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Discussione: Cattolica 2012

  1. #766
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Riferimento: Cattolica 2012

    Citazione Originalmente inviato da pimpa_07 Visualizza messaggio
    La derealizzazione è un po' diversa... Questi son più sintomi di depersonalizzazione..
    Dici???
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  2. #767
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    Re: Cattolica 2012

    si anche a me sa di depersonalizzazione, la derealizzazione è diversa... quello che non mi torna è che le capita proprio in quel momento... che cacchio di caso... e ne ho trovati molti altri così... parecchio difficili... mi sta venendo 1 ansia allucinante... che ne dite dello svolgimento dell'altro caso? poteva andare?

  3. #768
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Cattolica 2012

    Riporto le due definizioni (non riesco a decidermi):

    Disturbo di Depersonalizzazione, caratterizzato dal sentimento persistente o ricorrente di essere staccato dal proprio corpo o dai propri processi mentali, mentre rimane intatto il test di realtà;
    La derealizzazione, che può accompagnarsi o meno alla depersonalizzazione, è un sintomo dissociativo consistente nella sensazione di percepire in maniera distorta il mondo esterno al soggetto e, a volte, di percepire gli individui conosciuti come estranei.Chi soffre di questi disturbi non riesce a descrivere compiutamente il sentimento di derealizzazione, ed utilizza il "come se" per descrivere cosa gli stia accadendo. Il mondo appare al soggetto come privo di coloritura affettiva: anche gli ambienti familiari sono avvertiti come estranei, e spesso il soggetto riferisce disturbi visivi di appannamento e offuscamento della vista

    La differenza tra i due stati dipende dall'oggetto di dissociazione: mentre la derealizzazione è una sensazione soggettiva di "dissociazione" per quanto riguarda il senso della realtà, la depersonalizzazione implica una sensazione soggettiva di dissociazione del senso di sè.
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  4. #769
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Cattolica 2012

    Io mi sa che ce l'ho in questo momento, perché sono in stato confusionale e non riesco a ragionare (e a cogliere la differenza tra le due!)

    Il caso di prima l'ho letto un po' velocemente, ma mi sembra andasse bene!!!
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  5. #770
    Partecipante Esperto L'avatar di pimpa_07
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    Riferimento: Cattolica 2012

    Depersonalizzazione --> esperienza persistente e ricorrente di sentirsi distaccato e come un osservatore esterni dei propri processi mentali o del proprio corpo, nonché sentirsi come in un sogno;
    Derealizzazione --> sensazione che il mondo esterno dia strano e irreale
    Detti in maniera semplicistica.. Inoltre la depersonalizzazione può costituire un disturbo vero e proprio mentre la derealizzazione esiste solo in quanto sintomo non come disturbo a se stante...

    Per quanto riguarda il caso gli ho dato una rapida lettura.. L'unica cosa che non ho capito è se lo svolgeresti proprio suddividendo i paragrafi...
    Ele!

  6. #771
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Cattolica 2012

    Ah domanda: ma nel caso di un disturbo dissociativo, che trattamento si fa e che obiettivi ci si pongono???

    Qui su opsonline ho trovato questo:

    TERAPIA
    Tecniche psicoanalitiche:
    - incoraggiamento a raccontare la storia della loro vita senza sorvolare niente
    - associazioni libere focalizzate sugli eventi accaduti immediatamente prima del periodo coinvolto nelle lacune mestiche
    - cura del tempo= allontanamene dallo stress dell’ambiente abituale per essere immerso in una atmosfera di sostegno
    - ipnosi per accedere a parti nascoste della personalità

    Lo scopo è l’integrazione delle diverse personalità, ogni alter ego deve essere aiutato a capire che fa parte di un’ unica persona, incoraggiare empatia e collaborazione tra le diverse personalità.
    Ultima modifica di Picciosa : 15-07-2012 alle ore 22.13.24
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  7. #772
    Partecipante Esperto L'avatar di pimpa_07
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    Riferimento: Cattolica 2012

    Io per i dissociativi ipotizzo un intervento di tipo supportivo-espressivo con approccio individuale psicodinamico con gli obiettivi di lavorare sull'abreazione di un eventuale ricordo traumatico o stressante, ripristinare il contatto con la realtà, comprendere la cause alla base dei sintomi, rafforzamento del'Io ecc insomma le solite parole chiave..
    Sarebbe possibile anche l'approccio individuale rogersiano se uno preferisce ma vado su psicodinamico che anche se è lontano anni luce da me cmq lo abbiamo sore più o meno studiato ed è più intuitivo...
    Ele!

  8. #773
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Cattolica 2012

    Grazie!!!

    Purtroppo, mi trovo a concordare sullo psicodinamico (dico purtroppo perché più volte mi sono ritrovata a odiare il Falabella per quello che propone, ma attualmente di mio non saprei proporre nulla di migliore)
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  9. #774
    Partecipante Esperto L'avatar di pimpa_07
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    Riferimento: Cattolica 2012

    Esatto... Io sono lontana dall'approcio dinamico ma ci si riesce ad aggrappare perché comunque bene o male lo si sa perché lo si è sempre studiato..
    Vorrei che fosse domani perché non ne posso più, non riesco più a memorizzare nulla e mi sembra di non sapere niente
    Ele!

  10. #775
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Cattolica 2012

    Ho riguardato anche il primo caso del Kaneklin (pag. 135), che poi ieri non ho fatto:

    Io direi Disturbo dipendente di Personalità (difficoltà ad assumersi responsabilità e a prendere decisioni, cerca continue conferme negli altri, si mostra insicuro, aspetti che sembrano essere presenti almeno sin dall'adolescenza, tanto che la madre lo aveva portato in consultazione). Presenta anche disturbi del sonno, in merito ai quali non ci sono informazioni approfondite, a riguardo potrebbe essere utile effettuare degli approfondimenti per cercare di capire se possa trattarsi di un disturbo ansioso o depressivo..

    Approfondimenti: chi è l'inviante? Lui stesso oppure i familiari che hanno notato il suo forte disagio? Quali sono le motivazioni e le aspettative nei confronti dello psicologo e dell'intervento? Il sintomo sembra essere presente già nell'adolescenza, ma c'era anche prima? Se sì, quali sono state le circostanze di insorgenza? Quali paure ha nel momento in cui deve assumersi responsabilità?
    Indagare la relazione con la madre, anche nel periodo precedente all'adolescenza (ci sono stati periodi di separazione prolungata? C'è stato un disturbo da separazione?), e con il padre (cosa intende con "troppo buono"?); approfondire i rapporti della moglie (in che modo lo sostiene? ha dei vantaggi secondari relativamente al fatto di essere una fonte di supporto?)

    Ipotesi di intervento:terapia individuale supportivo-espressiva di tipo psicodinamico (può essere utile proporre un numero determinato di sedute, poiché sapere che tra tot. sedute la relazione col terapeuta finirà costringe i pazienti ad affrontare le ansie più profonde relative alla perdita e all’indipendenza) per favorire la stimolazione dell'espressione dei bisogni del paziente e delle sue capacità decisionali, aumentare l'autostima e affermare il Sé.
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  11. #776
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Riferimento: Cattolica 2012

    Citazione Originalmente inviato da pimpa_07 Visualizza messaggio
    Esatto... Io sono lontana dall'approcio dinamico ma ci si riesce ad aggrappare perché comunque bene o male lo si sa perché lo si è sempre studiato..
    Vorrei che fosse domani perché non ne posso più, non riesco più a memorizzare nulla e mi sembra di non sapere niente
    Mi sa che è una sensazione comune...Anche le altre mie amiche si sentono così, io credo che a questo punto siamo stanche e l'ansia non aiuta...
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  12. #777
    Partecipante Esperto L'avatar di pimpa_07
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    Riferimento: Cattolica 2012

    Io son proprio stufa... Ho bisogno di staccare un po'.....
    Ele!

  13. #778
    Partecipante Esperto L'avatar di Picciosa
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    Re: Cattolica 2012

    Già che ci sono vi propongo lo svolgimento del secondo caso del Kaneklin (pag. 136), l'ho fatto molto blando (non come lo farei all'esame, ho messo giusto le cose principali che sono richieste):

    Ossessivo-compulsivo di personalità, ma potrebbe esserci comorbilità con quello di asse I per la presenza dei rituali

    Anche qui approfondire:chi ha suggerito l'invio (il marito perché p matta o lei perché ne sente iil senso di infelicità?) Perché proprio ora? Come ha fronteggiato sino ad ora la situazione? Quali aspettative ha nei confronti del clinico e dell'intervento? Quando sono sorti i sintomi (sia il bisogno di tenere tutto sotto controllo sia i rituali)? Cosa pensa che accada nel caso in cui non metta in atto i rituali (che paure ha a riguardo)? I rituali costituiscono un peso per lei?

    Approfondire le relazioni primarie (com'erano i genitori? lo stile relazionale? Erano severi e punitivi?), la relazione con il marito, indagare cosa rappresenti per lei il fatto di non aver avuto figli (è una scelta? E' una condizione che ha subito? se sì, come si sente?)

    METODOLOGIE DI OSSERVAZIONE: ???

    INDICAZIONI AL TRATTAMENTO: sembra esserci un buon esame di realtà, pertanto si potrebbe proporre una terapia individuale espressiva a orientamento psicodinamico. Lo scopo generale della psicoterapia con questi pazienti è quello di mitigare e modificare le rigide attitudini del Super-io. Questi pazienti devono accettare la propria umanità e integrare i propri sentimenti come parte dell’esperienza di Sé. Mentre i pazienti iniziano a comprendere che gli altri sono molto meno critici di loro, la loro autostima può migliorare. Sentendo di essere accettati dal terapeuta per quello che sono, riescono ad accettarsi maggiormente. L’accettazione della propria vita interiore riduce anche l’ansia: i sentimenti vanno vissuti ed espressi e il paziente deve imparare a non reprimerli o mascherarli con atteggiamenti difensivi.
    In primo luogo è necessario empatizzare con le implicazioni che la terapia dinamica può avere per il paziente, in quanto l’idea stessa dell’inconscio costituisce una minaccia per il loro senso di controllo; per gestire questa situazione di minaccia, il paziente può svalutare tutti gli insight del terapeuta, definendoli come “niente di nuovo”. Essi tendono spesso a divagare, allontanandosi sempre più dall’argomento principe e facendo perdere le fila del discorso al terapeuta, cancellando di frequente cose appena dette. Tendono a diventare “pazienti perfetti”, tentando di riprodurre esattamente ciò che pensano il terapeuta voglia ascoltare, avendo la fantasia di poter finalmente riuscire ad ottenere l’amore e la stima che sentono di non aver avuto da bambini.
    Poiché sono certi che ogni espressione di rabbia provocherà una disapprovazione, possono consciamente non provare alcun sentimento di rabbia, mentre inconsciamente la esprimono monopolizzando completamente la seduta. È importante che il terapeuta superi questa difesa di parole e cercare di accedere direttamente ai sentimenti, anche se i pazienti tenteranno di negare quanto osservato. Per far ciò, il clinico deve sempre tenere a mente gli obiettivi preposti e i motivi che hanno spinto il paziente a cercare la terapia, riportano il focus sul qui e ora quando necessario.

    (il trattamento l'ho preso paro paro dai miei riassunti!)
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  14. #779
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    Re: Cattolica 2012

    CASO KANEKLIN PAG. 136 (lo divido in paragrafi per rendere più facile la lettura)

    IPOTESI DIAGNOSTICA: Disturbo da Attacchi di Panico con Agorafobia (sintomi fisiologici, palpitazioni, iperidrosi, sensazione di soffocamento, senso di instabilità, vampate di calore e paura di morire che creano disagio significativo + paura e preoccupazione per i sintomi + evitamento della situazione o richiesta di un accompagnatore).

    APPROFONDIMENTI (Li ho messi giù quasi sempre in forma di domanda diretta, all'esame ne metterò qualcuna, ma il discorso è fatto in forma diretta, tipo "sarebbe opportuno approfondire il perché/ il motivo di..."):

    - Invio: è stato fatto dal medico, ma perché proprio ora? Quali sono le motivazioni del paziente (intrinseca anche se è il medico ad averlo inviato?) Quali le sue aspettative nei confronti del clinico e dell'intervento?

    - Dinamiche: familiari (in parte già esposte), relazionali (approfondire la presenza di eventuali amicizie, anche per capire se siano fonte di supporto o meno, e delle storie amorose, che lui afferma di aver evitato per paura di un fallimento, perchè?) e lavorative (come si trova al lavoro? Prova ansia o agitazione nei rapporti coi colleghi? E nei rapporti coi superiori? E in quelli con i clienti?)

    - Disturbo: Approfondire le dinamiche di insorgenza del sintomo (sorto due mesi fa e pochi mesi fa il padre ha interrotti i rapporti con il pz.: c'è una connessione tra questi due eventi?), gli attacchi di panico sono ricorrenti o legati a situazioni specifiche? (Nel caso prendere in considerazione la diagnosi di altri disturbi d'ansia in comorbilità con gli attacchi di panico) Dice di chiedere sostegno quando è in auto: ha paura solo in questa situazione? Se Sì, perché? Se invece capita anche in altre situazioni, quali sono? Perché chiede aiuto proprio a questo collega (ci sono dei vantaggi secondari sia per l'uno che per l'altro?) Quando il collega non c'è a chi telefona (basta il contatto telefonico con qualcuno o ci sono persone che predilige?)

    - Batteria testistica:
    • SCL-90-R: per approfondire la configurazione sintomatologica;
    • TAT: per approfondire sentimenti e conflitti del paziente, anche a livello interpersonale;
    • Rorschach: per avere un'idea del funzionamento di personalità del pz., anche degli aspetti di cui è inconsapevole (attenzione a: percezione di sè, delle relaizoni, affetti, stress situazionale);
    • Adult Attachment Interview: per esplorare gli stili di attaccamento, cercando di capire se abbiano un'influenza sulla sintomatologia attuale
    • Early Memories Procedure: per esplorare i ricordi di vita del paziente, anche quelli precoci, aiutando il paziente a narrare gli eventi più significativi della propria vita, attribuendogli un senso e cercando di capire come abbiano influito sul suo essere attuale

    INDICAZIONI AL TRATTAMENTO: (nella traccia non sono richieste, saranno da mettere comunque???)

    Nel caso io proporrei un trattamento cognitivo-comportamentale, finalizzato a sostituire i pensieri disfunzionali con altri più funzionali, fornendo conoscenze specifiche al paziente, che lo aiuteranno a fronteggiare le situazioni (per esempio gioverà l'informazione che le palpitazioni in se stesse, anche se rapide e prolungate, sono del tutto innocue).
    Potrebbe, inoltre, essere utile suggerire l'invio ad uno psichiatra per iniziare una terapia farmacologica.
    Ultima modifica di Picciosa : 15-07-2012 alle ore 23.59.20
    E' meglio avere rimorsi che rimpianti...

  15. #780
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    Re: Riferimento: Cattolica 2012

    Citazione Originalmente inviato da pimpa_07 Visualizza messaggio
    Depersonalizzazione --> esperienza persistente e ricorrente di sentirsi distaccato e come un osservatore esterni dei propri processi mentali o del proprio corpo, nonché sentirsi come in un sogno;
    Derealizzazione --> sensazione che il mondo esterno dia strano e irreale
    Detti in maniera semplicistica.. Inoltre la depersonalizzazione può costituire un disturbo vero e proprio mentre la derealizzazione esiste solo in quanto sintomo non come disturbo a se stante...

    Per quanto riguarda il caso gli ho dato una rapida lettura.. L'unica cosa che non ho capito è se lo svolgeresti proprio suddividendo i paragrafi...
    si mi hanno detto che se danno dei punti da seguire, vanno seguiti pari pari purtroppo.

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