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Discussione: Esperienze di lavoro

  1. #1

    Esperienze di lavoro

    Ciao, ragazzi! Sono nuova di Opsonline, un saluto a tutti .
    Dunque, apro questo post perché...sono un po' confusa. Io sento e leggo dappertutto che gli psicologi sono troppi e che a conti fatti non lavorano, ma...beh, io conosco gente nel nostro campo che LAVORA eccome, e non si tratta di raccomandati. Però lo sconforto resta comunque, quindi, per favore, qualcuno mi tira su di morale? Chi di voi lavora, mi racconta un po' la sua esperienza?

  2. #2
    Postatore Compulsivo L'avatar di arwen
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    04-07-2002
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    Riferimento: Esperienze di lavoro

    ciao
    ci provo premetto, non sono mai stata raccomandata non ho amici che mi possano dare la famosa spintarella, né sono (ahimè) "figlia di"...io per il momento posso dire di lavorare e di riuscire a guadagnare uno stipendio non altissimo ma dignitoso facendo la psicologa e la psicoterapeuta per il 90% lavoro con i pazienti privati, il restante 5% consiste in alcuni corsi di formazione che organizzo con una collega e in una piccola collaborazione con una onlus ...

    penso che nel mio caso si siano intrecciati una serie di fattori:
    - fin da subito ho voluto puntare su un tirocinio post laurea in cui le mansioni fossero davvero da psicologa (e non da segretaria-educatrice-portatrice di panini e caffè...ebbene sì fanno fare anche questo )...a posteriori posso dire che aver effettuato fin da subito colloqui e test mi ha aiutato, dopo l'esame di stato, a sentirmi addosso quel minimo di competenze per iniziare a fare colloqui con i primi pazienti idem per la formazione, scuola di psicoterapia a parte (che ho voluto fare perché vedendo pazienti mi rendevo conto che mi mancava un metodo di lavoro e di interpretazione dei casi) ho sempre preferito i corsi che mi lasciassero competenze pratiche e concrete....
    - mi faccio autopromozione, con la pubblicità in internet e con vari professionisti con cui sono entrata in contatto...mi rendo conto di non avere vergogna a contattare altri professionisti con cui collaborare (mia nonna diceva: "la vergogna è metà per uno, metà tua che chiedi e metà di chi deve pensare a cosa e come risponderti" ). Per quello che ho potuto vedere le persone hanno bisogno di un po' di tempo per selezionare il professionista giusto, bisogna mettere in conto di passare i primi anni in perdita (una volta un paziente mi disse che erano due anni che cercava qualcuno, e che già da tempo aveva adocchiato me )
    - ho la fortuna di essermi legata a due colleghi (stimati professionisti e cari amici) con cui mi sono "trovata" fin dal secondo anno di università...con loro ho aperto lo studio, e questo aiuta, sia nel condividere spese e oneri, sia perché "mettendo insieme le teste" diventa più facile

    ...ecco, poi ci sono i fattori più "personali": ho un compagno che si occupa di web e che gestisce il mio sito internet, e che soprattutto mi affianca nella parte di promozione (anche moralmente parlando ), e una famiglia che mi sostiene in ogni momento , sono curiosa e testarda (e questo mi ha permesso ad esempio di capire da sola alcune cose della professione, o di trovare da sola canali dove reperire informazioni utili), ho un tenore di vita per abitudine personale medio-basso (ho visto professionisti lamentarsi per la scarsità di lavoro con al collo borse da 400-500€... parliamone...)... credo però che queste doti siano "mie", e che ciascuno abbia risorse personali che possono essere utilizzate anche in questo lavoro...tutto sta nello scoprirle!!

    spero di esserti stata di aiuto, se mi vengono in mente altre cose le scrivo
    a presto
    Chiara
    Dott.ssa Chiara Facchetti
    Ordine Psicologi della Lombardia n.12625


    Io credo che le pietre respirino. Non possiamo percepirlo con le nostre brevi vite.

    Siamo tutti nella fogna, ma alcuni di noi guardano alle stelle (Oscar Wilde)

  3. #3

    Riferimento: Esperienze di lavoro

    Ciao! Ti ringrazio davvero moltissimo per la risposta, in questo panorama desolante ogni tanto è bello leggere di qualcuno che ci riesce. Io personalmente, anche se sono solo al secondo anno, mi tengo informata già da adesso, leggo e vedo cosa fanno gli altri professionisti (gente giovane, come ho scritto sopra, ho capito che per cominciare a "ingranare la marcia" devi aspettare i 29 anni o giù di lì), cerco di tenermi informata, già da ora cerco gli annunci di lavoro per gli psicologi in ogni parte d'Italia (dicono che non ci sono ma non è vero, ci sono, pochi ma ci sono). Certo, quando leggo magari su Yahoo answers di psicologhe che sono costrette a farsi mantenere dal marito perché non tirano a fine mese mi viene male...ma non mollo! Io questo lavoro lo VOGLIO fare, anche a costo di andarmene dall'Italia o di tirarmi il mazzo a vita.
    Una riflessione personale. Ultimamente la mazzata mi è arrivata doppia perché una dottoressa, un medico di base mi ha detto: "Lo psicologo non lavora". Dopo un primo momento di depressione, ho riflettuto: siamo 80.000, no? Dicono che siamo troppi? Non è vero, perché tutti i tirocini non pagati che ci fanno fare dimostrano che il lavoro C'E', manca solo la volontà di pagarci.
    Ora leggo che l'Ordine si sta mobilitando, spero che cambi qualcosa, finalmente.
    Scusa, piccolo sfogo XD.
    In ogni caso, ti ringrazio per la tua testimonianza, è davvero confortante, quindi grazie mille!
    Ah, una cosa: io sono la studentessa della Bicocca che ti ha mandato una mail qualche tempo fa. Mi scuso se non ho più risposto, ma sebbene avessi già messo un po' di soldi da parte, alcuni avvenimenti mi hanno costretta a spenderli e...visto e considerato che io per prima DETESTO chi vuole lo psicologo gratis, non me la sono sentita di venire a mani vuote. Chiedo scusa, capisco che possa portare frustrazione un falso allarme del genere, e ancora domando scusa. Prometto che rimedierò non appena riuscirò a racimolare qualcosa di più.
    Grazie ancora per l'informazione, è rincuorante .

  4. #4
    Postatore Compulsivo L'avatar di arwen
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    Riferimento: Esperienze di lavoro

    ecco, questo è secondo me lo spirito giusto

    personalmente ho sempre pensato due cose:
    1) in effetti il problema del lavoro per noi psicologi c'è..ma quando si parla di persone che si fanno mantenere dai compagni/e, mi fermo a pensare che oggi, in Italia, ci sono moltissime persone che non lavorano o che percepiscono stipendi da fame...cosa fa la differenza tra noi e queste persone? Perché la nostra categoria dovrebbe essere "privilegiata" rispetto ad altri professionisti, imprenditori ecc?

    Certo, mi rispondo da sola: abbiamo studiato tanto, e dopo tanti sacrifici uno vorrebbe un riconoscimento...ma da chi deve arrivare questo riconoscimento? se non siamo noi i primi a valutarci, a promuoverci e a farci conoscere (come singoli, ma soprattutto come categoria), come possono essere gli altri a farlo? (dalle mie parti si dice "fa' anda' i man", cioè, muovi le mani e datti da fare )

    non ti nascondo che i momenti di sconforto ci sono, perchè comunque è dura, ma penso che si debba correre il rischio di stare male per le fatiche della nostra professione, perchè abbiamo anche il diritto di emozionarci per le gioie e i riconoscimenti che questo lavoro ci può dare

    2) i fattori "personali" (famiglia, aiuti esterni, senso di efficacia personale e autostima) ci sono per tutti noi. c'è chi ha la possibilità di farsi lo studio in casa, e quindi risparmia moltissimo a livello economico; c'è chi ha un amico commercialista che possa seguirlo spendendo meno...gli esempi che si possono fare sono infiniti! sta però a noi scoprire e utilizzare le nostre risorse per promuoverci e arrivare dove vorremmo (o raggiungere un buon compromesso )...se non siamo noi a vedere per primi le nostre risorse, come possiamo essere d'aiuto agli altri?

    per tutto il resto, ti scrivo un messaggio privato
    Ultima modifica di arwen : 06-06-2014 alle ore 16.18.45
    Dott.ssa Chiara Facchetti
    Ordine Psicologi della Lombardia n.12625


    Io credo che le pietre respirino. Non possiamo percepirlo con le nostre brevi vite.

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