Originalmente inviato da
GIUNONE
Il problema, al di fuori dell'ambito clinico, è quanto questo atteggiamento o proprio "disturbo" sia egosintonico o egodistonico. Nel primo caso, puoi fare ben poco, nel secondo, se vi lega una buona intima amicizia, forse ci può essere un discreto margine di "azione" ovvero condivisione, supporto, ecc.. funzionale ad un possibile invio ad un terapeuta. In ambito clinico, io andrei ad indagare le motivazioni che han portato la paziente a "scegliere" quel tipo di partner 8ricostruendo la sua storia relazionale ed affettiva), considerando la funzione che la personalità di quest'ultimo svolge nell'interazione con le modalità psicosociali della paziente, cioè quanto e come è funzionale quel tipo di fidanzato ( con le sue modalità emotivo/affettive e relazionali) all'assetto di personalità della paziente?