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  1. #1

    Il dolore e il lutto in psicoterapia

    Ad un certo punto della psicoterapia il paziente si trovo davanti al cosiddetto "nocciolo" del problema,si trova a dover fare i conti le proprie memorie traumatiche,con la realtà e la verità famigliare,si trova a dover vivere il dolore!

    Arrivare a questo stadio dela terapia non è semplice,il percorso è piuttosto lungo a secondo della storia personale e della diagnosi del paziente,il quale può ritrovaresi spaesato e arrestarsi davanti ad una vera e propria "scalata";Come può il paziente smarrito e spaventato affronatre tutto ciò?

    La domanda che ci si pone è:il dolore e i vari lutti ai quali si va incontro sono superabili?
    Cosa fà sì che quel dolore diventa superabile,a parte le risorse e la giusta struttura dell'io?Forse la voglia ferma di volerlo vivere?

    E se il paziente si sente paralizzato e anche se da una parte vorrebbe,di fatto non riesce a d entrare in tuto ciò?

    Anche le resistenze inconscie giocano un ruolo importante.

    Cosa fa sì che le reistenze calano?La volontà conscia...?a me sembra di no,almeno credo.

  2. #2
    Partecipante Assiduo L'avatar di ludovicamaria
    Data registrazione
    14-03-2011
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    163

    Riferimento: Il dolore e il lutto in psicoterapia

    Molto interessante l'argomento, secondo me non si superano mai completamente i traumi e volerli rivivere è un pò un'illusione perchè i sentimenti che si provano nel presente sono diversi da quelli passati. Il dolore forse si supera anche grazie il sostegno del terapeuta e l' "amore" che c'è verso di lui.

  3. #3
    Johnny
    Ospite non registrato

    Riferimento: Il dolore e il lutto in psicoterapia

    Citazione Originalmente inviato da Dreaming-girl Visualizza messaggio
    Ad un certo punto della psicoterapia il paziente si trovo davanti al cosiddetto "nocciolo" del problema,si trova a dover fare i conti le proprie memorie traumatiche,con la realtà e la verità famigliare,si trova a dover vivere il dolore!

    Arrivare a questo stadio dela terapia non è semplice,il percorso è piuttosto lungo a secondo della storia personale e della diagnosi del paziente,il quale può ritrovaresi spaesato e arrestarsi davanti ad una vera e propria "scalata";Come può il paziente smarrito e spaventato affronatre tutto ciò?

    La domanda che ci si pone è:il dolore e i vari lutti ai quali si va incontro sono superabili?
    Cosa fà sì che quel dolore diventa superabile,a parte le risorse e la giusta struttura dell'io?Forse la voglia ferma di volerlo vivere?

    E se il paziente si sente paralizzato e anche se da una parte vorrebbe,di fatto non riesce a d entrare in tuto ciò?

    Anche le resistenze inconscie giocano un ruolo importante.

    Cosa fa sì che le reistenze calano?La volontà conscia...?a me sembra di no,almeno credo.
    come dici tu, ad un certo punto il paziente si trova ad affrontare il "nocciolo" del problema e vivere il dolore, ma con la differenza che stavolta ciò avviene insieme al terapeuta, l'esperienza viene "dualizzata", condivisa, vissuta in due; mentre il paziente narra la propria storia questa cambia significato, viene caricata di significati nuovi, insieme al terapeuta si riscrive la storia del paziente.
    Non ci sono "doveri",non si tratta di dimenticare, ma di co-costruire una realtà nuova. Il tutto nel rispetto della resistenza, il paziente giunge a fare passi avanti quando è pronto, all'interno del setting

  4. #4
    Partecipante Figo L'avatar di Blooby gosh
    Data registrazione
    25-08-2009
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    974

    Riferimento: Il dolore e il lutto in psicoterapia

    Citazione Originalmente inviato da ludovicamaria Visualizza messaggio
    Il dolore forse si supera anche grazie il sostegno del terapeuta e l' "amore" che c'è verso di lui.
    L'amore è meglio avercelo verso sè stessi.
    Nasciamo tutti incendiari e moriamo pompieri

  5. #5
    Partecipante Figo L'avatar di Blooby gosh
    Data registrazione
    25-08-2009
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    974

    Riferimento: Il dolore e il lutto in psicoterapia

    Il tema è molto ampio e ricco di implicazioni. Ogni evento della nostra vita ha un suo peso specifico nell'economia della psiche. E' vero che un lutto importante o un trauma lascerà sempre la sua impronta, ma è vero anche che si può modulare. Accogliere e non combattere un dolore può essere una buona strada. Ricordarsi che le emozioni sono stati della mente e non la realtà è un altro fattore importante. Riduttivamente ti posso dire che i dolori non scompaiono, ma si integrano diventando altro.
    Nasciamo tutti incendiari e moriamo pompieri

  6. #6
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    nella terra in cui lo scirocco scompiglia i capelli e arruffa i pensieri
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    Riferimento: Il dolore e il lutto in psicoterapia

    In terapia, il legame forte col proprio terapeuta rende meno arduo l'andare a guardare nelle regioni più oscure e dolorose della nostra psiche, negli eventi più terribili.
    Come diceva Johnny, INSIEME al terapeuta si ripercorrono quegli eventi, e non si è mai soli...e quest'essere insieme aiuta a vedere le cose anche in una prospettiva differente tramite la quale si può comprendere e vedere ciò che prima era ignorato, si può scoprire ciò che era nascosto.
    In questo momento si può guardare nello spazio buio perchè non lo si sta rivivendo davvero, ma rinarrandolo si entra in una dimensione "come se", in cui le emozioni sono vivide ma non si torna effettivamente indietro nel tempo. Lo si sta facendo in un setting sicuro, tramite un legame saldo con il terapeuta, e tale possibilità e la presenza del terapeuta che suggerisce al paziente che "questo si può fare, non sei solo ma io sono accanto a te" è molto più forte e determinante della volontà. Perchè il paziente è terrorizzato dalla solitudine vissuta, dal dolore esperito, e francamente nessuno di noi ha voglia di andare a rivivere un dolore, a meno che non sia un passo necessario per il progresso.
    Elaborare il lutto significa dunque attraversare un evento che ha colpito e devastato il paziente insieme a lui sia nella dimensione cognitiva, ma soprattutto in quella emotiva. E' un processo che va fatto con lentezza, perchè per il paziente è un momento molto forte, e se il contatto col dolore fosse troppo e troppo eccessivo, allora il paziente ritornerebbe a difendersi quanto e più di prima.
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

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