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  1. #1

    Quale terapia intraprendere?

    Ciao a tutti è da un po' di tempo che penso di intraprendere un percorso terapeutico, e nelle ultime settimane mi sono definitivamente convinto, ma una domanda mi sta letteralmente bloccando: quale potrebbe essere l'indirizzo terapeutico più adatto alla mia situazione?

    Facendo qualche ricerca, gli indirizzi che mi ispirano di più sono questi: la psicoanalisi Jungiana, che si accorderebbe perfettamente con la mia indole riflessiva e meditativa; la terapia sistemico-relazionale, dato che ho una situazione familiare un po' delicata e che vivo, da qualche mese, come se fosse in stallo; una terapia di stampo neuropsicologico, quest'ultima più per interesse personale, dato che da studente pensavo di specializzarmi proprio in neuropsicologia, ma le mie conoscenze sul campo si fermano su una materia della triennale che non mi ha dato informazioni su come funzioni una terapia neuropsicologica, a parte quelle riabilitative per traumi cerebrali...

    Mi sono iscritto sul forum principalmente per confrontarmi con voi, studenti, pazienti e terapeuti, e per avere qualche informazione in più anche sulle terapie stesse. Provo a darvi qualche informazione sulla mia storia personale, cercherò di essere breve

    Sto vivendo una situazione di disagio in famiglia: senza entrare nel merito, il risultato è che mi sono chiuso in me stesso e la maggior parte del tempo che passo a casa, sto chiuso nella mia stanza, e mi viene molto difficile aprirmi e parlare con i miei genitori. Anche quando riesco a farlo, prevale un senso di inquietudine...
    Personalmente sono sempre stato una persona molto intraprendente e vitale, faccio sport da anni, amo viaggiare e stare a contatto con la natura, qualsiasi attività manuale e artistica. Come indole sono sempre stato un po' solitario, ma proprio perché mi piace coltivare le mie passioni. Ho sempre avuto diversi giri di amicizie, ho avuto 3 storie lunghe negli ultimi 6 anni, mi è sempre venuto semplice entrare in contatto con le persone. Tuttavia, nel profondo, una parte di me è sempre stata insicura, ma riuscivo a compensare\mascherare e a vivere la quotidianità senza alcun disagio. Da un paio di anni, però, a causa di alcune delusioni nella musica, nello sport, in amore, ho cominciato a vacillare e il risultato è che oggi mi sento molto debole, inadeguato, vuoto. Mi sono rinchiuso in me stesso perché stare con gli altri mi stressa: quell'inquietudine che provo in famiglia si è allargata anche alla maggior parte delle mie amicizie, da cui mi sto lentamente allontanando... solo con le persone più strette e con la mia ragazza riesco ad essere veramente me stesso. Poi vado molto a giornate: alcune dominate dall'euforia e dalla voglia di aprirmi e di fare, altre dalla pesantezza e dalla tristezza. La voglia di entrare in terapia viene proprio da questo: mi sento a disagio con le altre persone, e temo di essere inconsciamente ostile nei confronti degli altri, anche di chi non conosco... capirete bene che, essendo sempre stato l'esatto opposto, una persona molto solare, questa situazione sia particolarmente pesante... Aggiungo che questo periodo di "declino" ha coinciso anche con il mio cominciare a fumare marijuana, assiduamente e per un paio di anni. Ho smesso da solo e da circa 6 mesi, e non ho nessuna voglia di ricominciare, tanto che il fatto che i miei amici\colleghi mi fumino accanto quando usciamo non mi da alcun fastidio.

    Spero di avervi dipinto chiaramente la situazione, anche se in maniera estremamente suntata... Sono stato dal mio medico di base qualche settimana fa, che non avevo mai conosciuto dato che ho un'ottima salute, ma il suo atteggiamento non mi è assolutamente piaciuto: senza nemmeno visitarmi, mi ha detto che tutti i miei disturbi sono di natura psicologica, e da terapeuta funzionale in formazione ha cercato di "rifilarmi" quattro\cinque sedute specialistiche, credo diagnostiche, e ovviamente a pagamento. Questo episodio ha fatto crollare la mia fiducia nei confronti dei medici e dei terapeuti , ho paura che ad ora di soldi tutti cerchino di convincere il paziente che il loro indirizzo sia quello più adatto al caso, e per questo sto cercando dei pareri esterni e disinteressati...

    Credo di avervi già inondato di informazioni e che come open post vada bene grazie per la pazienza e per le risposte! Mi dispiace di parlare di me già dal secondo post, ma vorrei davvero darmi una smossa e intraprendere una terapia, perché ho tantissima voglia di stare di nuovo bene, con me stesso e con gli altri! A presto

  2. #2
    Neofita L'avatar di macocharis
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    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Ciao Jackie,
    credo che la fase diagnostica sia necessaria, in quanto è opportuno che un professionista sappia indicarti e consigliarti la terapia adatta a te; non so, ovviamente, il modo in cui si sia posto il tuo medico di base, ma concordo con lui sul fatto che sia necessario un approfondimento, e anche quello è a pagamento. La poca fiducia nei confronti dei professionisti è comprensibile, però imparerai a costruirla a poco a poco.. non è detto che sarà facile, ma non è impossibile!
    in bocca al lupo!
    il fuoco è bello si ma brucia

  3. #3
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Beh, il modello terapeutico ha secondo me una valenza relativa, molto più importante è la persona con la quale ti trovi. Però se vuoi una terapia focalizzata sull'eventuale problematica che hai è difficile prescindere da un percorso di valutazione, personalmente a milano ne conosco due, uno è fatto all'asag, assessment terapeutico, l'altro è l A.R.P ed è il processo diagnostico.
    Il mio blog: Materiali Esame di Stato, un po' di educativa e quello che incontro nella professione.

  4. #4
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Ciao jackie_lion,
    innanzitutto vorrei rassicurarti sul fatto che i professionisti della salute mentale seri ed ETICI non cercano di manipolare o di convincere il paziente a far nulla, lo lasciano nella libertà di poter scegliere fornendogli la possibilità del loro aiuto e consulto.

    Ti direi di scindere ciò che studi dalle problematiche che vuoi affrontare: tu non vai in terapia per fare il tirocinio o osservazione, ma tu diventi paziente...e quindi hai il diritto di scegliere per te il professionista più adatto.
    Leggendo le cose che scrivi di te suppongo che una terapia di indirizzo analitico (che scavi nel profondo) potrebbe aiutarti a capire le radici della tua inquietudine. La terapia funziona in conformità con le caratteristiche del paziente, e questo è un criterio fondamentale per la scelta e per i risultati terapeutici.
    Puoi effettuare la scelta in base alle caratteristiche delle terapie che hai già visto, ma saprai di aver trovato il tuo terapeuta solo incontrandolo. La terapia è un tipo particolarissimo di relazione in cui è fondamentale trovarsi bene con chi si prenderà cura di te, in termini umani, di fiducia e professionali. Anche all'interno dell'orientamento che ti aggrada, forse potresti trovare diversi professionisti...ma sono sicura che troverai quello adatto a te.

    Come terapeuta e come ex paziente, ti auguro di trovare una persona che ti capisca e sappia guidarti fino a farti star meglio.

    Per qualsiasi domanda o curiosità, rimango a tua disposizione
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  5. #5

    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Intanto, grazie a tutti per le risposte

    @macocharis, hai ragione a dire che serve un approfondimento diagnostico, concordo con te. Il punto è che il mio medico di base si è posto in un modo che non mi è piaciuto: mi ha interrotto poco dopo aver iniziato a parlare, bollando tutti i sintomi come psicologici e non fisici. Penso che non sia un atteggiamento professionale, perchè senza un minimo di visita, senza nemmeno un'occhiata, come fa ad escludere che quello che riporto non abbia una reale base fisica? Ad esempio: gli ho parlato del fatto che sento di avere un grounding piuttosto basso. Lui ovviamente l'ha buttata sul funzionale, sul classico "se stai attraversando una fase di insicurezza è normale che ne risenta anche il tuo corpo e in particolare le gambe, che sono le tue fondamenta". Okay, discorso sensato, ma la mia ragazza scherza sempre sul fatto che i miei piedi abbiano una forma "strana" io non sono ortopedico e dunque non posso stabilire se sia semplicemente la mia conformazione ossea, o se magari mi possa servire un plantare o chessò io, ma se vado dal medico di base è proprio per questo, per avere il parere di un medico. Inoltre, non vorrei mai un terapeuta che non mi prende sul serio, già dalla prima seduta...

    @amedeo, penso che farò le sedute diagnostiche direttamente dal futuro terapeuta, in modo da instaurare un legame più profondo. L'idea è questa, poi ovviamente se riterrà più adatto per me un orientamento diverso amen...

    @morgana-z, non ho nessuna esperienza sul campo, ma sento continuamente storie di medici che si coprono a vicenda quando combinano qualcosa di storto, o di capi reparto che rubano fondi statali, o di interventi estetici spacciati per operazioni chirurgiche gravi, per truffare i bilanci ospedalieri... perchè non dovrebbero farlo anche gli psicologi?

    Concordo con te sull'orientamento analitico, in questi giorni di riflessione ho deciso di provare con quello jungiano, una mia professoressa mi ha dato il contatto di una sua collega consigliandomela vivamente... domani la chiamerò per fissare un primo colloquio

    Sono anche arrivato alla conclusione che tutte queste riflessioni, queste indecisioni, siano dei blocchi che ergo contro la terapia, perchè una parte di me reputa questa situazione una sconfitta personale... me la sono sempre cavata da solo in ogni situazione, e trovarmi in un'impasse, non riuscire a reagire da solo, mi fa sentire impotente... e so che non c'è nulla di male nel chiedere aiuto, ma sento che questa convinzione ha radici lontane e non riesco a rimuoverla o comprenderla... e infatti ho deciso di fare un salto nel vuoto e cominciare quest'avventura, mettendo da parte il mio ego...

  6. #6
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    nella terra in cui lo scirocco scompiglia i capelli e arruffa i pensieri
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    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Per quanto riguarda la battuta che hai fatto sulla disonestà di certe figure professionali, ammetto con rammarico che sono tante le storie come l'esempio che citi. Ma non sono tutte. Uno psicoterapeuta dovrebbe essere rigoroso ed etico, e capace di mettersi in discussione di continuo in merito alla "pulizia" del suo operato. Ma questa è una questione che riguarda innanzitutto la persona.

    La difficoltà che provi è fisiologica...tutti sono restii a chiedere aiuto. Ma se troverai la persona giusta, piano piano riuscirai a comprendere che chiedere aiuto è un modo per cominciare a risolvere il tuo problema.
    Ricorda che il sommo Dante ebbe bisogno di Virgilio per la discesa agli inferi....anche tu hai bisogno di una guida "pratica di quei posti" per esplorare i tuoi meandri!
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  7. #7

    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Bella citazione Morgana spero soltanto di riuscire a stare di nuovo bene, magari anche meglio di prima, più leggero... sono disposto a qualsiasi cosa, e cambiare non mi spaventa affatto, anzi!

    Comunque vi terrò aggiornati sugli sviluppi della vicenda, a presto!

  8. #8
    L'avatar di Duccio
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    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Se posso permettermi di darti una opinione... secondo me da come la vedi nessuna delle idee è negativa di per sè.. Conosco persone che hanno scelto un orientamento più lontano da loro stessi proprio per mettersi maggiormente in gioco e vedere la cosa ancora da una prospettiva differente...
    Bisogna dire che la cornice di riferimento non va sottovalutata... Tu che tipo di persona sei? Creativa, immaginativa, emotiva.?. Oppure ragionale, logica, pragmatica?
    Ci sono persone particolarmente logiche e razionali che da terapie dinamiche e analitiche fuggono, non si trovano.. non danno loro credibilità per forma mentis... magari anche inconsapevolmente...
    Ci sono persone fortemente emotive, creative, immaginative che in percorsi terapeutici di stampo cognitivista si sentono ingabbiati, soffocati... e fuggono anche loro...
    Quindi ecco è verissimo che conta il terapeuta e la sua esperienza ma secondo me non va sottovalutata neanche la cornice di riferimento...
    Il modello sistemico invece secondo me è un modello abbastanza ampio.. che punta molto sulla relazione familiare e sociale e in cui possono trovare spazio (con un terapeuta che sia aperto e flessibile) anche tecniche di vario tipo...

  9. #9
    Neofita
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    Riferimento: Quale terapia intraprendere?

    Salve. Vi segnalo il mio testo fondamentale per la psicoterapia applicata in modo concreto: cartaceo e su kindle:
    http://www.amazon.it/dp/1511913592
    http://www.amazon.it/MICROCHIP-NATUR...0688684&sr=1-3
    UN MICROCHIP NATURALE determina il nostro tipo psicologico: Scopri il tuo tipo psicologico, il tipo del tuo partner, dei tuoi genitori, dei tuoi figli, degli amici e... dei nemici.
    Questo libro origina da una lunga ricerca sul campo, teorico-pratica, di cui la teoria dei tipi psicologici di C.G. Jung ne è il fondamento. I risultati sono innovativi e consentono l’applicazione pratica di tali scoperte scientifiche. È indirizzato a psicologi e psicoterapeuti. Ma anche a ogni lettore interessato a conoscere meglio se stesso e gli altri: così conoscerà il proprio partner, i genitori, i figli, gli amici... e i nemici; comprenderà i caratteri, le attitudini, la sessualità, la passione e l’amore, nonché l’abbandono… e molto altro ancora. Viene descritto, in modo semplice e scientificamente dimostrabile, che la specie umana è distinguibile in 16 Tipi psicologici, così articolati: quattro Tipi P Pensiero diretti dai criteri della logica, quattro Tipi F Sentimento spinti dai loro sentimenti, quattro Tipi S Sensazione trascinati da ciò che i loro sensi percepiscono, e quattro Tipi N Intuizione che inseguono ciò che i loro sensi intuiscono, Razionali i primi otto, Irrazionali, ovvero Percettivi gli altri otto. La suddivisione non è però così netta in quanto la funzione collaborante aggiunge ai Razionali una dose d’irrazionalità (ovvero di percettività) e agli Irrazionali una certa quantità di razionalità. A mescolare ancora di più le cose ci pensa poi l’Orientamento, che porta una metà circa dei Tipi a indirizzarsi verso l’esterno di sé, E Estroversi, e l’altra metà a rivolgersi al loro interno, I Introversi. Autore, Michele Russo, psicoterapeuta, studioso di psicologia delle personalità. Esperto nei rapporti di coppia (difficoltà di comunicazione, sessualità, stalking, violenza…). Due figli. Lingua inglese fluente e un discreto francese. Mi piace tenermi in buona forma fisica. Amo viaggiare, ascoltare la musica classica, ma anche jazz e rock di Vasco Rossi e dei grandi artisti internazionali, insieme al Teatro, al Cinema e alle altre espressioni artistiche. Inoltre, nutro un interesse politico e sociale di natura spiccatamente liberale. www.michelerusso.org

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