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Visualizzazione risultati 16 fino 23 di 23
  1. #16
    Partecipante
    Data registrazione
    05-10-2012
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    34

    Riferimento: la Bibbia di un neuroscienziato

    Citazione Originalmente inviato da IoSonoMarco Visualizza messaggio
    Si beh ovviamente la penso così anche io altrimenti probabilmente non avrei scelto psicologia. Infatti il mio dubbio si basa sull'aspetto puramente conoscitivo. Con una specialistica di soli due anni in ambito neuropsicologico clinico otterrò nozioni sufficienti per potermi dire neuroscienziato dignitoso? Questo è il mio quesito. E poi vorrei fare una domanda tecnica. E' possibile iniziare una seconda laurea specialistica terminata una prima? E' possibile ottenere borse di studio nelle specialistiche? Oltre al corso specializzato a Cesena in Psicologia Evoluzionistica esistono altri atenei che praticano tale approfondimento? Grazie!
    Beh magari puoi avere avuto dei ripensamenti circa la tua scelta di studiare psicologia.
    Se invece sei convinto che psicologia sia la tua strada sicuramente saresti un neuroscienziato disgnitoso studiando neuropsicologia perchè questa è una disciplina facente parete dell'ambito delle neuroscienze cognitive. Ti ripeto, chi conosce nel dettaglio i meccanismi di sintesi del dna non ha conoscenze più dignitose di chi conosce nel dettaglio i processi cognitivi, ha solo conoscenze differenti.
    Sì puoi iniziare una seconda laurea specialistica dopo aver conseguito la prima. E sì nelle specialistiche le borse di studio vengono assegnate
    In Italia non esistono lauree magistrali in psicologia evoluzionistica ma alcune università come quella di Padova offrono insegnamenti vari in questo settore. Puoi comunque approfondire le tue conoscenze mediante uno studio personale, ci sono molti testi interessanti, soprattutto in lingua inglese a riguardo
    Trovo che la psicologia evluzionistica sia un ambito di studi molto appassionante e stimolante!

  2. #17
    Partecipante Affezionato
    Data registrazione
    08-01-2013
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    73

    Riferimento: la Bibbia di un neuroscienziato

    Citazione Originalmente inviato da psychofinni Visualizza messaggio
    Beh magari puoi avere avuto dei ripensamenti circa la tua scelta di studiare psicologia.
    Se invece sei convinto che psicologia sia la tua strada sicuramente saresti un neuroscienziato disgnitoso studiando neuropsicologia perchè questa è una disciplina facente parete dell'ambito delle neuroscienze cognitive. Ti ripeto, chi conosce nel dettaglio i meccanismi di sintesi del dna non ha conoscenze più dignitose di chi conosce nel dettaglio i processi cognitivi, ha solo conoscenze differenti.
    Sì puoi iniziare una seconda laurea specialistica dopo aver conseguito la prima. E sì nelle specialistiche le borse di studio vengono assegnate
    In Italia non esistono lauree magistrali in psicologia evoluzionistica ma alcune università come quella di Padova offrono insegnamenti vari in questo settore. Puoi comunque approfondire le tue conoscenze mediante uno studio personale, ci sono molti testi interessanti, soprattutto in lingua inglese a riguardo
    Trovo che la psicologia evluzionistica sia un ambito di studi molto appassionante e stimolante!
    Si un ambito molto appassionante di cui purtroppo fanno parte poche opere letterarie. Senza offesa per nessuno, ma sono tutti fissati per sta Clinica! O_O

  3. #18
    Partecipante Assiduo L'avatar di alias
    Data registrazione
    29-11-2012
    Residenza
    Ancona
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    221

    Riferimento: la Bibbia di un neuroscienziato

    Citazione Originalmente inviato da IoSonoMarco Visualizza messaggio
    ... Con una specialistica di soli due anni in ambito neuropsicologico clinico otterrò nozioni sufficienti per potermi dire neuroscienziato dignitoso? Questo è il mio quesito. ...
    No, puoi tutt’al più essere considerato un neuropsicologo alle prime armi. Con l’esperienza (e mi dispiace, ma a che so io si parlarà inevitabilmente ed a braccetto sia di diagnosi che di riabilitazione, anche fosse solo nel ramo sperimentale, almeno così, nella mia ignoranza, la vedo io e non escludo che la mia visione sia oramai oltrepassata), tanta esperienza, potrai ritenerti un neuropsicologo dignitoso (curioso il termine ).

    Se invece vuoi studiare e comprendere le neuroscienze nella loro completezza (e così mi pare d’aver capito), forse era meglio che prendevi biologia per il suo rapporto più “neutro” rispetto a quello che invece non avresti avuto con altre discipline (azzardo -> al limite anche medicina indirizzandoti su corsi di neurologia) e da li indirizzarti prima alla neurobiologia e poi ramificarti in tutti gli altri settori. Detto in altri termini prima ci si dà una buona base di fondo e poi si amplia il raggio toccando tutti i settori su cui le neuroscienze si fanno ormai affidamento;così facendo, in tale percorso ci si dedicherà allo studio, studio, ricerca, studio, ricerca e ancora studio e ancora ricerca sin che morte non vi separi diventando un neuroscienziato con i fiocchi.
    Se ti interessa è stato pubblicato almeno un libro su come diventare un neuroscienziato, basta una piccola ricerca anche su google (probabile ci si possa trovare dettagli e approfondimenti che valgano la pena di essere letti).
    Magari ce la fai anche dandoti come base psicologia, ma da quel che scrivi non sembra affatto interessarti in maniera granchè coinvolgente o, comunque, sembri avere idee un po’ confuse e contraddittorie.

    Può anche essere che io non c’ho capito niente ed a te interessa più che della psicologia in sé e più che le neuroscienze nel loro complesso, solo le neuroscienze cognitive in quanto tali e basta, allora bon continua per la strada che stai già facendo e poi vai di esperienza su esperienza prendendo magari spunto da uno di loro:
    http://www.focus.it/scienza/neurosci...ione_PC12.aspx
    Da non scartare a priori neanche l’ipotesi di studiare e/o lavorare all’estero ove, a che so io, le neuroscienze cognitive sono già considerate una disciplina a sé stante e pertanto, forse, si è instaurato un corso di formazione più ottimale e degli sbocchi lavorativi più significativi e variegati.

    Bon, questo almeno è il mio pensiero.

  4. #19
    Partecipante
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    05-10-2012
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    Riferimento: Il percorso adatto per la ricerca nelle neuroscienze?

    Secondo me per far chiarezza bisognerebbe distinguere le neuroscienze dalle neuroscienze cognitive.
    Se si ha ben chiara questa distinzione, già evidenziata da aliaskirara, è più semplice capire cosa si vuole studiare.
    Io personalmente sono interessata a mente/comportamento/processi cognitivi e loro correlati neurali, quindi il mio percorso sarà triennale e specialistica in ambito psicologico.
    Il percorso del neuroscienziato/biologo,invece non rientra nelle mie aspettative di studio, lavoro e ricerca.
    All'estero è più frequente che le università offrano corsi di laurea magistrale in neuroscienze cognitive non incentrati sulla riabilitazione neuropsicologica ma comunque afferenti alle classi di laurea in psicologia. Vivendo già all'estero, spero di riuscire ad avere qualche opportunità di studio al di fuori dell'Italia per quanto riguarda la laurea magistrale

  5. #20
    Partecipante Affezionato
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    Riferimento: Il percorso adatto per la ricerca nelle neuroscienze?

    Come ho già spiegato ho imparato a non fare razzismo sulle scienze. Per quanto mi concerne sono pronto a stabilire che Chimica e Matematica sarebbero più essenziali della Psicologia Generale nelle facoltà di psicologia. Per "dignitoso" intendo avente una preparazione complessa che prepari la mia mente ad uno studio non medico e non prettamente terapeutico, ma più ampio, più eclettico, riguardante i processi cerebrali. La mia scelta infatti non ha dubbi nell'escludere le scuole di Psicologia Clinica o Psicologia del Lavoro, ecc in quanto leggendo gli esami relativi non vedo nulla che possa stimolarmi. Per questo mi piacerebbe che qualche studioso di neuropsicologia e neuroscienze di più larghe vedute mi convincesse della potenzialità di facoltà neuroscientifiche sparse per l'Italia. Per me l'ipotesi dell'estero è praticamente inavvicinabile.

  6. #21
    Partecipante
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    49

    Riferimento: la Bibbia di un neuroscienziato

    Citazione Originalmente inviato da IoSonoMarco Visualizza messaggio
    Per me la figura del neuropsicologo ricercatore è una figura pura che raramente andrebbe mischiata con la figura della pratica terapeutica assoluta.
    Hello there Marco,

    Ti risponde un altro Marco Purtroppo brevemente ma spero con buoni spunti di riflessione.
    Ti riporto la mia esperienza, credo possa essere utile. Ho approcciato un corso di studi in Psicologia nel lontano 2000, quindi sono 12 anni che bene o male ho preso questa strada. Ho avuto per un lunghissimo periodo una totale avversione all'attivita' clinica (a posteriori probabilmente dovuta a una ridotta comprensione degli strumenti in mano allo psicologo per operare il suo lavoro); detto questo, ho anche sempre avuto un enorme passione per lo studio dei processi cognitivi, specie le funzioni cognitive superiori (pianificazione, comportamento, ma anche memoria prospettiva, memoria semantica, linguaggio etc.). Ovviamente ho puntato ad un indirizzo di psicologia sperimentale - c'era ancora il vecchio ordinamento -, con tirocinio in un ambulatorio di neuropsicologia e un significativo caseload di pazienti con demenza e traumi cranici.
    Al tempo tra colleghi laureandi c'era chi pensava di intraprendere la strada della neuropsicologia clinica o cognitiva (termini impropri, ma definivano chi puntava alla clinica o alla ricerca). In definitiva pero' tutti sapevamo che avremmo avuto a che fare con il 'fattore umano' dato che eravamo interessati a studiare i 'processi cognitivi'!
    Io ho intrapreso la strada di un dottorato di ricerca in neuroscienze (di fatto cognitive), con un progetto sullo studio della memoria semantica. Nel mio caso dovevo reclutare pazienti e somministrare un protocollo di test+fMRI (studio cognitivo + funzionale).
    Esperienza positiva, decisamente. Ma avendo fare con pazienti vedi sia le potenzialita' che le limitazioni di quello che fai. Stai studiando uno specifico problema e controllando tutti i fattori che potrebbero condizionare il risultato. In pratica crei una situazione un po' artificiale. Ma mi stava anche bene, ed e' questo il metodo scientifico per lavorare nella ricerca. Pero' quando hai a ache fare con pazienti (ma immagino anche soggetti di controllo), ti rendi conto che ci sono cosi' tante sfaccettature qualitative affascinanti che perdi quando raccogli solo dati. Credo che un buon ricercatore dovrebbe essere in grado di metterle tutte insieme e pianificare altri studi. Ma ancora la mia sensazione e' che si perdeva un altro aspetto - quello del migliorare la qualita' di vita della gente. Mi sono domandato, a che pro la ricerca 'pura' se poi non posso metterla in pratica? O se non metto qualcuno nella posizione di poterla mettere in pratica, in un futuro prossimo?
    Mi sono anche posto altre domande. Nelle neuroscienze puoi applicare il metodo scientifico, studiando uno specifico aspetto della cognizione. Ma anche nella psicologia clinica lo puoi fare. La raccolta dell'anamnesi, la formulazione di un problema, l'identificazione di un approccio, la sperimentazione di una terapia, l'eventuale passo indietro e riformulazione -> tutto questo con una persona o con un gruppo, la cui complessita' e imprevedibilita' sono indescrivibili...beh, tutto cio' e' challenging! Quando ho iniziato psicologia pensavo alla necessita' di compilare una sorta di 'atlante comportamentale' (un po' behaviouristica come idea, ma avevo 18 anni :-p) su come funziona l'uomo. Pensavo di dovermi focalizzare solo sulle funzioni cognitive ed escludere tutto cio' che non era 'testabile'.
    In realta' lo psicologo clinico E' un ricercatore. Identifica problemi, testa ipotesi, riformula se necessario, produce reports. Secondo una mia opizione, anche nella neuropsicologia il legamente tra clinica e sperimentazione e' solo quantitativo, non qualitativo.
    Dopo piu' di 10 anni sono anche assolutamente convinto che non c'e' una differenza tra psicologo e neuropsicologo (certo non la pensavo cosi' nel 2002). Noi neuropsicologi ci occupiamo di persone con danno cognitivo, ma altri psicologi fanno una cosa simile con disturbi alimentari, psicosi etc. Molto spesso facciamo anche le stesse cose, ma con popolazioni diverse, e consapevoli delle loro specifiche caratteristiche (un metodo cognitivo-comportamentale con chi ha problemi di pianificazione puo' dover essere adattato ad hoc)

    Alla fine post lungo, ma spero che qualcuno nella stessa situazione in cui ero io 10 anni fa ne tragga qualcosa di utile ;-P

    p.s. per perseguire questo interesse dopo il dottorato sono andato all'estero.

  7. #22
    Partecipante Affezionato
    Data registrazione
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    73

    Riferimento: la Bibbia di un neuroscienziato

    Citazione Originalmente inviato da Marco_va Visualizza messaggio
    p.s. per perseguire questo interesse dopo il dottorato sono andato all'estero.
    Ti ringrazio della risposta. Volevo però chiarire alcuni fraintendimenti. Il mio concetto di ricerca non è prettamente avulso dall'identificarsi nella pratica terapeutica in quanto è ovvio che, in fine, i risultati di studi teorici anche fantasiosi saranno applicati per migliorare le condizioni di sanità della società. Quello che voglio intendere è che preferirei trovare un indirizzo "puro" in quanto non concentrato sulla responsabilità della terapia. Un biologo non è un terapista, eppure è un ricercatore. Il fatto che poi le scoperte delle scienze biologiche vengano utilizzate dalla pratica medica è conseguenza indiretta e presupposta. Il fatto che un neuroscienziato computazionale utilizzi teoremi matematici auto-consistenti per calcolare lo sviluppo strutturale dell'albero dendritico (ad esempio) non vuol dire che il fine ultimo della sua ricerca sia quello di incentivare la terapia, quella semmai sarà una applicazione secondaria. Lo psicologo clinico è un ricercatore, così come lo è un sociologo, così come lo è chiunque si applichi in ricerche di tipo osservazionale. Infatti non posso fare altro che sottolineare il mio personale concetto di "ricerca" e idealizzarlo fino a raggiungere il momento in cui verrà confutato. Effettivamente, terapeuti o non, ognuno è libero di concentrarsi sugli studi che più lo stimolano: anche un filosofo può pubblicare su riviste scientifiche. Quello che mi preoccupa è un fatto e uno soltanto: che ci sia il rischio che una specialistica possa annoiarmi, il che è probabile se scelgo un indirizzo prettamente terapeutico. Perché ripeto, se mi fosse interessata la terapia avrei intrapreso un altro indirizzo di studi.
    Come è la tua attività di Dottore all'estero? Che tipi di mezzi hai possibilità di utilizzare?

  8. #23

    Re: Il percorso adatto per la ricerca nelle neuroscienze?

    Citazione Originalmente inviato da ste203xx Visualizza messaggio
    Ciao south, stai compiendo una scelta importante, valuta davvero bene...Il percorso di medicina e poi la specializzazione in neurologia è ben diverso da quello in psico con specializzazione in neuropsico/neuroscienze, come durata sono circa 10 anni entrambe, ma come opportunità lavorative non ne parliamo proprio, non c'è paragone. Magari ora che hai 19 anni questo discorso ti sembra ancora astratto e magari vivendo con i genitori non senti ancora la drammaticità di procurarti pranzo e cena tutti i giorni e sopravvivere con i proventi del alvoro, ma ti assicuro che 30 anni arrivano presto...ed è durissima, credi a una vecchia ziaccia inacidita dall'esperienza. Cmq, la via per "fare ricerca" in neuroscienze è...conoscere qualche barone che è già addentro, che ti prende in simpatia e ti fa vincere qualche dottorato di ricerca, durante il quale farai un po' di ricerca e un po' di facchinaggio al prof stesso (più questo che ricerca). Ovviamente le borse di ricerca non durano all'infinito e non sempre consentono di mangiare ( iricercatori, nel mentre, non campano d'aria). Semopre ammesso che il tuo sponsor riesca a sganciare qualche finanziamento, perché soldi in Italia non ce ne stanno, neanche per mettere in sicurezza gli asili, figuriamoci per fare ricerca. Oppure...scappa all'estero, se puoi.
    ciao io ho 22 anni(quasi 23) e ho appena finito la triennale di cognitivo alla sapienza... vorrei rpovare a fare qualche domanda all estero per la magistrale di neuropsicologia...sapresti darmi qualche dritta? vorrei tanto trovare un posto che sia più connesso con il mondo del lavoro...
    grazie mille

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