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  1. #1

    Problemi familiari "indiretti"

    Salve, ho un problema nella mia famiglia e vorrei risolverlo per quanto sia possibile. Mio zio si sta separando da mia zia a causa di un suo tradito. Lui ha tutto in regola per andare dall'avvocato, denunciarla e avere l'affidamento dei bambini. Purtroppo, non è nelle capacità mentali di farlo e quindi continua a essere comandato, ricattato e obbligato da mia zia a sottomettersi. Lei lo comanda come un burattino perché sa di essere in torto e ha molta paura. Lui non riesce a confidarsi con nessuno e vorrei essere io il suo supporto. Ho appena 18 anni; lo so che da solo non riesco a risolvere la situazione, ma io vorrei trovare la soluzione al problema che finora tutto il resto della mia famiglia non è riuscita a risolvere: "tirarlo su".
    Come devo fare per tirarlo su?
    Un buon metodo potrebbe essere quello di farlo confidare con me?
    Siccome lui è chiuso (non parla nemmeno con suo fratello, cioè mio padre) come posso spingerlo a confidarsi con me? Una volta che siamo soli e che inizia a parlarmi, come posso aiutarlo a riprendersi?
    Cosa mi consigliate di fare?

    Grazie in anticipo a coloro che mi aiuteranno.

  2. #2
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
    Data registrazione
    16-06-2007
    Residenza
    vivo a Genova
    Messaggi
    2,302

    Riferimento: Problemi familiari "indiretti"

    Citazione Originalmente inviato da domtoretto89 Visualizza messaggio
    Salve, ho un problema nella mia famiglia e vorrei risolverlo per quanto sia possibile. Mio zio si sta separando da mia zia a causa di un suo tradito. Lui ha tutto in regola per andare dall'avvocato, denunciarla e avere l'affidamento dei bambini. Purtroppo, non è nelle capacità mentali di farlo e quindi continua a essere comandato, ricattato e obbligato da mia zia a sottomettersi. Lei lo comanda come un burattino perché sa di essere in torto e ha molta paura. Lui non riesce a confidarsi con nessuno e vorrei essere io il suo supporto. Ho appena 18 anni; lo so che da solo non riesco a risolvere la situazione, ma io vorrei trovare la soluzione al problema che finora tutto il resto della mia famiglia non è riuscita a risolvere: "tirarlo su".
    Come devo fare per tirarlo su?
    Un buon metodo potrebbe essere quello di farlo confidare con me?
    Siccome lui è chiuso (non parla nemmeno con suo fratello, cioè mio padre) come posso spingerlo a confidarsi con me? Una volta che siamo soli e che inizia a parlarmi, come posso aiutarlo a riprendersi?
    Cosa mi consigliate di fare?

    Grazie in anticipo a coloro che mi aiuteranno.
    Ciao domtoretto,
    i moderatori sapranno senz'altro indicarti qual è la sezione più indicata per parlare un problema come questo, che sembra toccarti molto.
    Capisco quanto questa situazione ti stia preoccupando e il desiderio sincero di aiutare tuo zio, però tieni conto che in queste cose ognuno deve fare il proprio percorso e a volte il "voler fare" , diretto verso qualcun altro, anche se a fin di bene, non è la cosa più opportuna.
    Se tuo zio non si sente di confidarsi con nessuno, è inutile e controproducente cercare di forzarlo.
    Se si renderà conto di avere bisogno di un aiuto, sarà lui a parlare, chiedere, comunque muoversi personalmente.
    Bisogna anche vedere quale tipo di aiuto richiederà (se lo farà) tuo zio: semplicemente parlare con un familiare, con un amico, o un supporto più strutturato e approfondito? Se questa cosa non si smuove in lui, però, è inutile cercare di provocarla: anzi, spesso si ottiene l'effetto opposto, ossia la persona si rinchiude ancora di più.
    Da quello che dici, poi, il problema è coniugale, quindi il fulcro è la coppia.
    Quello che mi sento di dirti è di continuare a comportarti con lui come hai sempre fatto: da quello che scrivi, pare che ci sia un rapporto di forte affetto tra di voi e questo tuo zio sicuramente lo sente.
    Cerca, se puoi, di non immedesimarti troppo (la parola "indiretti" tra virgolette dice molto): quando si vuole bene ad una persona, e specialmente quando si è molto giovani come te, è facile sostituirsi a lui/lei e prendersi pesi che in fondo non ci toccano, pensando di riuscire a risolvere la situazione: questo processo, cioè il cambiamento, invece, è frutto di maturazione, impegno e fatica personali, per quanto la presenza discreta di persone care sia senz'altro un supporto importante.
    Per questo ti suggerivo di continuare a comportarti con tuo zio come hai sempre fatto: a volte pensiamo che si debba strafare, quando invece le fondamenta di un rapporto si pongono con l'affetto e la costanza, senza grossi gesti, e spesso sottovoce.
    In fondo maturare (parli di bambini, quindi presumo tuo zio sia un uomo adulto) significa saper affrontare le proprie responsabilità e le sfide che la vita ci pone: gli altri possono fare da sfondo affettivo, che è importantissimo, ma la partita, alla fine, dobbiamo giocarla noi.
    Un caro saluto

  3. #3
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di GIUNONE
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    20-01-2005
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    Blog Entries
    1

    Riferimento: Problemi familiari "indiretti"

    Ciao, ti sposto nella sexione indicata in cui potrai ricevere pareri di altri utenti. Se hai bisogno di consulenze www.benessere4u.it è il sito giusto. Ciao

  4. #4

    Riferimento: Problemi familiari "indiretti"

    Grazie mille della tua risposta. Ieri, in modo assolutamente riservato, l'ho chiamato da parte e gli ho detto che lo vedo mal ridotto e gli ho detto che se vuole qualcuno con cui parlare (magari non con suo fratello o suo padre), io sono disponibile ad ascoltarlo. Gli ho sottolineato che non voglio dargli consigli, ma voglio solo ascoltarlo. Non glielo chiederò una seconda volta perché, come hai detto tu, magari non se la sente oppure l'argomento che lo affligge è davvero pesante per me; in ogni caso avrà un buon motivo. Ma spero per lui che si faccia aiutare....

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