Ciao! per noi e per i posteri il caso clinico di questa sessione che ho scelto descriveva la condizione di una giovane donna di 30 anni che aveva appena partorito da 2 giorni un bimbo sano. Sposata con un coetaneo impiegato in banca erano al primo figlio. Le infermiere la descrivono come poco capace di prendersi cura del bambino, scarca cura di se e del proprio aspetto e con comportamenti strani. La donna era sempre stata molto efficiente e solerte con molti impegni nel sociale, lamenta di non sentirsi in grado di accudire il bambino e che questo le provoca senso di colpa, si svaluta e dubita di aver fatto la scelta giusta e dice di non sentirsi in grado di fare fronte ai problemi che tale scelta comporta (in linea di massima pe condizioni erano queste). La commissione chiedeva l'inquadramento diagnostico, gli approfondimenti e gli strumenti da usare specificandone le motivazioni, la restituzione dell'ipotesi diagnostica e il piano di trattamento con gli obiettivi.
Ora vi illustro brevemente cosa ho fatto io: ho sottolienato i sintomi descritti e mi sono orientata verso due possibili disturbi quelli dell'umore e quello dell'adattamento. Ho articolato il mio ragionamento dicendo che i sintomi descritti suggeriscono la presenza di una flessione del tono dell'umore in senso depressivo facendo pensare ad un disturbo depressivo maggiore ad esordio post partum peró i sintomi riportati sono insufficienti per fare una diagnosi di questo tipo, ne servono infatti 5 o più, e non sono presenti altri tratti caratteristici della depressione come l'insonnia, l'alterazione dell'appetito, dell'energia ecc per cui ho optato per un diturbo dell'adattamento con umore depresso in cui la nascita del bambino ha rappresentato il fattore di stress. Ho approfondito con ulteriori colloqui come hanno vissuto e affrontato la gravidanza e la genitorialità somministrando anche un mmpi2 ed una scid. Per quanto riguarda la restituzione ho fatto un discorso relativo alla necessità di tenere sempre aggiornata ed informata la pz circa lo scopo della mia indagine e dei test, creare un clima accogliente e non giudicante in cui la pz ed il marito possano sentirsi a loro agio in modo da portarli progressivamente al momento della restituzione cercando di renderla meno traumatica possibile e dedicando loro del tempo per le domande ed i chiarimenti necessari circa il disturbo ed il possibile intervento. Per il trattamento ho proposto un invio per un intervento supportivo breve per la donna ed una terapia di coppia.
Che ne pensate? il punto della restituzione per me è stato davvero problematico non sapevo proprio come impostarlo!!