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Discussione: blocco delle emozioni

  1. #1
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
    Data registrazione
    16-06-2007
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    blocco delle emozioni

    Buongiorno a tutti,
    non so se sia la sezione giusta, in caso contrario chiedo alle moderatrici di spostare questa discussione.
    Volevo parlare di una situazione, che mi ha colpito, di cui sono venuta a conoscenza indirettamente.
    La questione riguarda una donna, di circa 40 anni, che in passato ha seguito una psicoterapia (non psicanalisi) con una analista junghiana, circa una volta ogni due settimane, per più di sei anni, e ha da poco (due settimane) iniziato una psicanalisi con uno psicanalista uomo (4 sedute alla settimana).
    Questa persona lavora e ha una vita autonoma. E' single da parecchio e le poche relazioni sentimentali passate sono ricordate con fastidio. La storia più lunga è durata 9 anni ed ha avuto momenti drammatici (il partner da lei lasciato non accettava la situazione. L'ha minacciata in diversi modi, di sfregiarla e anche di "metterla alla berlina". Alla fine è finita, lei ha ancora ricordi vividi di quei momenti e, ripensandoci, pensa di averla scampata bella e che avrebbe potuto essere uccisa).
    Da parecchi anni si è completamente rinchiusa, nel senso che le emozioni sono bloccate. Non ha avuto recenti storie sentimentali, né le cerca. Nei confronti degli uomini e delle persone in generale mette in atto una sorta di barriera autoreferenziale: questo non le impedisce però di agire in maniera "viva" ed empatica sul lavoro (relazioni con persone diverse). Non viene però toccata più di tanto dalle situazioni. Di fronte all'uomo, soprattutto, la prima sensazione è di paura. In generale (con uomini e donne) ha paura dell'invasione, che l'avvicinamento sia troppo.
    E' figlia unica e da 5 anni vive sola.
    Il padre è morto 4 anni fa, era un uomo burbero, che lei ricorda accigliato e severo. Probabilmente le voleva bene "a distanza".
    La madre è ancora in vita, vive in un'altra città e non sa nulla della vita emotiva della figlia. La figlia è arrivata alla conclusione di dirle solo certe cose, di "fingere" per evitare le reazioni discordanti e ansiose della madre, con cui, si è resa conto, non c'è mai stata sintonia. La reputa un cuneo, frenante, che bisogna in un certo senso contenere.
    Nonostante ciò, si preoccupa per lei e vuole evitarle dispiaceri. Nei suoi confronti prova, alternativamente, compassione (come per le persone anziane, verso il tramonto) e grande rabbia. Riesce a mantenere "buoni" i rapporti, limitando rapporti, contatti e contenuti di discussione. I momenti di contatto con la madre le provocano comunque sempre una certa apprensione, una specie di fastidio, forse per la "messinscena", a cui comunque si è abituata.
    Non ricorda manifestazioni di affetto tra genitori, se non molto rari, e fatica a pensare la madre come una donna con una sessualità: la vede come frigida e ansiosa, dedita al dovere e ritiene possibile che il padre non fosse contento e potesse avere un'altra vita (di cui, però, non vi è alcuna certezza).
    Ritiene di essere stata considerata, da piccola, come un fastidio e ricorda grandi momenti di solitudine (a letto per lungo tempo, quando si ammalava). Di questo però, la madre non è cosciente, né sarebbe opportuno o utile, ormai, tirare fuori queste cose. Non c'è rimedio alla mancanza di amore passato.
    Dalla sua storia emerge una grande carenza di contatto fisico.
    Ora lei ha trovato questa "soluzione" ed è come congelata, teme di continuare a vivere in questa cortina priva di calore. Pensa che sotto ci sia una grande sofferenza ma non sa cosa fare.
    L'ultimo uomo che ha amato non ha potuto corrisponderla, per vari motivi, ma quando ha saputo, su sua richiesta, dei suoi sentimenti per lui, si è commosso, ma senza dire una parola. Questa è stata l'ultima grande sofferenza per lei, accompagnata da sentimenti struggenti. Poi la difesa del gelo.
    Da anni non ha rapporti sessuali. Quelli vissuti precedentemente hanno portato piacere a livelli diversi. Ha raggiunto il massimo del piacere con il partner della storia più lunga: il sesso era disgiunto dall'affetto e lui non ha mai voluto avere rapporti completi (timore del contatto: la ex moglie era rimasta incinta e il matrimonio era finito dopo poco tempo). Durante i rapporti era come se venisse fuori un'altra parte di lei, distante dalla parte affettiva.
    Ora, qualche volta, si masturba, "come prova", più che altro: la prova di poter provare piacere in modo normale, di essere normale, poi in un attimo tutto finisce e ritorna alle sue solite cose. Le fantasie, in questi brevi momenti, sono sempre legate all'immagine di una donna trattata come una puttana. A questo è subordinato il piacere e non c'è unione tra sesso e amore.

    Questa donna, che, dalla descrizione che ho ricevuto (non l'ho vista di persona), mi sembra intelligente, teme di non riuscire a rompere la cortina che si è creata, teme che le resistenze a cambiare siano più forti della spinta verso la completezza della vita, ma non sa come fare. Questi temi hanno cominciato ad emergere negli incontri con l'analista.

    In base alla vostra esperienza, è possibile che si arrivi ad una evoluzione in positivo, anche lenta, con l'aiuto dell'analisi?
    Grazie
    Ultima modifica di Lyanne : 01-11-2013 alle ore 13.16.05

  2. #2
    L'avatar di claudia1976
    Data registrazione
    23-01-2005
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    457

    Riferimento: blocco delle emozioni

    Ciao Lyanne,
    la situazione che descrivi è piuttosto complessa, pertanto non è molto semplice dare una risposta univoca al tuo quesito.

    chiedi "In base alla vostra esperienza, è possibile che si arrivi ad una evoluzione in positivo, anche lenta, con l'aiuto dell'analisi? "

    Purtroppo nessuno di noi ha il dono di predire come andranno le cose, e nella ns professione sappiamo bene che ciascuno è univoco e quello che può essere stata un'esperienza positiva o negativa per altre donne in una situazione di blocco emotivo simile/analogo, non è detto che sia un fattore sufficiente di predizione per questa particolare persona.

    I fattori positivi sono senza dubbio
    - la volontà della signora di cambiare la situazione (altrimenti dopo sei anni di analisi junghiana non avrebbe intrapreso un percorso di psicanalisi) e con il nuovo percorso sembrano affiorare questi sentimenti.
    -La consapevolezza di desiderare una vita emotivamente e di relazione in coppia più completa e non disgiunta (sesso o affetto) o congelata (amori platonici).

    Le cose potranno migliorare non solo grazie all'analisi ma anche alle esperienze di vita che potrà / proverà a fare.
    Evitando relazioni profonde certo non soffre, ma impedisce a se stessa anche di gioire/cambiare la situazione, ovviamente.

    Molto dipende da che tipo di lavoro verrà fatto e appunto a qual tipo di esperienza potrà lei stessa aprirsi.
    Andrà fatto molto lavoro sul rispetto e l'amore per sè, accettazione dei sentimenti negativi (una rabbia soffocata e il viversi troppo "come vittima" potrebbero essere presenti in un contesto di questo tipo e temi su cui poter lavorare).


    Possiamo fare delle considerazioni, essendo in un forum non di consulenza ma di riflessioni sulla sessualità allargando il tema:
    affettività -->relazioni-->sessualità:

    Le emozioni sembrano essere "bloccate" in un argine che le fa mettere un certo tipo di distanza tra sè e gli altri (nemmeno a dirlo per non subire l'ennesimo colpo emotivo), resta il fatto che spesso cerchiamo un partner "che non può corrisponderci" per motivi inconsci...
    l'attaccamento nei confronti della madre (anaffettiva, rigida e forse anche controllante...), che non le ha fornito un "modello" cui ispirarsi, è fortemente ansioso e ambivalente (situazione che si è ripetuta con il compagno di lunga data dal quale ha subito anche stalking...ma che al tempo stesso non si avvicinava a lei al 100% evitando i rapporti completi).

    Le fantasie sessuali sono legate a situazioni di sottomissione e costrizione (alle volte le donne con situazioni di privazioni affettive in infanzia, riportano le medesime fantasie per raggiungere l'orgasmo all'inizio del percorso sessuologico).
    Viversi come passiva e vittima è l'unica modalità che conosce per lasciarsi andare al piacere.
    (nella complessità psichica ed emotiva in qualche modo è "giusto" venire puniti/soffrire, stare sottomessi, in balìa di altri (è sempre stato così) = è l'unico mezzo attraverso il quale concedersi piacere)


    "Non c'è rimedio alla mancanza di amore passato." è una frase detta dalla signora o da te?
    Nel primo caso è un tema su cui riflettere: la mancanza di amore, passato ma soprattutto presente...

    - le distanze emotive

    (ne mette molta fra sè e gli altri), ma questo è un retaggio infantile dove "sentiva" di dare fastidio, e crescendo si è tramutato in una "Desiderio di non avere bisogno degli altri" / limitare i contatti (così come è stato nella sua famiglia=ripetizione dei modelli familiari)


    Riconsiderando quanto esposto riformuliamo i quesiti:

    Come è possibile lavorare sui blocchi emotivi?
    In che modo influenzano le distanze poste tra sè e gli altri?
    In che modo le distanze e i blocchi emotivi influenzano la sessualità e il vissuto del piacere sessuale?

    Temi su cui credo si possa senza dubbio intervvenire
    "Nessuno teme l'Inquisizione spagnola" (tratto da "Sliding doors")

  3. #3
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: blocco delle emozioni

    Ti ringrazio Claudia per l'analisi lucida, dettagliata e nello stesso tempo delicata.
    Molto interessante, in particolare, il discorso sulle fantasie sessuali di sottomissione.
    "Non c'è rimedio alla mancanza di amore passato" è una frase della paziente, la quale, da quello che mi è stato detto in questi giorni, sta sviluppando un forte trasporto affettivo e sessuale nei confronti dell'analista, un bisogno di amore totale. Di questo fluido da una parte avverte la vita e il desiderio intenso di accoglierlo dentro di sé (e quindi, in un certo senso, di viverlo) e del contatto fisico, dall'altra sente il limite del veto, dell'impossibilità di vivere questo amore in maniera totalizzante e completa.

    I contributi che hai sviluppato offrono sicuramente spunti per ulteriori riflessioni.
    Grazie ancora

  4. #4
    L'avatar di claudia1976
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    23-01-2005
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    Riferimento: blocco delle emozioni

    Ciao Lyanne, è stato un piacere.

    La paziente sta reiterando il medesimo comportamento: cercare amore da figure che "di default" non possono, per vari motivi, in realtà offrirgliene, però ovviamente gestito correttamente nel contesto di analisi, potrebbe fungere da svolta e superamento (rivivendo la situazione) di questa difficoltà, per poi sentire la libertà di amare chi la può effettivamente corrispondere.

    La gestione del transfert è anche questo un bell'argomento di cui mi piacerebbe avere conributi da qualche collega analista...se qualcuno di loro ci sta leggendo.

    Ciao
    "Nessuno teme l'Inquisizione spagnola" (tratto da "Sliding doors")

  5. #5

    Riferimento: blocco delle emozioni

    le emzoioni vanno liberate anche con arteterapia...:-)

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