Salve ragazzi,
Quello che vorrei proporvi è una questione bioetica paradossale. Stamattina ho pensato a come in un futuro la genetica potrebbe essere utilizzata per ridurre la diversità e controllare le persone, "correggendo" i difetti del DNA e portando la razza umana verso un futuro autoritario in cui non esiste altro che la normalità. Un'operazioen liberticida dalla quale la bioetica ci ha sempre messo in guardia. Mi è anche venuto in mente però, che recenti studi stanno iniziando a decifrare le basi genetiche della creatività, del senso di autoaffermazione, del desiderio di libertà. Immaginiamo adesso che in un futuro non troppo lontano gli embriologi siano in grado di manipolare queste variabili del genoma umano in modo che tutti i nuovi nati possano sviluppare queste capacità al massimo del loro potenziale. La genetica, quindi, utilizzata non per aumentare il controllo, ma proprio per garantire l'autonomia personale, l'elaborazione di nuove idee, la differenza individuale. Mettiamo anche, ai fini di questa discussione puramente teorica, che in questo processo non ci siano effetti collaterali e controindicazioni.
A questo punto vi chiedo, saresete favorevoli o contrari a un tale genere di manipolazione genetica? Pensate che sarebbe comuqnue lesivo per la libertà e la dignità umana? Che sarebbe comunque uno strumento di controllo? Oppure potenziare quelle caratteristiche che fanno di ogni uomo un individuo diverso, libero e creativo, sarebbe qualcosa di auspicabile?