Originalmente inviato da
GIUNONE
Ma il termine "tutor" l'ha usato lui? Ed anche la "diagnosi" di disturbo relazionale? Io considererei, per iniziare, almeno questi punti :
- la modalità del contatto: via mail: abbastanza impersonale e facilitante il minor coinvolgimento personale possibile;
- l'etichetta dei "disturbi relazionali";
- ti propone già lui la soluzione bell' e pronta, basta solo che tu la esegua:
fare da "tutor". Cosa significa per questo genitore, per la famiglia in generale? Sembra, da come te la descrive, una forma di assistenza/controllo;
- l'eventuale disagio espresso da un membro della famiglia rappresenta il disagio di tutto il sistema, quindi va letto in maniera sistemica (spesso l'individuazione del capro espiatorio è utile agli altri per trarsi fuori dai giochi).
La situazione è complessa, sicuramente occorre un incontro preliminare per leggere il contesto intero ed individuare il disagio, che il genitore avverte, ma dandone un'adeguata e soprattutto completa lettura, senza colludere rispondendo tout court ad una richesta "acerba" del genitore, che cioè esprime un disagio ma in maniera naturalmente sommaria. Il genitore ti segnala che c'è un problema, ma sta a te capire quale sia.