ciao a tutti..piccolo cambio di programma..ci troviamo per il prossimo ripasso mercoledì, sempre alle 21!
Ciao Ragazzi! anche io darò l'esame a giugno e sono in preda all'ansia di come riuscire a mettere tutto in testa! Cmq...siccome non potrò essere collegata domani sera, vi scrivo ora, poi leggerò le vostre risposte appena possibile.
Ieri stavo cercando di immagazzinare il tema della PERCEZIONE e mi sono accorta di avere un gran casino negli appunti!!
Ho provato a cercare approfondimenti in internet e in discussioni di appelli precedenti ma il mio caos è aumentato!!!non saprei come impostare la risposta, qualora uscisse come domanda "la percezione", ma perchè non mi è chiaro quali autori dicono cosa...voi avete un'idea chiara?
vi ringrazio in anticipo...
Ivana
ciao sono raffaele di roma...
penso lo farò a novemb l'esame
secondo voi conviene venire a farlo a padova?
Scaletta della PERCEZIONE
Ciao Ivana.. In effetti sulla percezione c'è davvero tanto materiale...
Sono state elaborate diverse teorie sulla PERCEZIONE.
Io l'ho impostata così:
Excursus storico teorie:
-Associazionismo o Strutturalismo Wundt, Fechner, Spearman, Ebbinghaus et al. La percezione finale degli stimoli viene spiegata come la semplice somma di sensazioni elementari come le linee, i punti, le caratteristiche dello stimolo ecc. – Poco adatto a spiegare la complessità del mondo percettivo.
-Teoria della Gestalt Di approccio opposto all’associazionismo, ha fornito i principali contributi allo studio della percezione grazie alle ricerche della scuola di Berlino di WERTHEIMER, KOHLER E KOFFKA, LEWIN, VON EHRENFELS. Si sposta il campo di indagine da un ambito strettamente fisiologico ad uno prettamente PSICOLOGICO.
Respinsero la concezione elementaristica della percezione; tale modello studia la percezione come fenomeno globale: l’intero è più della somma delle singole parti. L’individuo ha un ruolo attivo nella percezione per mezzo di una predisposizione innata ad organizzare il mondo (LE LEGGI PERCETTIVE SONO INNATE). Metodo fenomenologico sperimentale. Il campo percettivo si auto organizza attraverso la distribuzione dinamica delle forze percettive. Wertheimer (1922) indagando la Percezione visiva ha individuato alcune “leggi di raggruppamento o della forma (LEGGI DI UNIFICAZIONE FORMALE)” considerandole come regole di organizzazione percettiva universali e innate presenti nel soggetto percipiente, e non nello stimolo, volte a percepire una Gestalt e a superare l’ambiguità del percetto. I principi di organizzazione percettiva seguono le leggi della vicinanza, della somiglianza, della chiusura, della continuità, del movimento, della simmetria.
-Teoria del New Look of Perception Studia l’influenza delle motivazioni, degli stati emotivi, degli atteggiamenti e della personalità del soggetto sulla percezione. Sostengono che i bisogni organici tendono a determinare ciò che è percepito/esperimento del digiuno, che il valore individuale degli oggetti influisce sulla velocità di riconoscimento/fenomeno della risonanza percettiva, il valore dell’oggetto influisce sulla grandezza percepita, e che inoltre si ha un’influenza anche da parte di differenze individuali e di personalità del soggetto.
Processi Bottom-up e Top-Down teorie a confronto:
-Teoria Ecologica di Gibson, (Bottom-UP) teoria della percezione diretta = ogni stimolo possiede informazioni sensoriali sufficientemente specifiche da renderne possibile il riconoscimento senza l'intervento dei processi cognitivi superiori. Concetto di “Affordance” dello stimolo= diretta disponibilità al suo riconoscimento, le sole caratteristiche dello stimolo ne permettono una corretta percezione. Secondo Gibson quello che viene studiato in laboratorio non è quello che si trova nella vita reale. Gli studi vanno perciò colti sul campo.)
-Teoria Costruttivista di Gregory, (TOP-Down) secondo la quale, dato che noi non vediamo delle semplici configurazioni ma vediamo oggetti complessi, perché questo sia possibile è necessaria una attiva ricerca della migliore interpretazione possibile delle caratteristiche disponibili. Interpretazione, definita «controllo delle ipotesi», non può che avvenire secondo un approccio top-down grazie al quale «costruiamo» le nostre percezioni attraverso i nostri processi cognitivi.
-Teoria Cognitivista A cavallo tra processi bottom-up e quelli top-down vi è la posizione di NEISSER, secondo il quale, l’individuo possiede degli schemi cognitivi, SCHEMI MENTALI, che lo guidano nell’esplorazione percettiva attraverso un meccanismo di assimilazione. Nel caso in cui gli stimoli siano nuovi, gli schemi stessi vengono modificati e accomodati in funzione dei feedback ambientali -ciclo percettivo. La percezione è considerata come risultato della transazione individuo-ambiente).
Metodo Sperimentale:
-Esperimenti del New look of perception sull’influenza delle condizioni fisiologiche, il valore percepito dell’oggetto, i tempi di riconoscimento sulla percezione (Es. esperimento sulla percezione della grandezza di una moneta o di un disco di carta di eguali dimensioni avente come soggetti dei bambini poveri. )
-Esperimento della Figura nascosta di Witkin, sul rapporto tra personalità e percezione. I dipendenti dal campo non riescono, gli indipendenti sì - sembrano avere doti analitiche e capacità di utilizzare indici provenienti dall’interno.
-Bender Gestalt test adattato da Hutt disegnare 9 figure geometriche uguali a quelle presentate -Valutazione della personalità a scopi psicodiagnostici, scala di psicopatologia continuum da normalità a nevroticismo a psicosi a danno organico.
-Esperimenti di deprivazione sensoriale
spero di non farti maggior confusione..
Cmq alla fine dovrebbero bastare due teorie principali a confronto...
Filippa
Ciaooo c'è qualcuno???
Filippa
Sì beh.. speriamo di ricordarmele tutte quelle teorie
hi hi..
però l'ho impostato apposta a mo' di confronto già predisposto.. sperando di ricordarmelo meglio!!
In effetti ci ho perso del tempo.. troppo!!!
Filippa
dubito ci siano sedi in cui "conviene", e per di più a Padova l'esame dura una settimana, mentre a Roma iniziando a giugno si termina ad ottobre e si ha quindi più tempo per prepararsi. Il costo, inoltre, è inferiore... valuta bene poi, ognuno ha le proprie esigenze.
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dunque
definizione del costrutto di percezione (processo psicologico attraverso il quale integriamo le informazioni sensoriali in entrata nel sistema di conoscenze di cui già disponiamo/ costruzione di un mod soggettivo della realtà che ci circonda)
processi componenti la percezione: attenzione, localizzazione dello stimolo, riconoscimento, astrazione, costanza
Approfondimento dei processi:
-attenzione: fondamentale per la selezione dello stimolo da elaborare
-localizzazione: necessaria per interagire con lo stimolo,
svolta principalmente dalla via del where (dalla corteccia occipitale alla parietale posteriore); richiede capacità di percezione di profondità e distanza dell'oggetto: la retina elabora uno stimolo bidimensionale, noi lo percepiamo tridmensionale (grazie a indici profondità binoculari e monoculari); capacità di percezione del movimento dell'oggetto (ruolo chiave neuroni corticali V5 codificano per direzione e movimento)
- riconoscimento: necessario per comprendere gli stimoli che ci circondano
svolta principalmente dalla via del what (dalla occipitale alla temporale inferiore)
richiede capacità di integrare gli elementi componenti lo stimolo: Treisman: teoria di integrazione degli attributi (prima elaboriamo le caratteristiche fisiche di base, poi dirigiamo il focus attentivo e approfondiamo l'elaborazione); Wertheimer Psicologia della Gestalt (principi di organizzazione percettiva, il tutto non è la somma delle parti)
Modello esplicativo di riconoscimento dello stimolo: Modello a stadi di Marr, rivisto da Humphrey e Riddoch (prima costruisco l'immagine mentale dello stimolo e poi lo confronto con quanto ho in memoria)
Alternativa di Biederman: Ipotesi del riconoscimento attraverso ii geoni
riconoscimento sempre il risultato di 2 processi combinati: bottom up (informazione che entra e viene elaborata) e top down (le conoscenze pregresse, le aspettative, il livello di attenzione dedicato, il contesto in cui lo stimolo è percepito, che ne influenzano/distorcono la percezione: esempio ILLUSIONI percettive Triangolo di Titcherer, Effetto Mc Gurk)
astrazione: principio operativo del sistema percettivo non elabora tutto ma solo gli elementi fondamentali per riconoscimento e interazione: questo permette maggior efficienza cognitiva
costanze percettive: il mantenimento della costanza d'oggetto e delle sue caratteristiche consente il riconoscimento da dievrsi punti di vista ed è un elemento chiave dell'astrazione
poi parlerei dei deficit di riconoscimento LE AFASIE e dei disturbi percettivi in psicologia clinica: ALLUCINAZIONI
come parte conclusiva pensavo di mettere qualcosa di sviluppo: tipo che la percezione si affina nel corso dello sviluppo e la diatriba sul innatismo o esperienza nello sviluppo della abilità percettive
quindi il ruolo della percezione nello sviluppo con la Teoria ecologica di Gibson
Con il processo diagnostico come siamo messi??
Penso che davvero la tua scaletta fosse super completa, io l'ho fatta un pò ristretta.. anche perché parlando con una mia amica della facoltà mi diceva che sarebbe troppo "specialistico" come tema quello sul dsm V ed invalidante per chi non è dell'indirizzo clinico.. non trovi?
Cmq noi cerchiamo di prepararci a tutto
Allora anch'io:
Definizione di diagnosi -
Definizione del concetto di diagnosi: processo di raccolta e di organizzazione delle informazioni su di un paziente col fine di raggiungere una miglior comprensione della persona. Processo indispensabile per il clinico per poter assumere delle decisioni terapeutiche secondo cognizione di causa, utilizzando inferenze.
La maggiorparte dei professionisti che operano nell'ambito della Salute mentale si rifà al sistema diagnostico DSM V sistema nosologico multiassiale, con il vantaggio che fare riferimento allo stesso sistema di calss facilita la comunicazione tra operatori.
Fini e vantaggi-Limiti:
+ Permette di pianificare l'eventuale percorso terapeutico;delineare una prognosi e di dare informazioni al pz sul decorso della terapia, riducendo il rischio di abbandono, lo prepara su cosa aspettarsi dal percorso terapeutico;forma di comunicazione di empatia; permette al T di porsi mete realistiche..
- rischio di categorizzare il paziente all'interno di una categoria ed etichettarlo. Questo va fatto per indirizzzare la terapia ma con la consapevolezza che l'ipotesi diagnostica iniizale può essere rivalutata o modificata nel corso del trattamento alla luce di nuove info.
Poi:
Tecniche psicodiagnostiche:
-colloquio (diagnostico:scopo raccolta informazioni, terapeutico: motivare, di orientamento: informare)
-questionari
-Scale psicopatologiche, inventari e scale di personalità- test proiettivi, test di livello, test di personalità..
- osservazione del comportamento
-interviste strutturate (quesiti prestabiliti) e semistrutturate (argomenti prefissati), o libera (intervistato libero di seguire il corso dei suoi pensieri).
1’ COLLOQUIO - ASSESSMENT
1. Misurazione: test psicodiagnostici standardizzati per raccogliere informazioni necessarie e per avere un riferimento di partenza;
2. Ipotesi: i dati raccolti nella prima fase, assieme a una impressione globale che il clinico si fa del paziente, consentono di formulare ipotesi riguardo:
il sussistere di evidenti relazioni tra i disturbi;le situazioni nelle quali cresce la probabilità che il disturbo si manifesti;l'origine del disturbo, i processi implicati e i meccanismi che lo governano, tecnicamente: l'eziopatogenesi;le probabilità di successo delle diverse strategie terapeutiche che si hanno a disposizione;le tecniche e gli strumenti più adeguati a sostenere il trattamento.
I colloqui clinici sono lo strumento principale di impostazione, svolgimento e restituzione della valutazione psicodiagnostica. Solitamente, l'intero processo valutativo si articola su 2/4 incontri, detti di "consultazione psicodiagnostica"; questi sono spesso (anche se non sempre) strutturati con un primo colloquio di inquadramento e valutazione, 1-2 incontri per la somministrazione di reattivi e testistica, ed 1-2 incontri di ulteriore sintesi dei relativi risultati ed approfondimento clinico. Al termine di questa consultazione, il clinico si è fatto un'idea della situazione e propone al paziente una "restituzione" e, se necessario, una proposta di trattamento o di invio a strutture diverse.
Filippa
abbiamo fatto scalette proprio diverse..
in realtà a questo tema manca qualcosa,lo so...ma sto ancora cercando di capire cose e leggendo il tuo tema Filippa mi sa che mi mancano un bel pò di cose.. tipo questa teoria del new look devo proprio andare a vedermela mi sa..