesso posto un altro caso trovato sul sito dell'università e provo a farlo, cosi possiamo confrontarci anche su quello.

  9. #69
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    Riferimento: Re: Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    M. è un uomo di 37 anni, di bell'aspetto orfano di padre, celibe, laureato e attualmente giornalista.
    Il suo lavoro presso una redazione nazionale gli permette un tenore di vita agiato e molto intenso.
    M. si presenta, puntuale, al primo colloquio, ha un aspetto elegante e molto curato anche nei
    dettagli.
    Dopo alcuni minuti di conversazione, in cui l'eloquio risulta un po' accelerato e abbastanza
    impressionistico, M riferisce che Il motivo della consulenza da troppo tempo rimandata e' il
    persistere di un intenso senso di insoddisfazione, in particolar modo per ciò che concerne le
    relazioni interpersonali.
    Sia nell'ambiente lavorativo che in quello amicale M. afferma di avere molti conoscenti ma nessun
    amico vero. La maggior parte di essi è invidiosa di lui, dei suoi successi lavorativi e non vuole
    ammettere la sua superiorità e il suo talento. Questa situazione è fonte di isolamento anche
    nell'ambito della redazione in cui lavora dove ritiene che nessun collega sia meritevole del posto
    che ricopre. Anche il suo caporedattore è fonte di delusione e insoddisfazione perché non apprezza
    mai i suoi articoli eccellenti.
    Per quanto concerne la sfera affettiva, M. riferisce al momento attuale, una serie di esperienze
    affettive e sessuali, tumultuose e in rapida alternanza, terminate, a suo dire, per un limitato
    coinvolgimento del partner nei propri confronti. Anche in passato non ha mai avuto storie molto
    lunghe, anche se tutte con donne molto attraenti, poiché nessuna- di loro ha saputo andare oltre
    l'apparenza e capire il suo valore e il proprio essere speciale.
    A questo riguardo M. mostra un forte rancore nei confronti di alcune delle ex partner che a suo dire
    lo hanno usato solo per le influenti conoscenze e si pentiranno di aver interrotto la relazione con lui,
    quando diventerà un "giornalista famoso".
    Sulla base dei dati fomiti, il candidato indichi in maniera sintetica:
    1. Quale ipotesi diagnostica prenderebbe in considerazione specificando gli elementi ritenuti
    importanti a giustificazione dell'ipotesi fatta
    2. La diagnosi differenziale e gli altri eventuali dati da elaborare
    3. Di quali strumenti psicodiagnostici si avvarrebbe
    4. Se ritiene necessario un trattamento
    5. In caso di indicazione di trattamento specificare il tipo di orientamento, obiettivi, setting.

  10. #70

    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    Ciao a tutti...scusate la domanda forse per alcuni un pò banale..

    io trovo molto difficile scrivere la diagnosi differenziale, non riesco proprio a memorizzare tutto. Ho visto che non sempre viene chiesta..speriamo bene insomma...Voi?

    Invece per quanto concerne i disturbi, voi fare riferimento a quelli presenti nel libro delle falabella (ABC della psicopatologia) o fate anche altri?

    Grazie

  11. #71
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    Ciao a tutti,
    ho letto tutti i vostri post, adesso provo a confrontarmi con l'ultimo caso postato, e vediamo cosa viene fuori.
    Avrei una domanda per tutti voi, ma che prende spunto esplicitamente dallo svolgimento del caso di L. postato da Tovaglia.
    Io ho fatto l'indirizzo clinico alla sapienza, il corso di Carli, per intenderci, e mi chiedevo se secondo voi va esplicitato o meno l'utilizzo del metodo dell'analisi della domanda. Me lo chiedevo perchè Tovaglia l'ha usato, ma io sinceramente non so se me la rischierei, anche se ovviamente la mia formazione ed il mio approccio al caso, mi farebbero fare sicuramente una serie di precisazioni coerenti con l'analisi della domanda, in cui peraltro credo.
    Mi chiedevo se "dichiararla" potesse essere pregiudiziale.
    Che ne pensate?

  12. #72
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    Ecco ragazze metto la mia analisi sull'ultimo caso postato da me stessa.
    1)Sulla base degli elementi emersi dal primo colloquio, secondo i criteri diagnostici del DSM-iv potrebbe soddisfare la diagnosi di disturbo narcisistico di personalità, poiché emergono come indicato cinque e più degli elementi richiesti per soddisfare tale diagnosi:
    • Crede di essere invidiato (la maggior parte di conoscenti che ha sono invidiosi di lui)
    • Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti( crede nella sua superiorità e talento)
    • Crede di essere unico( nessun collega è meritevole del posto che ricopre)
    • Ha un senso grandioso di importanza( il suo supervisore non apprezza i suoi articoli eccellenti
    • Crede di essere speciale( le relazioni sono sempre state brevi perché nessuna donna è mai andata oltre al suo essere speciale
    • È assorbito da fantasie di illimitato successo, potere(diventerà un giornalista famoso)
    2) Nel formulare la diagnosi attraverso altri colloqui, cercherei di avere altre informazioni rispetto alle motivazioni che l’hanno spinto a presentarsi ad un colloquio,proprio in questo momento, dopo tanti anni di rinvio, quale è stato il fattore scatenante; se ha deciso da solo di richiedere aiuto o sono stati altri a condurlo; che tipo di rapporto (presente e passato) ha con la propria famiglia, in particolare la relazione sviluppata con i genitori; se fa uso di sostanze, cosa nasconde dietro il senso di onnipotenza che espone.
    Attraverso i diversi studi effettuati si è giunti a costatare che è possibile riscontrare la presenza di alcune caratteristiche tipiche del disturbo narcisistico anche in altre condizioni, quindi è opportuno fare diagnosi differenziale con i disturbi bordeline e istrionico, poiché in tutti è presente una forte necessità di attirare l’attenzione degli altri, ma la caratteristica principale del disturbo narcisistico di personalità è il senso grandioso dell’importanza di sé e del fatto che tutto gli sia dovuto, mentre il bordeline e l’istrionico non si sentono cosi sicure e metterebbero in atto anche comportamenti di dipendenza pur di ottenere attenzione. Gli individui con disturbo narcisistico, usano gli altri e li sfruttano e mancano di empatia come i soggetti affetti da disturbo antisociale di personalità, ma quest’ultimi manifestano irresponsabilità, aggressività, impulsività e hanno amnesi precoce di problemi di condotta, disturbo ossessivo-compulsivo, poiché in entrambi si evidenzia l’aspirazione al perfezionismo e la tendenza a credere che gli altri non siano in grado di fare le cose altrettanto bene come loro, ma si differenzino per il fatto che, mentre i soggetti con disturbo o-c rimangono super critici e insoddisfatti dai risultati raggiunti, i soggetti narcisisti credono di avere raggiunto il massimo dei risultati a cui aspiravano. Infine, tale disturbo va distinto da una modificazione della personalità dovuta ad una condizione medica generale o dai sintomi che possono svilupparsi in associazione all’uso cronico di sostanze.
    3) utilizzerei colloqui di approfondimento, test proiettivo Rorschach per indagare le funzioni dell’Io (organizzazione del pensiero, contatto con la realtà, meccanismi di difesa), il Sé e le relazioni oggettuali, pulsioni, MMPI-2 per avere un quadro generale della varie dimensioni che possono caratterizzare la personalità; somministrazione dello SCID II per valutare la presenza di un supposto disturbo di personalità.
    4-5) il signore M. presenta comunque un buon esame di realtà in diverse aree della sua vita, ha un buon livello di funzionamento, ma non riesce a gestire la dimensione affettiva e interpersonale, non ha la percezione vera dell’altro. Si potrebbe ipotizzare quindi un trattamento supportivo-espressivo e trattamenti di gruppo sistemici o in famiglia( se fosse disposta). Il trattamento di gruppo permetterebbe di metterlo in relazione con altre persone cosi da operare un confronto con la propria immagine grandiosa e la percezione degli altri, i membri del gruppo potrebbero fungere da specchio, fornire informazioni di ritorno e favorire il riconoscimento dei limiti personali, quindi supportare l’Io dove risulta disfunzionale, sviluppare atteggiamenti empatici e cooperativi nei confronti delle persone significative, cosi da, utilizzarle successivamente nelle relazioni abituali. Gli obiettivi terapeutici potrebbero essere: favorire l’integrazione dell’Io; incoraggiare l’investimento oggettuale; promuovere l’intaccamento del Sé grandioso e favorire una messa in discussione delle proprie problematiche.
    Allora io scritto un pò di getto, è il primo caso che analizzo, perchè ancora sto cercando di memorizzare criteri diagnostici, diagnosi differenziale e trattamenti, quindi diciamo la parte teorica, da adesso cerceherò di fare contemporaneamente teoria e partica.
    che ne pensate? potrebbe andare svolto cosi o è troppo schematico? cosa aggiungereste o eliminereste?

  13. #73
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    Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    ciao stefania, non saprei dirti se è meglio o no, forse se qualcuno conosce o sa qualche informazione in più sulle scorse sessioni e ha qualche consiglio da darci sarebbe meglio...fateci sapere.

  14. #74
    Partecipante Assiduo L'avatar di tovaglia83
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    Re: Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    Citazione Originalmente inviato da Stefania_ Visualizza messaggio
    Ciao a tutti,
    ho letto tutti i vostri post, adesso provo a confrontarmi con l'ultimo caso postato, e vediamo cosa viene fuori.
    Avrei una domanda per tutti voi, ma che prende spunto esplicitamente dallo svolgimento del caso di L. postato da Tovaglia.
    Io ho fatto l'indirizzo clinico alla sapienza, il corso di Carli, per intenderci, e mi chiedevo se secondo voi va esplicitato o meno l'utilizzo del metodo dell'analisi della domanda. Me lo chiedevo perchè Tovaglia l'ha usato, ma io sinceramente non so se me la rischierei, anche se ovviamente la mia formazione ed il mio approccio al caso, mi farebbero fare sicuramente una serie di precisazioni coerenti con l'analisi della domanda, in cui peraltro credo.
    Mi chiedevo se "dichiararla" potesse essere pregiudiziale.
    Che ne pensate?
    Ciao stefania, anch'io mi son posta lo stesso problema, anche perchè non conoscendo i membri della commissione e gli approcci che seguono è un bel punto interrogativo.
    Tuttavia elementi di analisi della domnda si ritrovano anche nel Falabella e li ho visti anche in alcuni casi clinici svolti, quindi credo che dei cenni sull'esplorazione di fantasie, aspettative, bisogni, motivazione etc sia bene metterli, dopotutto non credo che siano contestabili. Poi chiaramente non mi ci focalizzerò troppo (ad esempio non andrò ad individure le neoemozioni etc), anche perchè il modello di svolgimento dell'eds dà molta importanza alla diagnosi e bisogna basarsi su quella per indicare le ree da esplorare e il trattamento. Però sull'accennarla non credo ci siano problemi, anzi credo che il suo utilizzo sia abbastanza condiviso se si usa un approccio psicodinamico.
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  15. #75
    Partecipante Assiduo L'avatar di tovaglia83
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    Re: Riferimento: 3 prova Caso clinico "adulti"

    @ Rossipsic
    beh credo che l'analisi sia molto esaustiva e precisa, anzi trovo ottimi gli spunti per la diagnosi differenziale (non avevo pensato a confrontarlo con borderline e istrionico) e anche per la terapia.
    non credo che la schematicità sia un problema, anzi.. anche perchè a quanto pare danno un limite di spazio per svolgere il caso, ma pure se non lo dessero credo sia meglio non dilungarsi troppo (io su questo ci devo lavorare!!)

    Comunque posso farvi una domanda? ma quando vengono chieste le risorse psicosociali da attivare, cosa si può mettere oltre che famiglia e amici? Dite che si possono mettere anche strutture aventualmente presenti nel territorio o non c'entrano? E poi rispetto a famiglia e amici che fare nel caso in cui (come può essere ad esempio un narcisista) non ci sono -almeno per quanto dichiarato- relazioni strette o addirittura rapporti familiari degenerati?
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