Salve a tutti, sono una studentessa di 20 anni. Ho notato questo forum ricercando informazioni che mi potessero aiutare a chiarire le idee sulla situazione in cui mi trovo e, vista la serietà e la competenza delle risposte, ho deciso di scrivere in prima persona per avere eventuali pareri e consigli. Premetto che sono una studentessa di Medicina (1 anno), ex studentessa di Psicologia (ho fatto un anno di Scienze e Tecniche Psicologiche).
L'anno scorso ho frequentato il primo anno di Scienze e Tecniche Psicologiche, seguendo un'inclinazione verso lo studio del mentale che era in me da tempo, senza che però ne prendessi pienamente coscienza. Durante l'anno, con il procedere dello studio, questa passione si è accesa ed è divenuta consapevole, e mi ha portato a comprendere che è questo ciò che voglio studiare e di cui mi voglio occupare nella vita.
Nonostante ciò, avevo dei dubbi dettati dalle seguenti motivazioni:
- Con lo studio per alcuni esami (neurofisiologia, neurologia, alcuni argomenti in psicologia generale) ho realizzato di avere un interesse particolare per le Neuroscienze, ma la specializzazione in questo ambito, soprattutto se finalizzata alla ricerca, apre a ben poche prospettive lavorative;
- In generale, le reali possibilità lavorative per uno psicologo (purtroppo) non sembrano delle più incoraggianti: anni di studio (seppur appassionato e motivato) che rischiano di essere sacrificati, o comunque non del tutto ripagati, da un futuro lavorativo precario. La mia più grande paura è finire con il fare un lavoro che sia inerente solo in parte o addirittura per niente alla mia formazione.
Le mie riflessioni mi hanno portato a decidere di cambiare corso di laurea passando a Medicina, con il progetto di specializzarmi in Neurologia (che mi sembrava un buon compromesso tra le mie attitudini e i miei interessi e spendibilità lavorativa). Ero consapevole dei 6 anni che mi separavano dall'obiettivo, fatti di materie ed esami esuli dai miei interessi, ma che pensavo di poter sostenere.
Ora, dopo aver passato il test e al secondo semestre del primo anno di corso, mi trovo in un momento dforte crisi:
- ho studiato e sto studiando materie sì sopportabili, ma che non mi interessano e per le quali sto relegando
i miei reali interessi. Era una cosa che avevo messo in conto, ma che mi impedisce di affrontare questo percorso di studi con la passione e la motivazione che vedo invece nei miei colleghi.
- in questo ultimo periodo, in particolare, ho frequenti blocchi che mi portano per qualche giorno a impedirmi di studiare: ho una resistenza e repulsione verso lo studio, mi manca la forza di volontà di mettermi sopra al libro e studiare. Nel corso della mia carriera scolastica (e poi universitaria a STP) invece sono sempre stata considerata una studentessa capace, e ho sempre ottenuto buoni e ottimi risultati. Non è da me trascurare in questo modo lo studio! Solamente che non riesco a capire quanto peso abbia in questo blocco, dovuto anche a stanchezza, difficoltà oggettiva del corso di laurea (non tanto per le materie in sè quanto per l'elevato numero di esami da dare in poco tempo) e scoraggiamento per essere già indietro con gli esami del primo semestre, il fatto che io stia effettivamente portando avanti un percorso di studi che non sento mio e non mi appartiene.
- passato l'interesse e l'euforia iniziali, mi sono resa conto che sebbene le neuroscienze mi avvincano, da un punto di vista professionale mi sarebbe piaciuto anche lavorare come psicologo clinico (e possibilmente in più anche psicoterapeuta). Recentemente ho iniziato un percorso di cura con una psicologa, e questa esperienza mi ha permesso di entrare in contatto con questa realtà professionale. La specializzazione medica più affine a questa figura è evidentemente Psichiatria, con le dovute differenze nell'approccio e nelle competenze, dunque al momento sarei più orientata verso quest'ultima.
In conclusione non so cosa fare. Continuare il cdl di Psicologia, dedicando il mio tempo e le mie energie a ciò che mi interessa, accettando i rischi di un futuro lavorativo in cui incontrerò, probabilmente, ostacoli, compromessi, forse frustrazioni, ma con la speranza di ricevere anche gratificazione e realizzarmi in una professione sentita ed appagante; oppure continuare il cdl di Medicina, che sicuramente mi imporrà varie difficoltà, non ultima quella di applicarmi, nella teoria degli esami e nella pratica dei tirocini, ad ambiti che non mi appartengono del tutto, e concluso il quale tenterò di entrare nella specialistica da me desiderata (cosa peraltro non
scontata), per poi, se avrò superato tutto questo, realizzarmi in una figura professionale più garantita e solida, nella quale potrò comunque esprimermi, dandole il giusto taglio, con un approccio non eccessivamente medicalizzato.
Scusate il papiro, ma è da parecchio che rimugino su questa condizione e sono disperata!!!