Sono in una specie di cinema, il film è appena iniziato e in real (nel senso che è su uno schermo, ma è vero) c'è una scena dove un tipo mette un cane in un forno grande con, al posto del classico sportello, una porta tipo quella dei sottomarini con tanto di oblò e l’accende, il cane, dall'oblo, si vede che è contento nonostante visivamente inizi a fumare. Arrivano altri due tipi che immediatamente s’allarmano e riproverano quello che ha acceso il forno. Il primo s’avvicina alla porta per spegnere e aprire la porta, ma la cucina (almeno ha una parvenza di essere tale), da quella parte, inizia ad emanare un sacco di scosse elettriche, e non riesce nel tentativo cadendo rovinosamente a terra. Il secondo, però ha capito il tempo necessario per fare le manovre che gli occorrono senza generare scosse elettriche e tira fuori il cane che mezzo imbalsamato e fumante è anche felice e pure vivo, dopo poco difatti rinizia a scondinzolare e muoversi O_o
Mi ritorna in mente che il film non l’ho visto dall’inizio e dalla porta della cucina (v’ho detto già detto che più che schermo era reale, no?), vado dietro le quinte del cinema dove ci sono più porte e, tra loro, ma non in tutte, si intravede che stanno girando altri film. Sono lì per chiedere al responsabile se poi posso rimanere anche i primi minuti della proiezione successiva perché mi sono persa l’inizio. Non vedo nessuno se non qualche passante, ma poi so che posso fermarmi per vederlo e, visto che non ho più voglia di rientrare e si vede l'inizio della proiezione (anche se in più piccolo) anche da li osservo: mi ero persa giusto una piccola parte introduttiva di storia in bianco e nero, poi ritorna la scenetta dche ho assistito all'inizio ed il mio sguardo si rivolge altrove.
Sono interessata a cosa stà accadendo al dietro le quinte. Non ho camminato un granchè, ma, camminando, il "paesaggio" si è trasformato in una strada. E’ una strada conosciuta (con qualche tocco di mio come lo stato di sogno sa fare). E penso: Cavoli, devo andare all’università! Speriamo di non incontrare … e ti becco tutti i miei conoscenti … anzi, la maggior parte sono ex-compagni delle superiori, che mi dicono che ci faccio lì, come stai, quanto tempo, etc. … vabbè, in un modo o nell’altro li liquido, perché proprio dietro di loro, c’è una larga anche non alta scalinata. E’ invitante ed è lì che ho appuntamento per seguire la mia prima lezione. Così scompaio alla loro vista immergendomi tra la folla e, facendo quei pochi gradini. Mi ritrovo all’interno di quest’edificio immenso.
All’entrata c’è un grosso corridoio che si diparte in orizzontale (alla mia destra e alla mia sinistra) e non ne vedo la fine. Di fronte una navata che sa tanto di chiesa o di un non meglio definito tempio con tanto di altare in fondo (o almeno sembra). Le sedie sono però rivolte ai lati destri e sinistri, suddivise in aree. Si, formano delle aree - una specie di aule, di quelle mignon da università, solo che sono aperte (nel senso che non hanno pareti divisorie, ma delle colonne che ne delimitano un paio di vertici. Risaltano il color bianco e il color oro (nelle rifiniture). Mi avvio diritta e non faccio pochi passi che incontro una professoressa che cordialmente mi porge la sua mano, salutandomi e facendomi accomodare nell’area di sua competenza.
Altri si stanno accomodando o si sono già accomodati. La lezione stà per iniziare e sono anche un pò emozionata. Ripenso al cane di prima che deve essere proprio stupido e la gag dei tre, seppur un po’ noir, che somiglia sin troppo a quelle di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Non mi sveglio, ma qui finisce il mio sogno, che è il mio ultimo sogno della nottata di qualche giorno fa.
Carino?