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Discussione: La biblioteca di Ops

  1. #91
    Styrofoam Crown L'avatar di Grace
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    Grazie mille delle indicazioni, molto gradite

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    17 Luglio 2011, Udine
    We're gonna try to remember this picture right here in my mind,when I close my eyes tonight on that pillow..when I look up in the sky,I thank God of what I had here..I'll be thinking of this!
    We're gonna record this moment in time..the night we laid up in the sky of San Siro..at the end of It

    29 Giugno 2013, Milano
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  2. #92
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    Tra ieri e oggi ho letto "Acido solforico" della Nothomb.

    Era il 2005 quando è apparso questo libro, e già lei aveva capito che saremmo arrivati verso la tv dell'orrore, nel libro portata fino all'estremo.
    Mi è piaciuto molto, mi piace il suo modo di non tralasciare nulla, tu non puoi ficcare la testa sotto la sabbia mentre stai leggendo, lei ti mostra tutti i meccanismi mentali con perfidia e accuratezza.

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  3. #93
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    Domani, intorno alle ore 13, verranno assegnati i Nobel per la letteratura 2018 e 2019. Voi a chi assegnereste questo riconoscimento?

    Io faccio da anni il tifo per Haruki Murakami e se devo indicare un secondo nome, Stephen King. Del primo ammiro il modo in cui crea dei mondi straordinari e le sue riflessioni, del secondo mi affascina il modo in cui parla dell'animo umano.

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  4. #94
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    Re: La biblioteca di Ops

    Nel 2016 Bob Dylan, l'anno dopo l'inglese di origine nipponica Ishiguro; Murakami è diventato come Roth (R.I.P.) e Adonis, tutti lo vorrebbero premiato ma a Stoccolma non ci sentono. L'elenco dei mancati e degli snobbati fa quasi ombra agli insigniti. Stride la dimenticanza di Desai, Pahor, Amado, Achebe, Kundera. Difficile dire se i 6 memoriali sovietici della giornalista Alekseevic meritano un posto di rilievo nelle lettere del millennio (presente e futuro?) più di Claudio Magris, di Isabel Allende, di Yehoshua? Come valutare il merito dell'una o degli altri? Qua la faccenda si fa complicata. D'altro canto ci son più scrittori che premi e anche chi non ne ha vinti merita ugualmente interesse e attenzione. Non ne so abbastanza di autori d'oggi per poter dire la mia, spero si tratti di un autrice/autore che ha dato un contributo multiforme, poderoso e perché no, insolito (commedie, satira, libri per l'infanzia, saggi sull'arte, la religione, la famiglia...) Perché non darlo a qualche sociologo o psicologo o antropologo che abbia scritto testi importanti ma accessibili al contempo e piacevoli da leggere? Ricordo che in passato fu dato a Mommsen (studioso di numismatica antica) a Churchill (autore di libri sulla Seconda Guerra Mondiale) a Le Clézio (volumi di viaggi) e appunto Alekseevic (giornalista e saggista; a questo punto può sperarci pure il nostro Sandro Ruotolo). Perciò non per forza un superlarivo inventore di storie un sapiente fabbro del linguaggio-vedi alla voce Nothomb- ma qualcuno capace di arricchire il bagaglio umano con contenuti ben confezionati.
    Ultima modifica di Alejandro85 : 10-10-2019 alle ore 01.55.05

  5. #95
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    Re: La biblioteca di Ops

    "Lolly Willowes" di Sylvia Townsend Warner (Adelphi).
    Zia Laura, detta Lolly, zitella stanca di impolverarsi nella casa del fratello come un soprammobile decide un giorno di andare a vivere per conto suo nella campagna inglese, sventando i bonari ma coercitivi disegni dei suoi famigliari. È l'inizio di una progressiva liberazione. Lentamente, come procede l'emancipazione di Laura, l'atmosfera del romanzo sconfina in una regione magica: il paesaggio e gli elementi naturali diventano co-protagonisti della storia, quasi animati da un segreto respiro. È un bel saggio di letteratura femminista di spessore, che anticipa di certi spunti di Virginia Woolf.

  6. #96
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    Re: La biblioteca di Ops

    "Vita di Gabriele d'Annunzio" di Piero Chiara.
    Agevole biografia del letterato abruzzese, dalla natìa Pescara ai salotti romani, dalla 'Capponcina' a Parigi e di là sui cieli d'Europa, fino a Fiume e a Gardone. Non manca nulla in questo libro, che ricostruisce le vicende del Vate appoggiandosi agli epistolari e altra abbondantissima documentazione. Al di là dell'ampiezza -circa 500 pagine- il libro appare davvero fluido. Piero Chiara quasi scompare (non poteva essere altrimenti davanti a un personalità simile) anche se non manca mai qualche inciso lievemente ironico, che rende vivaci le pagine, evitando il rischio di una arida sequela di eventi. È stata una piacevole sorpresa, mi ha stimolato a prendere in mano qualche opera di G.d'A., autore da me più conosciuto che letto, a parte "Le Novelle della Pescara".

  7. #97
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    Grazie delle tue ultime recensioni, Alejandro! Molto interessanti entrambe, Lolly Willowes mi ispira e D'Annunzio è un personaggio di cui mi piacerebbe sapere di più.

    Io ho terminato la lettura di "La storia infinita" di Michael Ende e continuo a considerarlo uno dei miei libri preferiti, si può leggere a molti livelli, mi ha fatto riflettere su tante cose, sulla natura dei desideri, sull'amore per la lettura, sul Nulla, quel nulla a cui è più facile abbandonarsi, piuttosto che combatterlo e risalire la china.
    Poi ho letto "Occhi di cane azzurro" che è un piccolo volume di racconti di Gabriel Garcìa Marquez, di cui alcuni scritti agli inizi della sua carriera, che si vede che sono un po' acerbi, ma hanno dentro un'ossessività molto cupa; alcuni sono molto struggenti e si vede già il suo stile.
    Ho tra le mani da un po' anche un libro più leggero, che si chiama "Storia del mondo in 500 camminate", ricco di foto e percorsi presi da tutto il mondo, di cui viene narrata la storia.

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  8. #98
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    "Sete" di Amélie Nothomb, parla degli ultimi giorni di Gesù dal suo punto di vista, dalla condanna di Pilato fino alla Passione e alla Resurrezione.
    Gesù parla dal punto di vista di un uomo "normale" più che da Figlio di Dio, ponendo domande e questioni provocatorie, portando la riflessione sull'importanza e su quanta differenza fa avere un corpo, piuttosto che essere puro spirito.

    In lettura ho "L'isola dei senza memoria" di Yoko Ogawa: in un'isola, tutto piano sparisce senza che se ne serbi ricordo né se ne senta la mancanza. Sto cercando di capire, mentre leggo, come sia possibile una cosa del genere, come assieme ai ricordi possano svanire le sensazioni e se è in fondo possibile sentire la mancanza di qualcosa che non si ricorda.

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  9. #99
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    Re: La biblioteca di Ops

    Come sempre ciò che scrive Nothomb mi ispira, grazie per averla evocata con questa tua recensione.

  10. #100
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    Re: La biblioteca di Ops

    In questi mesi di reclusione domestica, pur lavorando, mi sono redicato alla lettura di diversi libri.
    -vita di Gabriele d'Annunzio, di Piero Chiara. Biografia dell'Immaginifico completa e scorrevole, ritrae l'artista senza cadere mai nello spettegolezzo né nel commento superficiale. Le varie fasi della vita dell'artista sono ricostruite con puntuali riferimenti ad epistolari e fonti valide.
    -Il vagabondo delle Stelle di Jack London: un omicida, detenuto di una prigione californiana, è sottoposto ai tormenti della camicia di forza per punire la sua scarsa collaborazione a una indagine interna al carcere. Da questa tragica esperienza salva la sua mente stringendo amicizia a distanza con altri detenuti (dialogano con un codice fatto di colpetti di nocche), ma soprattutto facendo dei viaggi spazio-temporali in quelle che sostiene essere state le sue vite precedenti, dall'antica Roma al Rinascimento, dal selvaggio West all'Estremo Oriente. Nel romanzo London mette a fuoco il tema delle ingiustizie del sistema carcerario USA, intrecciandolo con le incredibili avventure del protagonista, un inno alla vita e alle sue possibilità. A mio avviso davvero godibile, la parte dei viaggi è davvero gustosa e affascinante.Ultimo libro di London prima della morte.
    -Epepe di Ferenc Karinthy: linguista ungherese diretto a un congresso a Helsinki sbaglia aereo e si ritrova catapultato in una affollata e caotica metropoli sconosciuta (di chissà quale continente) dove si parla un linguaggio incomprensibile: a complicare la situazione, tutti corrono come pazzi su e giù per la città, un tetro dedalo di strade e grattacieli e il protagonista non ci si raccapezza su come uscirne. La sola speranza è il contatto umano con la bella ascensorista di un hotel. Metafora della civiltà moderna, dove nessuno si sta più ad ascoltare? Forse. Un tantino ansiogena come lettura, ma poi ci si fa prendere la mano, si fa scoprire con una certa rapidità.
    -Storie per una sera di Oliver Friggieri. Racconti maltesi, semplici, lineari, abbastanza tristanzuoli. Suggerito ai curiosi più impenitenti, certo non un capolavoro.
    Ultima modifica di Alejandro85 : 08-06-2020 alle ore 19.21.38

  11. #101
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    Alejandro85, grazie, mi sono segnata Epepe! E oltretutto Jack London è un altro autore che devo recuperare

    Intanto, sto pensando a colmare la mia grossa lacuna di non aver mai letto Hemingway e ho preso "Il vecchio e il mare".
    Dopo aver finito "L'isola dei senza memoria", in cui ai personaggi scompaiono misteriosamente gli oggetti e non ne serbano più il ricordo, ho letto il bellissimo "Il rilegatore" di Bridget Collins, dove i rilegatori hanno il compito di ascoltare e scrivere le storie dolorose che gli vengono raccontate dai loro clienti, perché non ne serbino più il ricordo una volta scritte. E qui la riflessione é: ci si può liberare solo dei ricordi dolorosi o anche dei loro effetti?
    Un libro che va in crescendo, in cui poi capisci la vera chiave della storia, un linguaggio fluido, personaggi appassionati e forti. Davvero bello.

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  12. #102
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    Ho finito Il vecchio e il mare, che mi è piaciuto molto e credo che nel prossimo futuro leggerò altro di Hemingway, ma di più corposo, punterò su "Addio alle armi".
    Nel frattempo, ho tra le mani "Scrivere è un mestiere pericoloso", il secondo libro con protagonista la ghostwriter Vanni Sarca, scritto da Alice Basso (il primo è "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome"). Vanni è capace di entrare brillantemente nelle menti altrui, cosa che la porterà a fare delle vere indagini. Stile molto fresco, brillante, ricco di similitudini. Un libro leggero ma non stupido, consigliato per passare delle ore piacevoli.

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  13. #103
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    Re: La biblioteca di Ops

    Guglielmo Petroni, il nome delle parole.
    Petroni in questo romanzo autobiografico descrive il proprio faticoso apprendistato alla vita e le sue varie nascite: intruso in un mondo che gli appare ostile ed estraneo, comincia a stupirsi della bellezza che scopre nella sua Lucca, va a rifugiarsi in essa scampando dalla grettezza della quotidianità. Alternando le ore in bottega alle letture, impara a esprimersi in pittura e poesia, entrando in contatto con tanti intellettuali del suo tempo. Cresciuto, in possesso di solide basi culturali, partecipa alla vita civile e politica italiana durante le fasi più dure del Secondo conflitto mondiale. Si fa leggere volentieri, anche se gli episodi narrati spesso sono tutt'altro che lieti: ho colto tutta la difficoltà , il tormento di quest'uomo a stare al mondo, a trovare il suo posto nella realtà. Per dirla con le sue parole " è una ricerca che non finisce mai."

    Poi mi ha molto colpito "Verso la cuna del mondo", raccolta di prose di Guido Gozzano.
    Egli trascorse due mesi in India nel 1912, stabilendosi in particolare a Ceylon più per motivi di salute che turistici. Da questa breve e intensa esperienza scaturirono le pagine di Verso la cuna del mondo, uscito postumo nel 1917. Verosimilmente non visitò tutti i luoghi descritti nel libro, limitandosi forse solo a Mumbai e allo Sri Lanka: non è questa, allora, una cronaca puntuale del viaggio indiano, ma una brillante reinvenzione letteraria, fatta con enciclopedie e dizionari più che col ricordo del reale veduto.
    Le terre lontane, culla dell'umanità, sognate da ragazzo, si rivelano presto luoghi "d'incanto e d'incubo", regno dell'indicibile, popolato di gente che intrattiene un rapporto costante con la realtà ultraterrena. Tutto è meraviglia, giardino che esplode di calore, colore, grandezze mostruose, ma è meraviglia inaccessibile, inquietante, perenne anticipazione dello sfacelo. La visita alla Terra Sacra è tradotta sulla pagina con l'effetto di una pellicola cinematografica svolta rapidamente, fusione di immagini incongrue e ammalianti: l'India è dipinta come un affastellarsi di paccottiglia architettonica, templi bramini che coabitano con chiese eurasiane, minareti e sinagoghe. Questa culla della civiltà è troppo estranea, le cose che egli vede sono "buffe e assurde", inaccessibili al suo sguardo occidentale ("ci dividono troppo millenni. Da troppo tempo ci siamo detti addio"). Le fedi opposte, lo spirito diverso sono una barriera: deluso nella sua attesa filosofica, contempla atterrito il selvaggio olimpo del Bramanesimo, nei cui templi è "la profusione di tesori e l'incuria più laida". Sperando di attingere a spiritualità sublimi, fa invece contatto con l'idolatria più forsennata, uno spettacolo che suscita in lui "spavento e sorriso", così come inconcepibile appare ai suoi occhi l'istituto delle caste, i culti funebri dove non cadono lacrime, la coabitazione con gli animali venerati come dei. Le città sono per lo più scenografie disfatte, cimiteri a cielo aperto su cui incombe implacabile il sole dei tropici e lo spettro della morte. Non manca però in questo inventario policromo qualche momento di sospensione estatica, breve sollievo da questo naufragio: Golconda, strepitosa agorà dove i fiori sono venduti a peso e la folla "vive di colori, di profumi, di sogno, d'apparenza", Madras dove la notte è "uno spolverìo, un tremolio di stelle e lucciole", Mumbai dove lo incanta un gruppo di donne vestite di seta dalle tinte sgargianti. L'India a lungo sognata dal poeta piemontese si rivelò in gran parte deludente. Non vi trovò la pace e la salute sperati, ritornando volentieri e con una certa urgenza all'amato Canavese: di là a qualche anno si avviò al Viaggio definitivo, che già si presagisce a tratti nel testo. A distanza di un secolo questo libro di raffinata scrittura, impasto di vissuto e inventato, ha ancora un suo pregio, quello di aprirci a una cultura remota, le cui contraddizioni e splendori non sono mutati. Gozzano non è antropologo, né psicologo delle culture, accettiamo pertanto anche i suoi limiti nell'accostare quel convegno di civiltà che è l'India, la sua mancata comprensione di tante cose, stemperata però dalla sua insaziabile curiosità e attenzione verso ciò che è distante.
    Ultima modifica di Alejandro85 : 27-07-2020 alle ore 18.49.42

  14. #104
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    Re: La biblioteca di Ops

    Libri di agosto:
    -le veglie di Neri. Racconti veristi di ambientazione toscana di Renato Fucini alias Neri Tanfucio. Storie della provincia italica ottocentesca alquanto tristi, di follia, violenza, povertà, piccole disgrazie. Forse solo l'ultimo, che parla di uno sgradito invito a pranzo che sembra non finire mai, ha qualcosa di ironico e piú lieve.
    -Il bosco delle volpi impiccate di Arto Paasilinna. Avventure strampalate di un piccolo furfante che si rifugia con i suoi lingotti d'oro nella remota Lapponia, fuggendo dalla vendetta deo suoi compagni di delinquenza. Incontrerà nel suo autoesilio un militare fallito e una anziana lappone contraria alla casa di riposo. Spiritosa farsa finnica nel tipico stile dello scrittore.
    -Nelle vene dell'America di William C.Williams. Da Eric il Rosso a Colombo, da Poe a Lincoln, passando per i conquistadores, i padri pellegrini, le streghe di Salem, George Washington e vari altri: è la ricognizione di un continente, costruita assemblando o rielaborando vari materiali bibliografici, anche di pugno dei protagonisti stessi. Sapiente collage a metà via tra saggio e romanzo, insomma una autobiografia del Nuovo Mondo. Non sempre scorrevole, per il linguaggio estremamente concentrato e imagistico dello scrittore.

  15. #105
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    Riferimento: La biblioteca di Ops

    Alejandro, grazie delle recensioni! Di Paasilina volevo leggere prima o poi Piccoli suicidi tra amici, lo hai letto?

    Io sto rileggendo per la terza volta, o forse la quarta, Cent'anni di solitudine. Per me è una coccola questo libro, e ora che l'ho letto più volte e la situazione mi è chiara, volevo proprio godermelo.

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