Grazie memole e delfino!!
Visto che la coscienza qualcuno l'aveva già affrontata oggi mi ci sono dedicata anche io...la scaletta sempre la solita:
- definizione in cui ho accennato anche al legame tra coscienza e vigilanza/attenzione con livelli diversi a seconda del momento della giornata e dell'attività svolta, e il legame con l'arousal quindi la differente capacità di registrazione degli stimoli a seconda che ci troviamo in uno stato di sonno o di veglia.
- autori: ho fatto un brevissimo accenno alla psicologia sperimentale delle origini con l'introspezione, il concetto di James di flusso di coscienza. Poi un accenno davvero breve al comportamentismo. Con l'arrivo degli anni 60 ho parlato degli studi di Sperry sui soggetti split-brain descrivendo l'esperimento e le conclusioni per quanto riguarda la coscienza, ma non saprei proprio cosa mettere per gli ambiti di applicazione, non ho trovato nulla. Poi anche io ho messo il modello di Norman e Shallice, per loro invece ho sottolineato come ambiti di applicazione quello neuropsicologico con i pazienti con patologia del lobo frontale e le problematiche che riportano a livello della fluidità verbale e della perseverazione. Sempre tra i cognitivisti ho messo anche la differenza tra processi cognitivi overt e covert con l'esperimento di Viggiano e coll. ma anche qui nulla per l'ambito di applicazione. Infine la teoria delle istanze di personalità di Freud con l'applicazione in ambito terapeutico con il metodo della psicoanalisi.
In aggiunta agli ambiti ci sono anche le alterazioni della coscienza soprattutto spazio-temporale e dell'identità in alcuni quadri clinici come ansia, depressione, delirium acuto, stati crepuscolari, fuga dissociativa ecc., e l'uso di tecniche come il trainig autogeno, le tecniche meditative ed ipnotiche.
Vi prego ditemi che va bene!!!