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  1. #16
    Partecipante Esperto
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    21-06-2005
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    toscana
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    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Citazione Originalmente inviato da Pentesilea84 Visualizza messaggio
    Inoltre abbiamo gente che insegna con i vecchi diplomi magistrale o psicosociopedagogico basta che si sia diplomata entro il 2001 e gente con le competenze appropriate a casa, personalmente credo che questo sia scandaloso.

    .
    Ma allora che faresti, le metteresti tutte in pensione anticipata queste persone? Oppure le costringeresti a laurearsi dopo anni che hanno terminato gli studi?

  2. #17
    Banned
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    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Citazione Originalmente inviato da psicolaurea Visualizza messaggio
    Bravissima....facciamo girare la mail fra colleghi!!!!!!!!!!

    Io farò altrettanto.....
    Citazione Originalmente inviato da MEMOLEMEMOLE Visualizza messaggio
    Allora io in prima persona posso attivarmi....

    Scriviamo mail all'ordine? Io posso scrivere all?ordine psico del lazio....(magari facendo girare la mail fra i miei colleghi)....Voi fate altrettanto..e parte quelaocsa..che ne dite?
    potreste riportare qui o in messaggio privato la mail che avete scritto all'Ordine ?
    Vorrei allinearmi a quello che avete scritto voi, e inoltrarla anch'io
    grazie

  3. #18
    Postatore Epico L'avatar di MEMOLEMEMOLE
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    18-02-2005
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    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Citazione Originalmente inviato da monicadal Visualizza messaggio
    Ma allora che faresti, le metteresti tutte in pensione anticipata queste persone? Oppure le costringeresti a laurearsi dopo anni che hanno terminato gli studi?
    Premetto che lavoro da anni nelle scuole: come assistente scolastica prima, e come psicologa poi....Quindi da anni sono a contatto con gli inseganti e con insegnanti di sostegno!
    Non credo che gli insegnanti di sostegnmo(almeno quellic he ho incontrato io) siano degli imbecilli..ne idioti...MA so e ho purtroppo potuto constatare che per FORMAZIONE sono limitati...nel senso che spesso sono isnegnanti di sostegno coloro che ancora non sono di ruolo...e che spesso hanno una formazione talemnte lontana dall'handicap (e spesso anche dai bambini e dall'età evolutiva) che....i loro interventi e il loro lavoro risulta davvero molto..."particolare"..
    Quindi NO, non li manderei in pensione...MA come IO, per il MIO lavoro DEVO formarmi(atttraverso corsi di formazione, master, anche nei wend)..beh....PRETENDEREI lo stesseo da loro! Insomma..a mio avviso se hai un lavoro 8qualunque esso sia) o lo fai bene..o NON meriti di farlo!..
    Quindi OK, prima si entrava con 3 poi 5 anni di sitituo magistrale..ma cavolo...dal 1990...in poi qualche corso..si può anche fare..che so, dinamiche relazionali, specializzazioni su handicap....e cose del tipo!

    Inoltre....Riguardo alla nostra laurea..NOn credo sia migliore di altre..ma certo, rispetto a chi ha studiato per fare tutt'altro...NOI, come corso di alurea 8almeno io al mio indirizzo) un po' di esami sull'handicap, sulla psicologia del bambino, sull'attenzione alle persone, sulla memoria, sull'apprendimento...li ho fatti!...

    E credetemi, su 5 insegnanti di sostegno che ha avuto la bimba che da annia seguo(è autistica) NESSUNO (e non sto esagerando)...aveva un corso sull'autismo......beh..sintomatico ..o no?
    ." all'origine gli esseri umani erano doppi:possedevano 2 teste, 4gambe, 2 sessi uguali o diversi.Questa condizione cionferivaloro una grande forza e un ambizione tale che un giorno si lanciarono all'assalto del cielo.Allora zeus infuriato tagliò in due ciascuno di loro e da qual giorno ognuno è alla ricerca della sua metà!"
    .................

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  4. #19
    Partecipante Super Esperto L'avatar di Pentesilea84
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    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Citazione Originalmente inviato da monicadal Visualizza messaggio
    Ma allora che faresti, le metteresti tutte in pensione anticipata queste persone? Oppure le costringeresti a laurearsi dopo anni che hanno terminato gli studi?

    Certo che no, sei fuori tema il discorso era un'altro e cioè che non potete dirci che siamo presuntusi o che abbiamo deliri di onnipotenza quando poi molti insegnanti hanno solo il diploma delle magistrali e non sanno niente sulla gestione dei problemi quali DSA, DOP,ADHD, Disturbi emotivi e sulla loro influenza sull'apprensimento scolastico.
    Ora perchè lo stato stà facendo formare un referente per ogni istituto che possa fare screenin di I livello sui DSa e uno psicologo non può fare domanda per insegnare? Qui esistono 2 pesi e 2 misure.
    Personalmente vedo meno preparato un docente che con poche ore di formazione potrà fare screening (dato che ci vogliono conoscenze specifiche in ambito Neuropsicologico, Psicopatologico oltre che Statisco per non incorrere in falsi positivi) che uno psicologo che voglia insegnare.
    Ultima modifica di Pentesilea84 : 12-06-2012 alle ore 21.08.51

  5. #20
    Matricola
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    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    “la verità è che la professione dello psicologo è recente (1989)” (cit.)

    La professione dello Psicologo è tutt’altro che recente. Chi conosce la storia della propria disciplina sa bene che la Psicologia e la professione di Psicologo non nascono nel 1989 come un fungo sotto una pianta. Giusto per fare anche l’insegnante, è sufficientemente condivisa nel settore la data del 1879 (anno di apertura del laboratorio di W. Wundt a Lipsia) per la “nascita scientifica” della Psicologia.
    Vero è che in Italia nel 1989 viene approvato un Ordine per gli Psicologi, i quali sono tutti tenuti a farvi riferimento. Si tratta, però, di una questione giuridico-legale (qualche volta economica) che “norma” una professione. Per fortuna, poi, lo Psicologo è ben altro che un semplice appartenente ad un Ordine professionale. Mi spiego: la semplice appartenenza non costituisce affatto alcuna garanzia circa la qualità professionale del soggetto. Si tratta di un requisito minimo richiesto per Legge (discutibile, per certi aspetti), ma che nulla dice circa la professionalità di un individuo e la sua capacità di discernere in termini epistemologici e metodologici.
    Perciò, ritengo utile non confondere i due piani di riflessione: quello della competenza psicologica e quello della semplice appartenenza ad un Ordine costituito. Questo anche per rispondere a chi con troppa facilità si sente presumibilmente offeso dall’espressione “laureati in Psicologia”, sentendo il bisogno di ribadire tronfiamente:

    “Psicologi, prego” (cit.)

    Del resto, c’è ben poco di che essere vanesi per ciò: ribadisco che una Laurea, un tirocinio ed un Esame di Stato non sono affatto sinonimi di capacità di discernimento… Provocatoriamente, dico che basta saper leggere un po’ di libri e saper affrontare qualche esame, magari con successo. Ma il funzionamento della vita psichica (qualche volta: psicopatologica) lì non è scritto e, soprattutto, non è vivo. E chi legge si può solo fare una lontana idea, magari ben studiata, ma pur sempre lontana.

    Ad ogni modo, sembra che gli psicologi facciano fatica ad

    “affermarsi perché ogni ambito di lavoro è già "occupato" da altre figure che ci vedono come intrusi” (cit.).

    Ebbene: i posti di lavoro sono occupati da persone che non esercitano la professione di Psicologo, ma quella di Insegnante. Che con la professione psicologica non ha nulla a che vedere. E qui è da capire se costoro vedono questi psicologi (…che vorrebbero fare altro) come “intrusi” o se, invece, non sono gli psicologi ad accusare con troppa faciloneria e presunzione (ma sarà la giovane età? …Spero) che altri svolgerebbero, magari abusivamente, la loro professione (posto, però, che ne sappiano definire gli ambiti e i limiti).
    Per altro facendo spesso appello ad una Legge (56/1989), rivelano (almeno a me) la loro stessa fragilità: in assenza di argomentazioni di competenza psicologica, diviene facile “difendersi” per Legge, lasciando trapelare anche una triviale mentalità legalistica e formalistica.
    …Gli “intrusi”: un’espressione che denota anche una coloritura paranoicale nell’interazione sociale circa la negoziazione dell’identità sociale (cioè: professionale).
    In ogni caso, se è vero che vi possono essere professionisti che occupano una posizione da “psicologo” (e, però, è cosa che va dimostrata), ciò non legittima affatto gli Psicologi ad assumere il medesimo comportamento pretendendo di poter svolgere qualsiasi lavoro. Insomma: non basta che vi sia una condizione di “difficoltà” o “svantaggio” o che altro ancora perché sia legittimo pensare all’intervento psicologico. Questo pensiero è l’esito di pregiudizio e stereotipia, secondo cui, nel senso comune (ma evidentemente anche tra “specialisti”), per qualsiasi “problematica” è lecito pensare all’intervento di uno Psicologo. Ribadisco che vi può essere l’intervento di uno Psicologo se viene chiesto un lavoro psicologico.

    “Lo Stato non dovrebbe permettere a chiunque di poter arrivare a svolgere un ruolo così importante e delicato come il SOSTEGNO!!!!!!!!!
    E' INACCETTABILE che per collocare i precari laureati in altre discipline si giochi sulla pelle di questi bambini!!!” (cit.)

    Può essere vero che, in alcuni casi, la professione dell’Insegnante di sostegno debba essere ulteriormente studiata e perfezionata. È opportuno che ce se ne occupi. Ma non tocca allo Psicologo: questa esternazione lascia invece intendere che un laureato in Psicologia, iscritto all’Ordine e, magari, anche “masterizzato” in DSA abbia maggiori competenze di un Insegnante che abbia frequentato il medesimo master.
    Mentre il problema fondamentale è che lo Psicologo, in questo caso, ha deciso di orientare il proprio interesse verso un nuovo campo disciplinare che non è la Psicologia: pertanto è opportuno che si formi. Credere che lo Psicologo possa essere un “gradino superiore” all’Insegnante, all’Educatore o quanto altro indica ancora una volta una mentalità ristretta e retriva, in cui si suppone l’esistenza di una “scala gerarchica” delle competenze: chi sta “più in alto” (ma è solo un’auto-percezione, a volte purtroppo confermata nell’interazione sociale e dal contesto) presume di poter ri-assumere anche le competenze di chi giudica essere “più in basso”. Questa “visione” si proponeva in modo pervicace fino a qualche anno fa anche nei rapporti tra Psichiatra e Psicologo, quando il primo facilmente supponeva di poter essere anche il secondo.
    Lascio perdere, poi, lo stucchevole e maleodorante appello “etico” circa la “pelle dei bambini”: quando non si fa appello alla Legge ordinistica, viene fatto appello ad una pseudo-etica impregnata di sensazionalismo da cui si evince solo la strumentalizzazione di una situazione complessa a fini del tutto personal-professionali, col risultato di allertare e fomentare gli “squadroni” di una supposta “giustizia”. Prova ne è che nella risposta successiva qualcuno incita:

    “Bravissima....facciamo girare la mail fra colleghi!!!!!!!!!!

    Io farò altrettanto.....” (cit.)


    Concludo rispondendo a chi dice:
    “PAROLE AL VENTO”
    Costui da prova di non conoscere la potenza trasformatrice e rigeneratrice della parola. E si permette anche il lusso di sprecarla… urlando o alzando la voce (come molti in questo caso), quando sentono l’eccessiva spinta ad affermare fortemente la piccolezza del proprio punto di vista (e di se stessi) utilizzando spesso il maiuscolo.

  6. #21
    Johnny
    Ospite non registrato

    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Citazione Originalmente inviato da stefano3 Visualizza messaggio
    “la verità è che la professione dello psicologo è recente (1989)” (cit.)

    La professione dello Psicologo è tutt’altro che recente. Chi conosce la storia della propria disciplina sa bene che la Psicologia e la professione di Psicologo non nascono nel 1989 come un fungo sotto una pianta. Giusto per fare anche l’insegnante, è sufficientemente condivisa nel settore la data del 1879 (anno di apertura del laboratorio di W. Wundt a Lipsia) per la “nascita scientifica” della Psicologia.
    si io mi riferivo alla nascita della professione di psicologo, non della psicologia. Ho fatto riferimento all'Italia perché è qui che abitiamo.
    Probabilmente sei contro l'esame di stato e gli ordini professionali ma allora dovresti protestare contro tutti gli ordini, non solo quello degli psicologi.
    Anche gli avvocati appena laureati e abilitati non sono bravi come quelli esperti, anche i medici, anche i farmacisti e così via.

  7. #22
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    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    CIT. Può essere vero che, in alcuni casi, la professione dell’Insegnante di sostegno debba essere ulteriormente studiata e perfezionata. È opportuno che ce se ne occupi. Ma non tocca allo Psicologo: questa esternazione lascia invece intendere che un laureato in Psicologia, iscritto all’Ordine e, magari, anche “masterizzato” in DSA abbia maggiori competenze di un Insegnante che abbia frequentato il medesimo master.
    Mentre il problema fondamentale è che lo Psicologo, in questo caso, ha deciso di orientare il proprio interesse verso un nuovo campo disciplinare che non è la Psicologia: pertanto è opportuno che si formi. Credere che lo Psicologo possa essere un “gradino superiore” all’Insegnante, all’Educatore o quanto altro indica ancora una volta una mentalità ristretta e retriva, in cui si suppone l’esistenza di una “scala gerarchica” delle competenze: chi sta “più in alto” (ma è solo un’auto-percezione, a volte purtroppo confermata nell’interazione sociale e dal contesto) presume di poter ri-assumere anche le competenze di chi giudica essere “più in basso”.Lascio perdere, poi, lo stucchevole e maleodorante appello “etico” circa la “pelle dei bambini”: quando non si fa appello alla Legge ordinistica, viene fatto appello ad una pseudo-etica impregnata di sensazionalismo da cui si evince solo la strumentalizzazione di una situazione complessa a fini del tutto personal-professionali, col risultato di allertare e fomentare gli “squadroni” di una supposta “giustizia”. Prova ne è che nella risposta successiva qualcuno incita:

    “Bravissima....facciamo girare la mail fra colleghi!!!!!!!!!!

    Io farò altrettanto.....” (cit.)

    Concludo rispondendo a chi dice:
    “PAROLE AL VENTO”
    Costui da prova di non conoscere la potenza trasformatrice e rigeneratrice della parola. E si permette anche il lusso di sprecarla… urlando o alzando la voce (come molti in questo caso), quando sentono l’eccessiva spinta ad affermare fortemente la piccolezza del proprio punto di vista (e di se stessi) utilizzando spesso il maiuscolo.



    Sinceramente credo che si sia perso il nocciolo del discorso mi sembra di leggere il testo della difesa in un tribunale a favore della categoria Insegnanti Vs Psicologi.
    Qui non si parlava di chi è più bravo a fare cosa ma semplicemente di offrire l'opportunità anche ai laureati in Psicologia di accedere al concorso.
    Ovviamente ognuno ha le sue competenze e nessuno lo mette in dubbio, anzi ci dovrebbe essere collaborazione e sinergia tra le due figure professionali e non questa ridicola lotta.

    Poi parli di misconoscenza da parte di qualcuno (non ricordo il nome) della potenza rigeneratrice e trasformatrice della parola ma evidentemente non ti sei accorto che anche tu con la tua dialettica ricercata hai espresso un giudizio personale e aggiungerei anche offensivo : "la piccolezza del proprio punto di vista (e di se stessi) " ignorando tuo malgrado la Forza trasformatrice e rigeneratrice della parola.

  8. #23

    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    C ondivido pienamente la riflessioni. Sono pedagogista ed insegnante di sostegno ed ora mi sono iscritta a psicologia. Nel mondo della scuola il sostegno è considerato solo come un ripiego per chi non riesce ad avere la classe. Pochi lo fanno con cura, professionalità e continuo aggiornamento. Per non dire che nel nostro sistema non esiste la figura presente della psicologa scolastica, che dovrebbe essere parte integrante di ogni Istituto... Diffondiamo è importante....

  9. #24
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    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Citazione Originalmente inviato da malettad Visualizza messaggio
    C ondivido pienamente la riflessioni. Sono pedagogista ed insegnante di sostegno ed ora mi sono iscritta a psicologia. Nel mondo della scuola il sostegno è considerato solo come un ripiego per chi non riesce ad avere la classe. Pochi lo fanno con cura, professionalità e continuo aggiornamento. Per non dire che nel nostro sistema non esiste la figura presente della psicologa scolastica, che dovrebbe essere parte integrante di ogni Istituto... Diffondiamo è importante....
    Infatti, perchè l'Italia non si aggiorna e non mette questa figura a scuola??
    Hanno speso miliardi di soldi pubblici per le cavolate e per il loro tornaconto e noi poveri uomini comuni dobbiamo vivere nella miseria per colpa loro. Sono solo bravi a tagliare soldi alla Sanità, all' Istruzione e alla Ricerca... e mi fermo quì perchè poi mi vengono in mente solo parolaccie e non vorrei essere scurrile

    Magari qualcuno che ne sà più di me potrebbe provare a far girare una lettera che affronti questa tematica "Lo psicologo scolastico in Italia e nelle altre Nazioni", far arrivare all'Ordine con tutte le firme degli interessati. Ragazzi/e dobbiamo lottare affinchè la nostra figura venga riconosciuta dalle Istituzioni e dalla gente in generale.

  10. #25

    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Questa del ripiego sul sostegno da parte di laureati in materie completemente estranee al mondo dei disabili e una pacchia che deve finire!!!

  11. #26

    Riferimento: Perche' non possiamo essere noi i futuri insegnanti di so

    Citazione Originalmente inviato da stefano3 Visualizza messaggio
    Perché lo Psicologo (a volte anche Psicoterapeuta) può fare "solo" lo Psicologo (e Psicoterapeuta)... Se ne è capace. Quindi si limiti a ciò. Che la specificità della sua professione non divenga anche fonte di presunzione e arroganza cercando di dimostrare una supposta competenza anche nell'insegnamento. Se desidera insegnare, si metta in coda come qualsiasi altro laureato. Di fatto, una laurea in Psicologia non è meglio e non è peggio di un'altra: è una laurea e basta.
    D'altro canto riconosco la precarietà (e caoticità) anche di alcuni corsi di formazione per l'insegnamento di sostegno: la loro debolezza, tuttavia, non dice nulla della (e non avvalora la) competenza di altri settori.
    Vita dura per i laureati in Psicologia: la scarsità del mercato del lavoro fa credere loro di essere in diritto di posizionarsi ovunque.
    Io non conosco ne il suo indirizzo di studi ne le sue competenze in merito ad un'analisi che a mio avviso trovo banale, superficiale e che non tiene conto del percorso di studi quinquennale, della mole dei contenuti per ogni singola materia e della essenziale complementarietà di tutte quelle materie che vengono utilizzate in maniera sinergica e presenti principalmente nel bagaglio culturale di un laureato in psicologia, e che rendono competenze specifiche di un professionista in grado di comprendere al meglio i bisogni dei bambini disabili e intervenire in maniera mirata...
    Ora mi chiedo: se gli insegnamenti per i 36 CFU in ambito psicopedagogico per il TFA del sostegno vengono impartiti da laureati in psicologia, perchè gli psicologi che queste cose le insegnano ai laureati in musica, giurisprudenza, arte, lingue, architettura...ecc. (persone che per ripiego scelgono questa via soltanto per il posto di lavoro), non dovrebbero essere i più indicati per questo delicato incarico soprattutto nell'interesse dei bambini?
    La scarsità del mercato del lavoro, piuttosto, fino ad oggi ha fatto credere a questi laureati nelle materie più disparate di accedere a ruoli che non rispecchiano in alcun modo la loro formazione!!!
    Questa del ripiego sul sostegno da parte di laureati in materie completemente estranee al mondo dei disabili e una pacchia che deve finire!!!

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