Ciao a tutti!
Io avrei la seguente domanda: Ci si può chiamare "psicologo/a" senza essere iscritti all'albo?
Ciao a tutti!
Io avrei la seguente domanda: Ci si può chiamare "psicologo/a" senza essere iscritti all'albo?
effettivamente è la verità.
La maggior parte di coloro che vogliono diventare counselor sono persone che avrebbero voluto fare gli psicologi ma per un motivo o per l'altro non hanno potuto/voluto studiare.
E tra questi ci sono sicuramente massaie in pensione, pensionati, laureati/diplomati che scoprono di aver sbagliato laurea, gente che vuole arrotondare e licenziati vari. A scapito dell'utenza.
Ho visto con i miei occhi.
no, è un reato (almeno quello)Io avrei la seguente domanda: Ci si può chiamare "psicologo/a" senza essere iscritti all'albo?
vedi il caso Monica Rizzi.
Se non sei iscritto all'ordine degli avvocati, puoi definirti avvocato? no.
Se non sei iscritto all'ordine degli ingegneri puoi definirti avvocato? no.
Chissà perché la gente ha sempre qualche problema a fare lo stesso ragionamento con il titolo di psicologo.
Ultima modifica di Johnny : 31-07-2012 alle ore 10.25.34
Perla estiva: stavo facendo una passeggiata con alcune amiche sul Lungotevere, che d'estate viene "addobbato" con bancarelle, pub e amenità varie. Orbene, una di queste bancarelle recitava "fai il tuo profilo di personalità attraverso la scrittura" e altre cose tipo "conosci te stesso" ecc. C'era un banchetto con un tipo davanti aun pc portatile e tantissimi fogli sparsi con su scritta qualche riga a penna e sotto l'analisi della personalità che se ne deduceva. Avrei voluto chiedere le credenziali del tipo, ma erano talmente tante le persone accalcate in attesa della loro "analisi" che ho desistito. Ormai...siamo arrivati alla fiera. E la gente purtroppo mostra di apprezzare!
no, è un reato (almeno quello)
vedi il caso Monica Rizzi.
Se non sei iscritto all'ordine degli avvocati, puoi definirti avvocato? no.
Se non sei iscritto all'ordine degli ingegneri puoi definirti avvocato? no.
Chissà perché la gente ha sempre qualche problema a fare lo stesso ragionamento con il titolo di psicologo.[/QUOTE]
Grazie Johnny, mi hai tolto il dubbio..
nelle mie vicinanze c'é una persona che oltre a definirsi life coach, consulente energetica e familiare e tante altre cose si definisce anche psicologa.. eppure non l'ho trovata nell'albo degli psicologi...
Il problema è che tante persone hanno bisogno di " credere " e non di fare un serio lavoro su se stesse, cosa che costa tempo e fatica....
il pensiero magico aiuta a superare momenti di difficoltà.
Se qualcuno fa credere che tutti gli obiettivi sono superabili se solo lo vogliamo con forza di volontà, che possiamo ottenere tutto solo se ci sforziamo di pensare positivo che possiamo avere dagli altri quello che vorremmo solo decodificando le loro emozioni dai movimenti facciali e altre amenità del genere aiuta nell'affrontare le difficoltà della vita di tutti i giorni....e questo la gente vuole oggi...la società del tutto e subito, delle ricette facili per ottenere il massimo della soddisfazione....nessuno accetta le difficoltà o gli ostacoli
ecco un'altra perla, appena letta su un forum di coach! Un utente racconta che un suo amico sta prendendo gocce contro l'ansia, ma non migliora, praticamente è diventato dipendente dal farmaco. Un altro utente gli risponde così: "Consiglia loro di consultare un life coach. L'ansia è un problema molto comune e generalmente risolvibile in breve tempo (e, soprattutto, senza farmaci)".
esattamente, "far credere" alla gente ciò che vuole è però scorretto, infatti questa è uno dei motivi per cui gli psicologi sono infervorati con i vari coach/counselor: perché giocano e illudono i clienti assecondo le loro paure e desideri.
Lo psicologo invece, per dovere deontologico, non può illudere i clienti.
I coach spesso neanche sanno cosa fa lo psicologo, non sanno che gli psicologi non somministrano farmaci
Annunciaziò, annunciaziò! Girando su internet, per puro caso, mi sono imbattuta in un'altra nuova e rutilante figura pseudo-psicologica: il "pedagogista relazionale"! Ovviamente, con tanto di corso di formazione "riconosciuto" (sì, riconosciuto dalla stessa associazione che fa il corso!). Alcuni avevano già inventato il pedagogista clinico, forse il termine clinico spaventata un po'...e allora questi altri l'hanno rimodulato. E l'elenco si allunga...
Ultima modifica di ste203xx : 06-08-2012 alle ore 13.58.06
Oltre a tutto ciò che è stato detto, un'altra delle cose che mi lasciano perplesso, sono le qualifiche e le denominazioni quantomeno evocative che si leggono in giro ogni tanto. Con questo non vorrei portare fuori strada l'argomento del thread nè demonizzare altre categorie professionali, tuttavia stavo pensando ad un episodio che mi è capitato.
Da alcuni mesi, dopo la risoluzione del mio contratto in asl, ho ripreso (dopo anni) a svolgere la libera professione e sono rimasto nel territorio dei distretti socio sanitari in cui operavo; da qualche mese vedo una signora per un percorso di psicoterapia che mi è stata inviata da una persona che non conoscevo. Ora, per vedere i pazienti mi appoggio soprattutto all'ambulatorio di un medico di medicina generale col quale avevo in precedenza instaurato un buon rapporto personale e professionale. Sulla bacheca della sala d'attesa c'è un volantino con un nominativo e una qualifica di "operatore del benessere" (sottotitolo: "la risposta ai vostri problemi")....ora, tale persona è un fisioterapista (con metodiche alternative), molto bravo nel suo lavoro e ho scoperto che ha avuto il mio numero dal distretto sanitario e mi ha inviato lui stesso questa signora.
Lei mi ha detto che va spesso da lui per problemi alla schiena, che hanno parlato molto delle sue problematiche personali, affettive e relazionali, che lui le avrebbe sconsigliato un percorso psicologico in quanto a suo dire lei sarebbe una donna forte che ha superato molte avversità nella vita, ma, che su sua esplicita richiesta di avere il nominativo di uno psicoterapeuta, lui le avrebbe dato il mio essendosi informato al servizio pubblico (dove appunto avevo lavorato fino a pochissimo prima...l'unico invio dopo 3 anni di stra-lavoro, ci tengo a dirlo).
Credo sia assolutamente normale che un professionista sanitario, che si prende cura della persona, con cui instaura una relazione, possa finire a fare del supporto "ingenuo" e a dare dei consigli, non discuto affatto questo (lui non le ha detto "non perdere tempo dallo psicologo che tanto non serve a niente"), quello che invece mi fa pensare è l'utilizzo di questi "titoli" che si prestano a interpretazioni di ogni tipo, che dipendono anche dal bisogno della persona che legge, dal grado di consapevolezza del proprio disagio e dalla conoscenza delle figure professionali qualificate a dare loro una risposta adeguata: se io vivo un disagio psicologico legato ad evenienze tipo la perdita del mio lavoro o altro, non voglio andare dallo psicologo per pregiudizi o vissuti particolari relativamente alla figura professionale e trovo un volantino di questo tipo, magari una chiamata la faccio, poi mi chiedo come si svilupperebbe la questione....
Avendo conseguito un master in neuropsicologia e uno in psicopatologia dell'apprendimento mi sono premurato di chiedere conferma all'ordine su quali titoli utilizzare pubblicamente per definire la mia professionalità; mi è stato detto che il semplice conseguimento di un master di secondo livello darebbe la possibilità di utilizzare la dicitura "con titoli ed esperienza in..." mentre la definizione di, faccio un esempio nel mio caso, "neuropsicologo" o di "esperto in neuropsicologia" si potrebbe usare dopo una comprovata esperienza nel settore di, se non erro, tre anni (criterio che tra un contratto del cavolo e l'altro, un tirocinio e uno stage, ho di sicuro raggiunto, in entrambi i campi), in quanto solo i titoli di psicologo e di psicoterapeuta sono regolarmente riconosciuti con tanto di relativi albi.
C'è che deve stare attento anche alle virgole e chi, senza regolamentazioni, può attribuirsi qualifiche a volte fuorvianti e spesso eccessivamente fantasiose.
Ultima modifica di crissangel : 06-08-2012 alle ore 13.42.35 Motivo: i soliti errori di battitura...
Sei un professionista? Servizio Supervisioni e E-book per professionisti
Per la tua formazione post laurea, dai un'occhiata alle proposte di Opsonline:
Corsi d'aula
Corsi on line
Webinar
Regolamento Forum
Innanzitutto, l'uomo normale è solo un'astrazione
ecco un'altra meravigliosa perla letta su un sito, dove un coach evidentemente poco informato, delinea in modo davvero sciocco quelle che nella sua capoccia sarebbero le differenze tra coach e psicologo:
"Il coach non è uno psicologo, non si occupa di persone con profondi disagi psicologici e non lavora mai con persone che sono in cura da uno psicologi, psichiatri o psicoterapeuti. Alcune volte i coach sono anche psicologi ma l'enorme differenza è che il coach non lavora sul disagio, quanto sui punti di forza, su quello che già funziona"
e in un altro sito, in un'intervista a una coach:
"Lara come interpreti la figura dello psicologo?
Io ritengo che si debbano fare alcune considerazioni. Da parte di molte persone ho notato come non ci sia più la voglia e a volte nemmeno la necessità, di sottoporsi a lunghe e dolorose sedute che comportano anni di attesa e che a volte rischiano di scoraggiare chi si avvicina a questo tipo di disciplina"
Ultima modifica di ste203xx : 09-08-2012 alle ore 18.06.29
la complessità di un argomento non giustifica l'uso di un linguaggio difficile e articolato nell' esporlo al pubblico.
allora il povero Rogers si starà rivoltando nella tomba...
C'era una stella che danzava e sotto quella sono nata (W. Shakespeare)
allora trovo ancora più grave che una collega assimili lo psicologo ad uno che fa "lunghe e dolorose sedute di cui non c'è più voglia né necessità". Non c'era bisogno di contrapporlo al coach tanto per esaltare quest'ultimo. Se voleva fare crescita personale poteva farla senza chiamarla life coaching e senza svalutare così la categoria a cui appartiene. Cioè, capisco se gli affossamenti vengano dai piennellari, ok, non hanno un percorso specifico in psicologia, spesso neanche una laurea, quindi ci sta che ignorino cosa faccia realmente uno psicologo. Ma che una collega trasmetta quest'idea della professione...mi lascia ancora più perplessa.