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  1. #1
    Partecipante Affezionato
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    24-09-2011
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    specializzazione o multiprofessionalità

    Ciao a tutti,
    chiedo consigli a voi e a chi di voi si è posto la mia stessa domanda. Devo decidere dove fare il tirocinio post lauream e sto attraversando un momento di crisi. Vengo dalla clinico dinamica ed e' la mia passione, ma decisi tempo fa di procedere abbandonando la passione per strade che mi permettano di interfacciarmi al mondo del lavoro con diverse preparazioni per tanto ho pensato di fare il tirocinio post lauream in strutture di psicologia del lavoro e centri sull autismo. Ad oggi mi sale di nuovo il dubbio? E' davvero utile fare altri percorsi o dovrei concentrarmi su cio che veramente voglio fare ? Voi che scelta avete fatto e che conseguenze avete sperimentato?
    Grazie

  2. #2
    Partecipante Affezionato L'avatar di Irys8686
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    22-03-2012
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    Riferimento: specializzazione o multiprofessionalità

    Ciao!
    é bello leggere i miei stessi dubbi nelle righe scritte da qualcun altro... purtroppo non ho la risposta...
    Posso solo dirti che la mia passione è la clinica... ma sto facendo un corso di specializzazione in HR..
    che dirti.. il corso l'ho scelto perchè ho più possibilità di trovare lavoro in quest'ambito rispetto a quello clinico. Sono comunque contenta di aver iniziato questo percorso perchè mi sta comunque aprendo un mondo nuovo che avevo decisamente sottovalutato. Ad oggi la mia passione rimane pur sempre la clinica ma credimi che non disdegnerei un altro tipo di lavoro.
    Non so darti la risposta perchè neanch'io ho la formula.. quello che penso è che dobbiamo aprirci tutte le porte.. inutile chiuderle a priori..
    Fa ciò che ti senti
    .... e incrociamo le dita!!

  3. #3
    L'avatar di crissangel
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    Riferimento: specializzazione o multiprofessionalità

    Ciao ragazze
    anche io nel tempo, specie subito dopo la laurea, mi sono posto gli stessi dubbi. Allora, vi racconto un po di me...intanto sono laureato in Psicologia V.O. indirizzo clinico e di comunità. La maggior parte dei miei esami fondamentali in ambito clinico li ho sostenuti con docenti che seguivano un orientamento di tipo psicodinamico ed ho sostenuto gli esami con loro non tanto per una scelta "di campo" quanto per il fatto che, essendo gli studenti scaglionati in base alle iniziali dei cognomi, sono capitato con questi docenti (quindi approccio psicodinamico, analisi transazionale e un po di fenomenologia). Nel contempo, ho iniziato ad appassionarmi alle neuroscienze e alla neuropsicologia clinica e così, ho scelto i miei esami complementari, quelli che adesso credo si chiamino crediti liberi, tra quelli che mi avrebbero permesso di approfondire maggiormente l'ambito in questione, su cui ho poi fatto anche la tesi.
    Durante l'anno di tirocinio post laurea, nel primo semestre ho frequentato un CSM dove si facevano sia terapie di sostegno sia valutazioni neuropsicologiche e, nel secondo, un servizio handicap adulto dove, al di là delle differenze legate alle peculiarità dei servizi, ho potuto continuare a sperimentarmi sui diversi fronti: valutazioni neuropsicologiche, personologiche, sostegno psicologico. Sempre durante il tirocinio post laurea, nel primo semestre, ho affiancato uno psicologo-psicoterapeuta, che non era il mio tutor, molto bravo, di indirizzo sistemico-relazionale che non avevo mai approfondito ma che mi è piaciuto parecchio.
    Nel frattempo mi ero iscritto ad un master in neuropsicologia e ho fatto il tirocinio annesso in un importante centro riabilitativo...lì ho continuato ad approfondire la valutazione e appreso tecniche e metodologie per la riabilitazione cognitiva...ma, mi pareva mancasse qualcosa: tutto il lavoro coi famigliari dei pazienti, spesso ragazzi giovani con tutta una vita davanti e un progetto di vita modificato per sempre a causa di un trauma riportato in seguito ad un incidente, o famigliari di anziani che erano sempre stati arzilli, energici, punti di riferimento, fino a quando la demenza non si è palesata...in questi casi i ruoli cambiano, si devono trovare nuovi equilibri personali e familiari. Allora decido di iscrivermi ad una scuola di psicoterapia e decido che l'orientamento ed il modello teorico che voglio seguire sarà proprio quello sistemico.
    Lavoricchio in una casa di riposo con un contratto che definire tale è un'offesa (avevo tipo 300 euro di rimborso spese, ma decidevo io quante ore fare, in genere andavo due massimo tre pomeriggi la settimana)...poi nel dicembre del 2007 vinco una borsa di studio di un anno da svolgere presso un presidio extraospedaliero riabilitativo e inizio a lavorare in una unità operativa dedicata all'età evolutiva, anche se il mio è più un lavoro di ricerca che clinico.
    A questo punto, c'è da dire una cosa: mi ero laureato all'indirizzo clinico, avevo conseguito un master in neuropsicologia dei disturbi cognitivi acquisiti, stavo ormai al terzo anno di scuola di psicoterapia, le pochissime esperienze lavorative pregresse ed i vari tirocini fino a quel momento effettuati erano tutti nell'aera adulti-anziani-giovani adulti...e finisco a lavorare coi bambini??? Allora decido di fare il serio tanto ormai il concorso lo avevo vinto e la borsa pure e dico subito al mio responsabile di allora (un fisiatra specializzato anche lui in psicoterapia sistemico relazionale) che io di bambini, onestamente ne so davvero poco. Ma lui mi ha guardato e mi ha detto "bene, sono felice che in questo anno avrai l'opportunità di crescere e migliorarti esplorando anche questo ambito, interfacciandoti anche con questo tipo di utenza, anche io non avevo mai lavorato coi minori prima di arrivare qua" e se ne è andato!
    Nel 2009, finisco a fare il mio ultimo tirocinio di specialità (ero finalmente arrivato al quarto e ultimo anno di scuola) in una struttura a 75 km da casa, presso una unità operativa chiamata "infanzia adolescenza e famiglia" dove mi cimento nelle terapie presso il consultorio in essa compreso e nelle valutazioni psicodiagnostiche di bambini segnalati dalle scuole, valutazioni neuropsicologiche su adulti per le commissioni invalidi 104, certificazioni scolastiche, sostegno psicologico a bambini, adolescenti e genitori...nonchè tutto il lavoro con le scuole. Anche li mi dico...si vabbè...ma tutti sti marmocchi come li gestisco? Dopo poco è arrivato il contratto: due borse di studio e sono rimasto lì tre anni. Il tutto è finito alla fine dello scorso anno; soliti problemi: non ci sono soldi, non ci sono fondi ecc. A fatica, mi sto rimettendo in corsa (lavoravo 50 ore a settimana anche se ero pagato per 20, dividendomi in due distretti diversi...il mio responsabile aveva puntato molto su di me e pensava che sarebbe riuscito a tenermi là, dopo, quando ha capito che le alte dirigenze non lo ritenevano possibile, si è scusato per avermi illuso e mi ha augurato buona fortuna), ho dei pazienti che vengono privatamente, non mi sono pubblicizzato, sono utenti che avevo nel pubblico e che sanno che sono rimasto nei paraggi...in più insegno psicologia ai corsi per operatori socio sanitari e ogni tanto (anzi spesso) passando di là in auto, per andare a tenere la mia lezione, vedo per strada qualcuno dei miei "marmocchi" (come li chiamavo un tempo) e mi prende un magone tremendo perchè mi piacerebbe continuare a seguirli, parlarci assieme, ascoltarli, giocarci...rinnovare le diagnosi funzionali, riabilitare i loro DSA, sapere come va, vederli crescere ancora un po...ma quando li vedo per strada, fuori dalla scuola o dai locali dell'asl mi sembrano sereni e tranquilli e si ricordano di me e alcuni mi corrono incontro e mi abbracciano
    Tutta questa solfa per dire che uscito dall'università non avevo preventivato nulla, ma pensavo/speravo che avrei trovato lavoro presto e che mi sarei occupato di uno specifico target di pazienti, non pensavo nemmeno di diventare psicoterapeuta. Ma poi la vita e le occasioni ci portano a rivedere le nostre posizioni e a vivere esperienze che ci fanno cambiare idea e che ci permettono di considerare aspetti ed opportunità che altrimenti non avremmo considerato. Lo scorso anno, mentre lavoravo e tutti mi facevano credere che ci sarebbero state sicuramente possibilità di rinnovo per me, mi sono iscritto ad un master in psicopatologia dell'apprendimento, per poter fornire un servizio migliore anche in seguito all'emanazione della Legge 170 in materia di DSA...cosa di cui non sono affatto pentito anche se poi le cose sono andate come sono andate...e ora, privatamente, mi occupo anche (in questo ultimo periodo direi quasi soprattutto) di questo settore...cosa che fino a qualche anno fa non avrei mai pensato
    Poi che dire, le varie competenze che ci formiamo attraverso tirocini, esperienze, corsi di formazione ecc possono essere utili in maniera trasversale a diversi campi, senza contare che poi, indipendentemente da ciò che scegliamo, da quale orientamento teorico preferiamo e approfondiamo, ci siamo sempre noi come persone, con le nostre caratteristiche e peculiarità. Lavorare coi bambini, per esempio, per me è stato incredibilmente arricchente e far parte, anche se solo per qualche anno, del servizio pubblico, mi è servito per interfacciarmi con diverse tipologie di utenti: ho lavorato molto sull'aspetto relazionale, sul "saper essere"; si può lavorare con famiglie e coppie anche se si ha un approccio psicanalitico e quindi, a mio modesto parere, vale quello che ha detto Irys8686
    Ultima modifica di crissangel : 23-07-2012 alle ore 21.54.09
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  4. #4
    Partecipante Affezionato L'avatar di Irys8686
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    Riferimento: specializzazione o multiprofessionalità

    Grazie crissangel!!!
    é bello leggere le storie di colleghi con + esperienza
    E ti ringrazio per averla condivisa con noi!
    Anche io sono un po confusa... mi sembra di fare mille cose e niente... e non so davvero come andrà a finire...

  5. #5
    L'avatar di crissangel
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    Grazie Irys, pensavo di essermi dilungato fin troppo, sono felice che aver condiviso un po di tappe possa aver dato qualche spunto
    Come andrà a finire non si sa, non lo so nemmeno io: non so se continuare privatamente là dove sono e quindi mettermi nell'ordine delle idee che devo iniziare a pubblicizzare la mia presenza prima che i servizi e i medici del territorio si dimentichino di chi sono o provare altre strade, ma credo tu abbia fatto una buona scelta; del resto è necessario imparare a fare dei compromessi tra le nostre aspirazioni e quella che è effettivamente la richiesta del territorio. Alla fine ogni esperienza torna utile ed è soprattutto tramite l'esperienza che si maturano competenze...da quelle poi si può partire per cercare delle opportunità o cogliere quelle che si potrebbero presentare...certo che la nostra strada è bella difficile!!
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  6. #6
    Partecipante Affezionato L'avatar di Irys8686
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    Riferimento: specializzazione o multiprofessionalità

    Si decisamente difficile!
    Per la lunghezza non ti preoccupare.. è molto + veloce leggere che scrivere quindi.. non ci sono tante persone che hanno la pazienza (il tempo o la voglia) di condividere le loro esperienze.
    Io attualmente sto facendo volontariato come psicologa al sert sel mio paese.. oltre questo corso di specializzazione sto facendo un master in psicodiagnosi.
    Quello che vorrei fare è dedicarmi a tutte le nuove dipendenze patologiche.. in modo particolare quelle da internet.. o il gioco d'azzardo.
    Però non vedo sbocchi.. se non propormi per qualche stage nelle HR quando finirò il corso.
    C'è anche da dire che vivere in Sicilia non aiuta.. spostarsi non è semplice.. ma forse dovrò rassegnarmi a questa idea...
    Parli di altre strade oltre il privato... non poi continuare con l'attività privata inziandone una in parallelo?

  7. #7
    Partecipante Affezionato
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    Riferimento: specializzazione o multiprofessionalità

    Ciao ragazzi,
    grazie per avermi dato retta. Leggo con conforto le vostre esperienze e tra le righe mi viene da chiedervi .. durante il tirocinio post lauream ci si puo iscrivere a un master?
    In ogni caso rispetto al tirocinio rimango perplessa, vorrei fare un esperienza che mi permetta di costruirmi una professionalità. Ieri sono stata in un centro di pet therapy, una mia grande passione, ma i loro volti e loro parole mi hanno trasmesso tutt' altro che clima da regno bucolico in cui sono immerse, perciò a pelle credo rinuncierò. Ho visto e valutato tante strutture, ma sono veramente confusa tra ciò che mi sento e ciò che poi potrei spendere sul mercato.

  8. #8
    Partecipante Affezionato L'avatar di Irys8686
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    Riferimento: specializzazione o multiprofessionalità

    Ciao Elisa! Si si puoi iscriverti ad un master tranquillamente...
    per il resto... guarda in un altro momento io ti avrei consigliato di seguire semplicemente le tue passioni... adesso non me la sento di dirti solo questo.
    Credo che se riuscissi a trovare una via di mezzo sarebbe ottimo..
    Molte mie colleghe hanno avuto la fortuna di fare un tirocinio e di continuarlo sottoforma di lavoro a progetto o cose simili.
    Il tirocinio post-lauream dovrebbe essere un momento per sperimentarsi.. per conoscere concretamente la nostra professione.
    Se hai la possibilità di scegliere tra varie strutture.. cerca di scegliere con passione ma anche con giudizio.
    In bocca al lupo per la tua scelta!

  9. #9
    Postatore Compulsivo L'avatar di ste203xx
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    Riferimento: specializzazione o multiprofessionalità

    grazie cris per la tua esperienza, davvero un arricchimento per tutti! fa capire che spesso le passioni non sono quelle che si hanno a 20 anni o si decisono a tavolino quando si è ancora fuori dal mondo del lavoro, ma si scoprono facendo, mentre si è dentro i contesti, un po' come nel tuo caso, magari non avresti mai pensato di occuparti di bambini e poi invece hai scoperto che ti ci trovavi bene. Infatti penso per questo la cosa più utile sia cmq mettersi sul mercato, fare qualcosa, stare all'interno del mondo del lavoro, perché poi il lavoro porta altro lavoro, altre occasioni, altri spunti per ritararsi e riaggiustarsi, sintonizzandosi sempre di più con i mercato. Cioè non rinviare a quando si sarà straquialificati e si saranno fatti 1000 master perché tanto non si sarà mai perfettamente e definitivamente preparati, melgio mettere un piedino nell'acqua e poi regolarsi e piano piano immergersi. per rispondere quello che penso sulla domanda di elisa801... a quanto pare adesso il mercato premia le nicchie, quindi tra rimanere generici e focalizzarsi, almeno il mercato dice di focalizzarsi e individuare un piccolo settore circoscritto a cui associare il proprio nome, diventando il punto di riferimento di quello specifico settore. Non è facile però si inizia e poi gradualmente, tra vari sbattimenti, ci si sintonizza col mercato...e poi bisogna ricominciare perché magari quello che la gente voleva prima, poi non lo vuole più e quindi occorre risintonizzarsi...non è facile quello che ci aspetta.

  10. #10
    L'avatar di crissangel
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    Grazie a te ste! I tuoi interventi in questo forum sono sempre utili e molto chiari, oro colato per giovani colleghi e studenti. A questo proposito, una cosa che volevo sottolineare anche io è che, durante il tirocinio, è bene tenere gli occhi aperti, cercare di capire come funzionano le strutture ed i servizi, farsi una idea dei piani di zona, dei livelli essenziali di assistenza, dei progetti finanziati perchè spesso queste possono essere delle cartine tornasole sufficientemente veritiere di quelli che sono i bisogni e le richieste del territorio...che possono essere ben diverse da quelle di altri territori provinciali o regionali. Inoltre è importante sperimentarsi e capire attraverso l'esperienza verso cosa siamo più o meno portati. Magari sembra ridicolo che lo dica io che ho fatto due master e anche la specializzazione, ma la domanda di psicoterapia per esempio si sta inflazionando parecchio e i professionisti sul campo oramai sono in esubero, quindi a meno che uno non nutra il desiderio di intraprendere questo percorso di studio e conoscitivo è meglio pensarci due volte...stessa cosa vale per i master. Come dice Ste203xx è impensabile diventare esperti o tuttologi e anche i titoli, di per sè, contano poco fino a quando non ci si misura veramente con la realtà del disagio e non ci mettiamo in gioco come professionisti e come persone, con tutto quello che ne deriva.
    Per finire, una nota pratica e un suggerimento che vorrei dare anche alla luce di tutti quelli che credo siano degli errori che ho commesso in questi anni: credo di aver speso quasi tutto quello che sono fino ad ora riuscito a guadagnare in formazione, come detto però sono state tutte scelte che ho fatto in itinere (e anche ponderate, io sono figlio di operai, che pure mi hanno aiutato, per quanto hanno potuto), il mio progetto era quello di fare un master in neuropsicologia e lavorare in un centro riabilitativo e anche la scelta dei tirocini post laurea è stata abbastanza influenzata da questo mio obiettivo. Ho imparato a "fare" lo psicologo? Credo di si, abbastanza, specie in talune aree, quelle che ho approfondito...ma quello che non credo di aver imparato (e che nessuna scuola di specializzazione, o master ecc mi pare ti insegni) e che sto a fatica imparando adesso è l'autopromozione, l'imprenditoria, il fare rete e il creare un giro di conoscenze, colleghi con competenze diverse a cui fare invii e che poi, a loro volta, possono fare invii a noi per lo stesso motivo, pubblicizzarsi...in una parola: imparare ad essere dei liberi professionisti, consapevoli delle proprie capacità e delle proprie competenze e del fatto che queste vanno arricchite e sintonizzate rispetto alle esigenze del mercato, senza per forza seguire il supermegamaster che da solo non da alcuna garanzia. E' importante secondo me entrare in un'ottica di questo tipo perchè le assunzioni (non parliamo di contratti a tempo indeterminato...anche solo cococo, borse di studio, cocopro ecc) sono sempre più rare e dipendono dai fondi che le asl o le strutture hanno a disposizione e sappiamo che il periodo non è affatto roseo in questo senso. Questa potrebbe essere una cornice entro cui inserire i propri desideri, ambizioni e inclinazioni per fare delle scelte sensate. Da questo punto di vista di strada da fare ne ho parecchia anche io!
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