Originalmente inviato da
Arianna150681
ciao frensys...allora premetto che è uno dei temi più brutti che ho...detto questo, io l'ho strutturato così:
parto dal presupposto che quando si parla di pensiero si fa riferimento, da un lato alla capacità rappresentativa e dall'altro alla capacità di risolvere problemi mediante il ragionamento. ho poi fatto un breve accenno a piaget, relativamente al fatto che egli sostiene che il pensiero si basa sull'attività rappresentativa della mente, che compare nel sesto stadio del periodo sensomotorio. l'intelligenza, così come piaget la definisce, compare molto prima, con la coordinazione degli schemi motori.
dico poi che la capacità di ragionamento presuppone un problema, il quale si presenta quando è necessario superare un ostacolo per raggiungere un obiettivo specifico. a questo punto ho messo le operazioni che portano alla soluzione di un problema secondo BRANSFORD E STEIN.
poi ho messo la differenza tra problemi ben strutturati (vedi modello di newell e simon sullo spazio problemico, algoritmi e strategie euristiche) e mal strutturati (vedi problema della donna che sposa 20 uomini, problemi di insight)secondo la prospettiva cognitivista
a livello metodologico ho messo il metodo clinico, con lo strumento del colloquio, dove si indaga soprattutto il pensiero produttivo e l'eventuale presenza di sintomi che possano indirizzare il clinico verso un disturbo psicotico o nevrotico. ho messo anche la metodologia psicometrica con il test culture free delle matrici progressive di raven, che indaga in modo specifico le capacità di ragionamento logico.
a livello applicativo ho messo l'ambito clinico, con tutti i disturbi dell'area psicotica, ossia disturbi del contenuto del pensiero, della forma del pensiero e della sensopercezione.
non è che sia da premio pulizer, ma di meglio non sono riuscita a trovare...