So già che leggendo questo mio post, si penserà immediatamente che esso sia strettamente collegato alle notizie di cronaca che possiamo leggere su tutti i giornali in questi giorni... Ed è inutile negare che questo sia in parte vero, ma solo in parte... E solo in un senso: nel senso che questa domanda mi frullava nella mente già da tempo e le notizie di questi giorni hanno soltanto fatto da stimolo, da occasione per indurmi ad affrontare il discorso... Ma il mio interesse, almeno per ciò che riguarda questo thread, va ben al di là delle cronache attuali ( che, giuro, poco mi importano... ) perchè la mia curiosità è incentrata su un aspetto psicologico preciso.
La domanda che vorrei porre a quei pochi volenterosi che mi hanno letto fin qui è la seguente: "perchè una persona che ha tutto e che tutto potrebbe avere, successo, ricchezza, potere, invece di godersi tranquillamente quanto conquistato negli anni, assume atteggiamenti temerari ed inconsulti, ridicolmente, grottescamente inconsulti, che, almeno potenzialmente, potrebbero portarlo a perdere tutto quello che ha?"
Io non credo che si tratti soltanto del desiderio di soddisfare contingenti pulsioni... Credo che ci sia altro e l'ho voluto definire, come da titolo del thread, la "sindrome del giocatore di poker".
Ora, io non sono uno psicologo e neanche uno studente di psicologia per cui non so se sto scoprendo l'acqua calda e sto parlando di qualcosa che a voi, specialisti del settore, risulterà noto o, magari trito e ritrito: se è così, chiedo scusa in anticipo, anche se, in ogni caso, la discussione mi sembrerebbe ugualmente interessante....
Il giocatore di poker ( ma, in realtà, il giocatore tout court ) è una persona che è spinta compulsivamente al gioco non per il desiderio di vincere e neanche per quello di provare l'esaltante esperienza della vittoria: se così fosse, dopo una grande vincita, smetterebbe di giocare e se ne godrebbe i benefici ( cosa che un vero giocatore non fa mai... ) perchè ormai soddisfatto nelle sue brame...
No, secondo me ad attirare il giocatore di poker è, al contrario, il desiderio di provare il rischio della sconfitta, l'esaltante ebrezza di trovarsi ai bordi di un burrone e guardare l'abisso che si apre davanti ai suoi piedi..
Allo stesso modo, chi ha già tutto, ha solo un modo per riprovare la sensazione dell'adrenalina che scorre nelle vene: quello di rischiare di perderlo quel tutto, e magari persino il desiderio di perderlo veramente, di osservare lo spettacolo unico del crollo e delle macerie che cadono e seppelliscono tutto... Un "cupio dissolvi" che potrebbe essere l'estrema fase psicologica di un'ascesa apparentemente senza fine.
Che ne pensate? Tutte stupidaggini?...